Mercoledì 24 Aprile 2024 - Anno XXII

Acque Sacre, il pellegrinaggio alle sorgenti del Gange

Acque Sacre, il fascino della spiritualità in un paese con modelli tanto diversi dal nostro. Solo chi ha visitato l’India, può capire quanto coinvolgete questa impalpabile spiritualità.

Acque Sacre
di Stephen Alert, edizioni TEA, Tascabili degli Editori Associati
Acque Sacre di Stephen Alert, edizioni TEATascabili agg. 328, € 8,00.

“La vita di un uomo dovrebbe essere fresca come un fiume. Dovrebbe essere lo stesso canale ma una nuova acqua in ogni istante”, Henry Davis Thoreau. Parole che interpretano la filosofia e la vita della maggioranza del popolo indiano.
Il fascino della spiritualità in un paese con modelli tanto diversi dal nostro, a noi occidentali il più delle volte incuriosisce. Solo chi ha visitato l’India, può capire quanto coinvolgete sia questa impalpabile spiritualità. Per chi lì vive quella è la vita. Il libro, nel corso della lettura, trasmette queste emozioni.
La dimensione fideistica degli indù la si può cogliere e percepire pienamente nel resoconto del Char Dham Yatra, il pellegrinaggio alle sorgenti del Gange, il grande fiume sacro. Un percorso che lo stesso autore ha compiuto, come fanno ogni anno milioni di fedeli induisti, proponendo a ogni passo un pensiero o una riflessione. Raramente gli occidentali hanno avuto occasione di parteciparvi o assistervi da vicino.

Acque Sacre, il viaggio

Stephen Alter, americano, nato e cresciuto in India, è figlio di missionari statunitensi. In questo libro ripercorre e sintetizza quattro viaggi compiuti a piedi tra l’agosto 1999 e il giugno 2000, coprendo una distanza di circa seicento chilometri ad altitudini comprese tra i milleduecento e i quattromiladuecento metri. Ha percorso gli stessi sentieri dei pellegrini, molti dei quali caduti in disuso o scomparsi, e attraversato gli stessi luoghi sacri nella regione del Garhwal, rinunciando alle comodità per raggiungere una comprensione vera di quella realtà. “Sin da quando ero bambino la mitologia del Garhwal fa parte del mio immaginario, anche se non dichiarerei mai di essere indù. Mi vedo invece come un pellegrino che non segue le dottrine prescritte da una fede particolare, ma va alla ricerca dei legami sottili e misteriosi tra l’esperienza umana, le narrazioni mitologiche e la storia naturale”.
Il viaggio è durato mesi e le fatiche hanno messo a dura prova Alter. Segnato da faticose arrampicate, discese lungo i fiumi, soste sotto la pioggia, ma anche e soprattutto un viaggio spirituale. “Ho piantato la tenda vicino al Ghangaria, sulle rive di un ruscello che dal lago Hemkud si getta nella Bhyunder Ganga. Il sole è scomparso dietro le montagne che svettano sui due lati come templi di pietra viva. La notte questa tenda per me diventa come una seconda pelle, un bozzolo di nylon da cui ascolto il gorgoglio dell’acqua che scorre sopra le rocce…. Vorrei addentrarmi nei sogni…”.

(Pi.Ricc.)
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