Lunedì 29 Aprile 2024 - Anno XXII

In allestimento il primo “Museo del kitsch turistico”

Emmanuel MilingoArrivato a una certa età, un poveraccio come me si tuffa sempre più nei ricordi, fin quando – tuffo dopo tuffo – finisce con l’annegarci dentro. D’altro canto, cos’altro posso fare per dare un senso alla vita? C’è chi si arrangia chiedendosi se è meglio la messa in latino o nel dialetto che parla al Bar Sport coi  paesani suoi. Ma chi si pone cotanto quesito sbaglia, o meglio fa un discorso a metà, incompleto, perché alla fine della fiera – accade da più o meno duemila anni – l’ardua risposta finale la dà solo Ratzinger. Che è pure … Leggi tutto

Emmanuel Milingo
Emmanuel Milingo

Arrivato a una certa età, un poveraccio come me si tuffa sempre più nei ricordi, fin quando – tuffo dopo tuffo – finisce con l’annegarci dentro. D’altro canto, cos’altro posso fare per dare un senso alla vita? C’è chi si arrangia chiedendosi se è meglio la messa in latino o nel dialetto che parla al Bar Sport coi  paesani suoi. Ma chi si pone cotanto quesito sbaglia, o meglio fa un discorso a metà, incompleto, perché alla fine della fiera – accade da più o meno duemila anni – l’ardua risposta finale la dà solo Ratzinger. Che è pure arbitro e giudice unico dell’appassionante derby: meglio il modernista ancorché sbarazzino Milingo o il tradizionalista Lefebvre? Non resta che attendere la sentenza.

Milingo vs. Lefebvre: 1, X, o 2?

Marcel Lefebvre
Marcel Lefebvre

A ogni buon conto – buono o cattivo il verdetto – a Lefebvre e Milingo sarà sempre andata di lusso, perché quel che dice un papa passa subito in giudicato; avranno evitato i quattordici o più (se ne è perso il conto) gradi di giudizio; per meglio dire una “suite” di sconti e ribassi da fare invidia all’Esselunga, che la Giustizia Sportiva ha concesso a Juve, Milan & C (dopodiché se questi ultimi vogliono, c’è pure quella ordinaria alias Tar “e vai col lìssio”).
Un bel risparmio, con quel che oggidì costano gli avvocati, da far pensare che i due sullodati vescovi siano nati non solo con la camicia ma pure con la mitra già in testa. Quanto alla vicenda del “Latinorum” già dibattuta dal Manzoni nei Promessi Sposi, mi sembra ormai chiaro che trattasi (sempreché non torni di moda Lefebvre) di un barbino marchingegno esibito da Don Abbondio e dal resto dei preti per far capire un cacchio, confondere le idee ai cosiddetti fedeli,  fin quando non aprono gli occhi, dopodiché agli ignoranti gliela puoi contar su come meglio credi.
Ne consegue che (se fossi mai io a decidere, e non Ratzinger) il match finirebbe Milingo 1 – Lefebvre 0. Risultato nel quale – strano ma è così – non è stato ancora trovato lo zampino di Moggi.
Esclusi i tuffi nel passato e risolto da parte mia il busillis della lingua da usare dicendo Messa (basta ricorrere all’idioma del posto; ad esempio, invece del misterioso “ite missa est” un prete brianzolo potrebbe congedare i fedeli con un laconico “adèss ‘ndé tucc fòra di bàll”) resta soltanto il problema di “cosa fare nel resto del tempo”. Problema che ho brillantemente risolto decidendo di allestire il 1° Museo del Kitsch Turistico!

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Cosa ci sarà nel “mio” Museo Kitsch?

Palla di neve con elefanti e palme
Palla di neve con elefanti e palme

Un’idea dalla genialità, inferiore soltanto all’importanza, che definirei immensa, perché per ben cinquant’anni anni e cinquanta giri del mondo, ho pensato bene di prendere, comprare, sottrarre, mettere insieme, tenere, fregare, collezionare, portare a casa, custodire, tutte le più immonde, stupide, banali, scontate, dozzinali, volgari (di pessimo gusto, appunto Kitsch) schifezze che un viaggiatore poteva incontrare quotidianamente nei negozi, suk, aerei, bancarelle, mercatini, bordelli, crociere, alberghi, ancorché in questi ultimi l’attenzione era rivolta soprattutto a fregare asciugamani,  me ne sono rimasti ancora cinque o sei e saponcini,  ne possiedo tre scatoloni pesanti almeno quattordici chili.    
Come ogni Museo che si rispetti anche il mio avrà il suo “capolavoro”, fungente da grande richiamo. Si tratta – acquistato in un postaccio anche un filino pericoloso di Miami, non certo vicino alla villa del Versace – di una sorta di “altare di plastica con le foto in rilievo, sullo sfondo la Pietra Nera della Mecca, di Giovanni XXIII, Robert Kennedy e Martin Luther King”, abbellito da una cornice di poliestere verde pistacchio resa inebriante da schifose essenze esotiche.
Fianco alla suesposta opera d’arte, apparirà un souvenir variè di Padre Pio: pannello appendibile di legno di olivo, appiccicate ai lati due pigne per meglio far risaltare una foto del santo incorniciata in plastica dorata non senza un sottostante lumino dalla potenza di mezza candela. E non mancherà neppure (trovata a Salvador de Bahia non ricordo se durante una Macumba) una colorata statuetta di gesso dei santi Cosma e Damiao proteggenti (distesa ai loro piedi) una bionda Yemanja con la parte inferiore (trattandosi di una sirena sembra ovvio) “codata” e ricoperta da squame probabilmente sottratte a un piranha. 

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