Sabato 20 Aprile 2024 - Anno XXII

Ventimiglia, il “Suk” del venerdì

La cittadina ligure di frontiera, al venerdì si trasforma in un mercato delle delizie dalle dimensioni incredibili, nel quale si trova di tutto. Meta di gite da altri paesi, primo fra tutti la Francia, sta a metà tra il mercato medievale e il suk arabo

Natura non “taroccata”

Villa Hanbury, veduta del giardino (Foto:rivieradeifiori.org)
Villa Hanbury, veduta del giardino (Foto:rivieradeifiori.org)

Una cosa proprio da fare è percorrere il tratto di costa che separa la Francia da Ventimiglia: incantevole alla vista, al tatto e all’odorato; lussureggiante, impervia e poco abitata.
Uno sperone di roccia che sembra verniciato in verticale: sono i Balzi Rossi, le caverne preistoriche in cui soggiornavano gli antichissimi villeggianti della zona. Attaccati alla Francia, un italiano non può non vederli come un fiero avviso della bellezza del nostro paese. La strada costiera, ai lati della quale sorgono belle ville ottocentesche, attraversa una costa da incanto, con piccole baie su un mare piacevole. Lo pensava anche Sir Thomas Hanbury, che risiedeva in Costa Azzurra, ma che nel 1867 restò tanto affascinato da questa zona che comprò un intero promontorio, chiamato della Mortola, vi costruì la sua casa e impiantò un favoloso giardino di piante esotiche provenienti dalle più lontane regioni del mondo, che qui magicamente attecchiscono e prosperano: i Giardini Hanbury oggi sono aperti al pubblico. Il luogo è dolce, e si chiama Latte. Prima di arrivare nella nuova Ventimiglia, una deviazione in salita porta a Ventimiglia alta, con le sue case semi-decomposte, la pieve medievale, il castello e tutta la sua fatiscente eleganza. Ma torniamo al mercato.

“Simply” irresistibile

Scarpe e ciabatte per tutti i gusti
Scarpe e ciabatte per tutti i gusti

Comprano tutti, per primi ovviamente quelli dal portafoglio facile.
Ma cede anche chi davanti alle vetrine illuminate si comporta come un francescano che si trovasse a camminare nel chiostro di un monastero: occhi bassi e passo lesto. Il mercato tentatore concupirà anche costui, con un laconico sandalo o un austero saio.
Quale training autogeno serve per sfuggire all’acquisto di scarpe firmate a soli 10 euro? Sembrano stracciate, in ciò imitando alla perfezione gli originali. Cravatte di vera seta a 8 euro, guanti di pelle morbida come un guanto a 18 euro. Portarotoli di carta igienica in pizzo e l’immancabile collier magnetico (come fare senza?).
Attaccato alla cara Provenza (luogo non esoso, dove le stoffe vengon via con un mutuo) tovaglie provenzali a 5 euro, con trionfi di limoni su sfondo azzurro, uva sul verde, girasoli su arancione pallido, rigorosamente antimacchia. Maglioni all’uncinetto, che si vede bene sono fatti a mano, sebbene costino 15 euro. Un affare per chi lo acquista, forse non per chi materialmente lo ha fatto.

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Tendaggi arabi
Tendaggi arabi

Pellicce dell’uomo delle caverne, forse non proprio per quelli che abitavano ai Balzi Rossi, perché lì ci sono 27 gradi a metà novembre e alla befana già si gira in maniche di camicia. C’è anche da dire che il cavernicolo italiano si sarebbe rifiutato di indossare certi pantaloni di pelle nera e certi giacconi dal taglio inquietante.
Che sono bancarelle per stranieri, lo si capisce dai cartelli dove si dice che lì si parla francese e tedesco. Il tavolone del venditore di profumi è organizzato così: quelli falsi davanti, quelli veri un po’ defilati. Cuscini di seta con immagini di Medusa, non il molliccio animale urticante, bensì il mostro greco con i serpenti al posto dei capelli; camicie di seta con complicati ghirigori astratti. Quadretti a 15 euro, 100 DVD vergini a 8 euro. Un paio di sandali di pelo con zeppa trampolata dà da pensare: quale sarà l’occasione adatta per indossarli: la gita sullo yak tibetano o la grigliata in spiaggia di Capodanno?

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