Venerdì 3 Maggio 2024 - Anno XXII

Lo scaglionamento delle Ferie? Utilissimo, quindi, ignorato…

La nonna materna dello scrivano era di Asti, città che anche ai nostri giorni rappresenta la più tipica espressione della provincia piemontese. Considerata l’avanzata età dello scrivano, è forse meglio – dovendosi risalire a più di un secolo fa – non pensare a quanto retrograda (nel senso di tradizionale nonché lardellata di tabù) potesse essere la mentalità di provincia ai tempi della di lui ava.E vabbè – si chiederà la gentile aficiòn lettrice – ma cosa c’entra la nonna dell’estensore di queste righe con Lo Scaglionamento delle Ferie, di cui al titolo? C’entra, c’entra, ribatte lo scrivano, e va a … Leggi tutto

La nonna materna dello scrivano era di Asti, città che anche ai nostri giorni rappresenta la più tipica espressione della provincia piemontese.
Considerata l’avanzata età dello scrivano, è forse meglio – dovendosi risalire a più di un secolo fa – non pensare a quanto retrograda (nel senso di tradizionale nonché lardellata di tabù) potesse essere la mentalità di provincia ai tempi della di lui ava.
E vabbè – si chiederà la gentile aficiòn lettrice – ma cosa c’entra la nonna dell’estensore di queste righe con Lo Scaglionamento delle Ferie, di cui al titolo? C’entra, c’entra, ribatte lo scrivano, e va a dimostrarlo nel prosieguo del racconto.

Da Varazze, saluti cari …

Cartolina storica di Varazze
Cartolina storica di Varazze

Accadde che la citata antenata annoverasse tra la parentela un paio di cugine dalla nobiltà inversamente proporzionale alla loro (ex) ricchezza. Preso atto – a inizio estate di ogni anno – che questa assenza di soldi impediva loro qualsiasi tentativo di progettare una ancorché sfigata vacanza, le due nobili decadute provvedevano a evitare una situazione incresciosamente vergognosa mediante un sottile stratagemma.
Si facevano spedire da Varazze (a quei tempi Sharm El Sheikh sarebbe stato scambiato per uno di quei tanti posti del put descritti da Salgari) un po’ di cartoline postali in busta chiusa, dopodiché provvedevano ad apporvi gli indirizzi della gente più in della Asti bene, completandole con parole di gozzaniana circostanza (Cordiali saluti di Ferragosto,Un caro pensiero in occasione della Festa  dell’Assunta). Rispedite le cartoline debitamente compilate, ai primi di agosto le due misere cugine della nonna dello scrivano si chiudevano in casa evitando accuratamente ogni segno di vita, mentre il loro complice, da Varazze, provvedeva a far tornare le missive ad Asti, tangibile prova che (quantomeno nel giorno dedicato alle Feriae Augusti) non erano rimaste a casa.
Ecco pertanto spiegato cosa c’entra la nonna dello scrivano (senza la quale non si sarebbe potuto risalire alla vicenda ferragostana delle di lei cugine e di qui alla ardita tesi di cui al seguito) con lo Scaglionamento delle Ferie.

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Partir, convien partir…

Fuga dalle città
Fuga dalle città

Accade infatti che tra le tante (gravi) faccende che vessano il Belpaese, una di queste (importante per il settore turistico) è costituita dalla totale assenza di una regolare e pianificata distribuzione delle vacanze estive. Le ragioni? Tante (più avanti descritte), di ordine economico e sociale e ad esse se ne aggiunge una dai risvolti psicologici e di costume.
Quella, appunto, scientificamente definibile La Sindrome delle Cugine della Nonna, secondo cui tutti vogliono andar via a Ferragosto perché restare, farsi trovare a casa il 15 agosto costituisce tuttora (e si ripete, tuttora) un’onta, una vergogna, una prova di sfiga che tutti cercano fermamente di evitare.
Ecco pertanto che o vai via in ferie in quei giorni oppure devi ricorrere al citato stratagemma di Varazze. Le prove? Semplicissimo, basta guardare in tivù le decine di chilometri di code automobilistiche prima del 15 agosto – in uscita dalle grandi città – e dopo il 15 agosto – al rientro – e vedere sui giornali le foto delle grandi piazze italiane totalmente deserte a Ferragosto.
Il mancato Scaglionamento delle Ferie è oltretutto un fenomeno solo e soltanto italiano, o per meglio dire riscontra i peggiori dati nel Belpaese. Perché, ovviamente, vanno in ferie d’estate anche i francesi, gli inglesi, gli spagnoli, ma in nessun’altra città europea si vedono strade deserte, negozi chiusi, traffico azzerato come nelle città italiane.

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