Venerdì 29 Marzo 2024 - Anno XXII

Atmosfere lombarde del Lodigiano

Un viaggio nella bassa Padana dimenticata che offre bellezze naturali, artistiche e una tradizione gastronomica tuttora viva. Da Zelo Buon Persico a Pizzighettone

In battello sull’Adda e (poi) al ristorante …

L'Adda
L’Adda

Per tornare ad ammirare i paesaggi della Bassa Padana non si può dimenticare il principe della pianura, il fiume Adda, oggi di nuovo navigabile per alcuni tratti su battelli e motonavi turistiche. Tra Pizzighettone, Formigara e Gombito è possibile partecipare a gite e crociere programmate.
I ritmi forsennati della metropoli da qui sono molto lontani: siamo, piuttosto, in luoghi che ricordano il Cinquecento di Leonardo da Vinci – sull’Adda il genio toscano, infatti, compie alcuni dei suoi esperimenti di macchine idrauliche – o atmosfere manzoniane. Renzo Tramaglino, nei Promessi Sposi, segue il corso del fiume per fuggire da Milano e viene trasportato da un pescatore sull’altra sponda, non osando affrontare a nuoto le difficili acque dell’Adda.
Anche la motonave Mattei racconta un pezzo di storia: solca per la prima volta le acque nel 1912, inizialmente per scopi militari e viene restaurata nel 2005 per servizi turistici. Una crociera in nave può restituire il tempo di una lenta passeggiata nel parco dell’Adda Sud: dal parco della Tenuta del Boscone sino alla città murata di Pizzighettone.

Raspadura
Raspadura

Oramai convinti della bontà del viaggio si può assaporare, infine, la tradizione del lodigiano anche a tavola, con ricette di origine contadina e piatti dai sapori forti.
Si possono degustare un po’ ovunque nei ristoranti locali e in particolare durante la rassegna gastronomica a cura della Strada del vino San Colombano e dei sapori lodigiani, che si tiene ogni anno, da ottobre a dicembre.
Il più noto simbolo della tradizione locale è la “raspadura”: nasce da una forma giovane di Grana Padano lodigiano e si ottiene tagliando con una lama sottilissima, in senso orizzontale, la forma di formaggio. Ne derivano scaglie leggerissime, tanto che si arricciano su sé stesse, molto diffuse per aperitivi e antipasti.
Caratteristici sono anche il formaggio pannerone, che è stato introdotto nel circuito dei presidi Slow Food dal 2003 per tutelarne la qualità; lo stracchino, il lardo venato, i salumi. Lo stesso Grana lodigiano potrebbe entrare a breve nella lista dei presidi.
I piatti che più si consumavano un tempo nel lodigiano erano e ancora sono a base di risotti e carni: l’ossobuco con la polenta, la salsiccia, il coniglio, i fagioli, le castagne; cibi che nelle rassegne troviamo presenti negli gnocchi o in purea da accompagnare alla carne. Viene dalla cucina contadina anche la “ssupa dei morti”, che si preparava il giorno della commemorazione dei defunti: è una minestra con fagioli con l’occhio, cotenna di maiale e costine, burro e aromi. 

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San Colombano al Lambro per il vino milanese

L'uva bianca di San Colombano al Lambro
L’uva bianca di San Colombano al Lambro

Leggenda vuole che sia stato il frate irlandese Colombano, giunto nel VI secolo nella zona dopo le invasioni barbariche, a portare nella collina che si alza sulla pianura padana tra il lodigiano e il pavese, la viticoltura. I documenti testimoniano la produzione di vino presso San Colombano al Lambro dal Trecento: che sia stata opera del frate, che venne poi dichiarato santo, o che sia frutto del lavoro dei contadini locali e delle opere di bonifica dei Visconti, la storia di questi vigneti era in ogni caso destinata a durare a lungo.
Nel 1984 il vino della regione veniva riconosciuto doc, denominazione di origine controllata. Nel Novantacinque, quando nasce la nuova provincia di Lodi, la cittadina di San Colombano al Lambro decide di rimanere entro i confini di Milano e il vino locale diventa quindi l’unico “doc” meneghino. Un vanto, per il vino di questa collina, che comprende uve storiche quali malvasia, croatina, barbera, verdea.
Questi vini sono detti “banini”, dal nome che si usa associare ai colli e si possono degustare lungo l’itinerario della Strada del vino, che attraversa Sant’Angelo Lodigiano, Miradolo, Graffignana, San Colombano al Lambro e la provincia di Lodi. L’associazione che gestisce la Strada del vino riunisce diversi produttori locali che organizzano degustazioni in cantina e partecipano alle principali rassegne gastronomiche della zona: non è difficile, quindi, avere modo di accompagnare i sapori tipici della Bassa Padana con il “loro” vino.

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