Domenica 28 Aprile 2024 - Anno XXII

Passeggiando per il Marais parigino

Tra negozi e botteghe in un tripudio di colori, profumi e sapori. E’ il momento dei peccati di gola. Viaggio tra bancarelle e mercatini nello storico quartiere dei Templari

Bancarelle “sorteggiate” e cous-cous marocchino

Mercatino improvvisato (Foto:PTO, Amelie Dupont)
Mercatino improvvisato (Foto:PTO, Amelie Dupont)

Nel 1904 proprio qui si tenne la prima Fiera di Parigi. Ma a partire dal 1905 il Mercato del Tempio iniziò a subire la concorrenza delle “pulci” di Clignancourt e i venditori furono raggruppati in un unico padiglione costruito in ferro e vetro, sul modello delle Halles. Attualmente vi si vendono indumenti di pelle ma la Mairie sta avviando un progetto di recupero della bella struttura Liberty per insediarvi attività culturali e sportive.  
Per la storia, l’assegnazione dei 396 posti disponibili, molto richiesti e perciò mai sufficienti, avveniva con il sorteggio. Al mattino di buon’ora, i rigattieri si mettevano in fila e depositavano la medaglia di riconoscimento in un cesto: il custode poi estraeva un numero per volta, lo declamava ad alta voce e l’appendeva a un tabellone, fino ad esaurimento.
Poco prima del Marché des Enfants Rouges, provenendo da rue du Temple, al n. 47, si trova  “Chez Omar”, ristorante marocchino che val bene una sosta perché il simpatico patron serve uno dei migliori cous-cous di Parigi. Due grandi sale divise da un séparé in legno e vetro, il vecchio bancone di zinco al quale appoggiarsi per bere un bicchiere nell’attesa, grandi specchi alle pareti: è la vecchia Parigi.  
Un unico problema: Chez Omar non accetta prenotazioni telefoniche ed è sempre strapieno, quantomeno la sera. Allora bisogna fare la propria scelta: si cena presto o molto tardi o si attende pazientemente il proprio turno. Ma sarebbe un peccato non gustare il cous-cous royal, un trionfo di carni e merguez, o quello vegetariano.
Se poi chi vi accompagna non ama la cucina etnica, troverà sempre dell’ottima carne alla brace.

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Musica e libri per tutti i gusti

Un quartiere tutto da scoprire
Un quartiere tutto da scoprire

Il Terzo arrondissement, così come il Quarto – ovvero l’intero Marais – è un piccolo mondo compiuto, in grado di offrire proprio tutto quello che cercate. Sempre in rue de Bretagne, lato opposto al Marché des Enfants Rouge, una boutique di modernariato con pezzi spesso interessanti: dai bicchieri alle bottiglie ai piatti al mobiletto bar anni Quaranta. I prezzi non possono competere con quelli di un mercato delle pulci, ma una visita può rendere la giornata ancora più interessante.
Poi, per gli amanti della musica, per chi fosse a caccia di dischi particolari o delle ultimissime novità discografiche, è obbligatoria la sosta da “Daphonics”: trasferito da poco al n. 45 di rue de Franche-Comté (a due passi da rue de Bretagne) questo santuario della musica elettronica è visitato quotidianamente dalle star del suono e dagli appassionati che vi troveranno un assortimento di dischi in vinile di assoluto rispetto.
Dai dischi alla libreria. Il quartiere ne è ricco ma “Food” vale una citazione perché propone una bella e ricca scelta di libri di cucina (meglio dire sulle cucine di tutto il mondo) accanto a piccole “gourmandises”: dalle marmellate al sale grosso aromatizzato “Halen Mon”, agli sciroppi di Liegi (38, rue Charlot)
Una nota storica: le prime case di rue Charlot furono fatte costruire nel XVII secolo dal finanziere Claude Charlot, ma la via porta il suo nome solo dal 1851. Al n.28 si staglia l’Hotel de Bérancourt (datato 1628) con la sua elegante facciata concava sulla corte e ringhiere di ferro battuto.

Nel cuore del Marais

Antico portone (Foto:PTO, Amelie Dupont)
Antico portone (Foto:PTO, Amelie Dupont)

Ci stiamo così spostando poco per volta verso il pieno Marais, il quartiere ebraico e quello gay. Passando per rue de Turenne, in una piccola traversa, ecco “Chez Janou”, bistrot che offre piatti e vini del sud della Francia: carpaccio di tonno, triglie alla salsa di olive con carciofi e pomodori, magret di canard spadellato, gratin di patate dauphinois. Dentro, il bancone vecchia Parigi dove vi serviranno un “verre” per ingannare l’attesa e tavolini di legno dove si sta strizzati proprio alla parigina.
Ma l’atmosfera è allegra e conviviale. Se, però, non sopportate il fumo, sperate in un tavolo all’aperto, in quella che i francesi chiamano “terrasse”. In questo angolo nascosto, davanti a una piazzetta dominata dalle camelie, i rampicanti sulla facciata, sarete incantati. Meglio prenotare. (2, rue Roger-Verlomme, métro Chemin-Vert).
E già che siete in rue de Turenne, passate per rue Vieille du Temple, perché è, unitamente a rue des Francs-Bourgeois, la più ricca di palazzi storici di tutto il Marais. Al n. 47 l’Hotel Amelot de Bisseuil, detto degli Ambasciatori d’Olanda, costruito tra il 1650 e il 1670.

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