Giovedì 25 Aprile 2024 - Anno XXII

Normandia, non solo “sbarco”

“Ferisce il mio cuore con monotono languore”. Ecco, con i versi di Verlaine, il messaggio periodicamente ripetuto da Radio Londra. Annunciava il famoso “sbarco” degli Alleati; l’inizio di un avvenimento bellico destinato a cambiare le vicende del mondo

Le coste del D-Day
Le coste del D-Day

Era il 6 giugno del 1944 e una regione della Francia, la Normandia, si impose all’attenzione universale perché teatro della più importante operazione militare della Storia, lo Sbarco nel D-Day.
Dopo alcuni decenni questo angolo nord occidentale dell’Esagono (è la “forma” geometrica della Francia) continua a detenere il poco piacevole record di essere stato contestualmente raggiunto da qualcosa come cinquemila unità navali, cinquecento navi da guerra, tanti aerei da oscurare il cielo e soprattutto dall’esercito più numeroso e composito del mondo: americani e francesi “liberi”, inglesi e australiani, canadesi e neozelandesi e quel che restava degli eserciti europei riparati in Gran Bretagna.
Se a questi sbalorditivi numeri, si sommano le truppe tedesche che aspettavano quelle di Eisenhower nei bunker del Vallo Atlantico (e – si sarebbe tentati di aggiungere – gli attori e le comparse dei due “kolossal” sulla vicenda: “Il Giorno più Lungo” e “Salvate il Soldato Ryan”), si dovrebbe concludere che la grande attrazione turistica della Normandia è costituita da monumenti, relitti e memorabilia ricordanti lo Sbarco. Invece no.

Una terra dalle molte attrattive

Un villaggio nell'area dello sbarco
Un villaggio nell’area dello sbarco

Al fatto bellico la Normandia deve soltanto la popolarità del nome, per il resto brilla di luce turistica propria, con bellezze della natura e attrazioni artistiche forse troppo ignorate dal viaggiatore nostrano.
Grande quanto Piemonte e Liguria, poco più di tre milioni di abitanti, la Normandia è divisa in cinque dipartimenti (Manche, Eure, Calvados, Orne, Seine Maritime) e va visitata da chi ama l’arte, la storia, la gastronomia, i paesaggi, lo sport e non disdegna il relax, facilitato dalle accettabili distanze (Parigi dista un’ora d’auto) e da una vita che in certi villaggi pare essersi fermata nel tempo.

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Mont Saint Michel, gemma della Manche

Mont Saint Michel
Mont Saint Michel

Si cominci la visita dal dipartimento della Manche, in omaggio alla Meraviglia dell’Occidente, la splendida abbazia-fortezza di Mont Saint Michel la cui immagine -in posizione spettacolare sovrastante la roccia solitaria sulle acque dell’Atlantico – costituisce il maggior richiamo del Turismo Francese dopo la Tour Eiffel.
E’ suggerita la visita da aprile a dicembre, per la bontà della stagione ma soprattutto perché si ammira il massimo della marea, quindici metri di dislivello con onde impetuose che coprono la sottile striscia di sabbia e la strada rettilinea, vero e proprio cordone ombelicale con la terraferma, aperto secondo i capricci di madre natura.
Un tempo i pellegrini attraversavano a piedi questo curioso lembo della baia di Mont Saint Michel; oggi arrivano motorizzati e la sera ammirano le luci e le ombre tra musica e silenzio. Sempre nella Manche, i meno giovani cultori della moda rivisiteranno la Parigi dei grandi “couturiers” visitando il Museo Christian Dior a Granville, del quale ha parlato mesi fa Mondointasca.

Eure e Calvados: mele, formaggi e liquori

Camembert de Normandie
Camembert de Normandie

L’Eure, il primo dipartimento normanno per chi arriva da Parigi, regala paesaggi bucolici contornanti meli a profusione, pascoli per i famosi formaggi locali (non perdere un assaggio di Pont l’Eveque e soprattutto del sapido Livarot) e la bella non meno che semplice architettura romanico–normanna dell’abbazia di Notre Dame a Bernay (XI secolo, opera di Guglielmo da Volpiano).
Per Calvados si intende un dipartimento, non solo il celebre distillato di mele sempre presente negli scritti di Truman Capote. Considerato che Capote fu accanito consumatore del liquore e che la sua produzione letteraria fu copiosa, perché escludere che l’inebriante Calvados possa generare fervide ispirazioni?
Si visiti pertanto la distilleria Coeur de Lion a Coudray (torchi e alambicchi in edifici normanni identici alle case Tudor inglesi) e dopo qualche “cicchetto” si prosegua per Falaise ad ammirare il castello natale di Guglielmo il Conquistatore (il più noto dei Normanni, uomini del Nord, eccellenti guerrieri che sottomisero l’Inghilterra e conquistarono la Sicilia alla dominazione araba).
Nel Calvados vanno inoltre visitate località – Trouville, Deauville, Cabourg, definibili culle del turismo – che da umili villaggi di pescatori divennero raffinati resorts, mondani e culturali della Belle Epoque.

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Orne e Seine Maritime: cavalli, falaises, musica e pittura

Le
Le “Falaises” di Etretat

Nella Orne – quarto dipartimento della Normandia – alla vista di erbosi allevamenti di cavalli, l’appassionato di ippica ricorderà l’imbattibilità di alcune regine del trotto francese di qualche decennio fa, il mito delle giumente normanne fortificate dall’aria di mare sui pascoli sempreverdi. In effetti la salinità dell’erba nelle terre prossime al mare non fa bene solo all’ippica ma anche alla gastronomia. Basti ricordare l‘eccellente e famoso agnello “presalè”.
Sempre nella Orne, nel cuore del Pays d’Auge, si faccia un salto a Camembert (basta il nome) per i piaceri del palato e per svago, contando le etichette del più celebre formaggio di Francia.
Nella Seine Maritime, capitale Le Havre, si assiste allo sposalizio tra Natura e Arte. Tra le campagne della Valle della Senna e le grandiose “falaises” di Etretat (gemelle delle antistanti “cliffs”, rocce di Dover) i grandi dell’Impressionismo – Courbet, Monet, Boudin, Matisse – dipingevano paesaggi affidati alla storia dell’arte, mentre alcuni personaggi della letteratura e della musica – Maupassant, Leblanc, Offenbach – trovavano ispirazione per i loro capolavori.

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