Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

Per il Corriere della Sera il turismo è come l’Aids, meglio evitarlo!

Guerra con il Corriere, perché mai? Guerra (vabbé!) dissenso, per la sua deliberata e totale assenza d’attenzione nei confronti dei Viaggi e del Turismo. Non si vorrà infatti definire “interesse” verso il tempo libero una rara rubrica, isolata, formato mini e pubblicata “ogni qualche lunedì” nel “supplemento Economia”; nient’altro che un résumé di scarni e stringati dati telegrafici su pochi viaggi, e Dio sa quanto il suo lodevole e bravo estensore vorrebbe (e meriterebbe) poter essere più dettagliato e arioso nelle descrizioni. Tanto meno il Corriere vorrà gabbare per “informazione, rubrica turistica” una periodica mezza pagina battezzata “Vacanze & Viaggi”, … Leggi tutto

Guerra con il Corriere, perché mai? Guerra (vabbé!) dissenso, per la sua deliberata e totale assenza d’attenzione nei confronti dei Viaggi e del Turismo. Non si vorrà infatti definire “interesse” verso il tempo libero una rara rubrica, isolata, formato mini e pubblicata “ogni qualche lunedì” nel “supplemento Economia”; nient’altro che un résumé di scarni e stringati dati telegrafici su pochi viaggi, e Dio sa quanto il suo lodevole e bravo estensore vorrebbe (e meriterebbe) poter essere più dettagliato e arioso nelle descrizioni. Tanto meno il Corriere vorrà gabbare per “informazione, rubrica turistica” una periodica mezza pagina battezzata “Vacanze & Viaggi”, sulla quale si finisce, beninteso, tirando fuori la lira (pardon, l’Euro) o per averlo fatto con precedenti inserzioni pubblicitarie, oppure un’offerta nel web Vacanze e Viaggi che ricorda tanto le ormai cinquantennali vendite fallimentari dei Magazzini Incendio.
Sin dai lontani tempi in cui campavo alternando lo studio universitario con l’accompagnamento di viaggi, le cui mete erano in prevalenza costituite da Paesi di lingua e tradizioni anglosassoni, durante i fine settimana mi capitava di comprare un quotidiano a Sydney o a Londra, a Capetown piuttosto che a Vancouver (non parliamo poi dell’infinità di ‘daylies’ negli States) nei quali leggevo, regolarmente, da un minimo di tre a un massimo (e anche oltre) di cinque pagine dedicate al Turismo. Intere pagine che ancor oggi i giornali anglosassoni (soprattutto nei weekend, giorni del tempo libero) dedicano meritoriamente al Turismo in ogni sua versione e dettaglio: reportage su terre e continenti, trasferte e sanità, collaudo di viaggi, pubblicità tabellare, gastronomia, angolo del lettore, offerte speciali, critica e suggerimenti, schede e identikit di Paesi, quando andare, recensioni di guide e libri, sport praticabili in viaggio, come non essere fregati, cambi, meteo, come vestirsi, turismo di nicchia, curiosità, eccetera, eccetera).
Tornavo a casa e cosa leggevo sulla mia passionaccia destinata a durare una vita, il Turismo? Una bella fava di niente. In effetti, “a quei tempi” nessun giornale dedicava spazio ai viaggi, ma col tempo e i miracoli economici ci fu anche chi capì che il mondo cambiava, a tal punto che il Turismo cominciò a fare capolino sui maggiori quotidiani: ricordo la pagina de “ La Stampa ”, poi anche “Il Giornale” fece e sta facendo la sua parte, dopodiché si aggiunsero altre testate per un’onesta presentazione di viaggi, tra le quali spicca il prestigioso magazine de “ La Repubblica ”.
Ma il Corriere no, ha sempre ignorato (meglio dire evitato) il Turismo, malgrado (tra consumismo ed “edonismo” reaganiano) sia divenuto la più importante industria del mondo. Quand’anche debba “parlare” di Turismo, incarica chi, facile accorgersene, la materia la mastica poco e “inventa” lo scoop con la solita storia delle “carrette del mare o del cielo”.
Perché? Mah, mica facile trovare una risposta, posso solo tentare due interpretazioni.
Prima: il Corriere teme che chi (redattore o “specialista” esterno) preposto alla bisogna prima o poi finisca per cuccare stecche e mazzette. Potrebbe anche essere; ma allora, perché dedicare due-pagine-due all’Auto (la domenica, dopo lo Sport) con relativo “pericolo” che il giornalista vada gratuitamente in giro con un’auto appena recensita (idem per il giornalista di turismo che trascorre una settimana, con famiglia, a New York o in un Villaggio).
Secondo: hai visto mai che nel Corriere ci sia ancora fra chi “decide” (retaggio inconscio di quell’anima severa e giansenista del Corrierone d’antan) che il Turismo sia argomento tabù, perché roba da “sciuri” e per praticarlo occorrono soldi.
Non sono allora oggetti di lusso, cioè “solo per quelli che se lo possono permettere”, un paio di mutande di D&G, 200 € o giù di lì, o un paio di jeans di Armani, 400 € o giù di lì? Ma questa, direbbe Kipling, è un’altra storia.
L’ultimo spiraglio di tregua si è definitivamente dissolto non più tardi di qualche giorno fa, più esattamente il 26 novembre, allorquando il Corriere (Maria Laura Rodotà) annuncia un “Rubricone Week End” di dieci pagine con “idee e percorsi per il Tempo Libero”. Stai a vedere, mi dico, che stavolta un rigo al Turismo il Corriere lo va a dedicare.
Nisba. Con una fondata speranza, inferiore solo all’eroismo nel correre di buon’ora all’edicola, mi affretto a consultare voracemente le pagine del Corriere dedicate alle “idee e percorsi per il Tempo Libero” e cosa ci trovo? Topolino che inventò l’Atomica; I figli degli emigrati in Svizzera; la recensione di un libro dedicato al processo Murri; Tina Turner perdona il manesco Ike; Alina tradisce il macellaio; Sant’Agostino e la Filosofia (e compagnia cantando: cuntent?). E non è finita lì, perché la Rodotà ha pure garantito “cose da donne” e “cose da uomini”: indagini “sui nuovi usi e costumi weekendeschi” e (parlando di coppie anomale) sulle “possibilità e le nevrosi offerte dalle nuove tecnologie portatili”; quindi rubriche sulla moda quotidiana (te pareva) nonché “messaggi sul tema della depilazione maschile”).
“Chi non viaggia non conosce il valore degli uomini” (antico proverbio moresco).

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