Venerdì 29 Marzo 2024 - Anno XXII

“Presepi di sabbia” a Marina di Ravenna

La spiaggia d’inverno accoglie cinque scultori europei alle prese con spatole, pennelli e colla. Il risultato? Una Betlemme fragile e maestosa, modellata solo con la sabbia

Sacra Famiglia
Sacra Famiglia

7 gennaio – L’epifania tutte le feste porta via. Quest’anno oltre alle feste ha portato via anche il primo Presepe di sabbia realizzato a Marina di Ravenna. Vere opere d’arte fatte da cinque scultori proveniernti da altrettante nazioni europee e coordinati da Carlo Capelli, scultore in sabbia di Faenza. Una interessante iniziativa organizzata dai titolari dello stabilimento balneare Bagno Obelix con il patrocinio del Comune di Ravenna e della Pro Loco di Marina di Ravenna, nell’ambito del programma manifestazioni “Mare d’inverno 2008”, e dall’Associazione Marinai d’Italia.

Ho visitato questo presepe domenica 4 gennaio dopo aver fatto una coda di 25 minuti a una temperatura di zero gradi centigradi. Però ne è valsa la pena. Una volta entrati nel tendone sulla spiaggia che protegge queste opere, la sensazione per la mestosità delle sculture è stata sorprendente.

L’Annunciazione e i Magi sobri come duemila anni fa

Un altro punto di vista delle opere in mostra a Marina di Ravenna
Un altro punto di vista delle opere in mostra a Marina di Ravenna

All’ingresso ci accoglie l’Annunciazione, episodio narrato dal Vangelo dove un angelo anticipa a Maria la sua maternità. Proseguendo si entra nel vivo della vicenda: un grande angelo comunica ai pastori la lieta novella e li invita a raggiungere Betlemme. Guardando con attenzione i tratti dell’opera si può notare che Radek, l’artista Cecoslovacco che ha eseguito il soggetto, si ispira all’arte di Michelangelo. Ne utilizza la tecnica più matura, quella del “non finito”. Poco oltre i Magi, guidati dalla cometa, stanno raggiungendo la Palestina carichi dei loro doni. Opera della scultrice spagnola Monserrat. Proseguendo si arriva all’ambientazione del presepe vero e proprio, opera dello spagnolo Sergi: un vecchio pastore offre la paglia per la mangiatoia, una donna porta i suoi doni, una vecchia, poco distante, reca un cesto di frutti. Arriviamo infine alla Sacra Famiglia, rappresentata con raffinata sobrietà dal giovane artista polacco Slava. Lo sforzo dei curatori l’iniziativa ha cercato di rappresentare un ambiente modesto, proprio di una realtà rurale come quella della Betlemme di duemila anni fa.

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Sculture effimere ma solide

L'angelo che invita i pastori a muoversi verso Betlemme
L’angelo che invita i pastori a muoversi verso Betlemme

Una domanda che ho sentito fare da diversi visitatori che mi erano vicini è “ma come fanno a star su queste opere di sabbia?”. La risposta sulla lavorazione artistica l’ha fornita Giorgia Morelli del Bagno Obelix: per ottenere una solida montagna si formano dei quadrati con tavole di legno da carpenteria. Una volta riempita, bagnata e pressata la prima cassaforma, se ne sovrappongono altre di dimensioni minori, fino a formare una specie di piramide a gradoni. Poi si tolgono i lati della cassaforma più alta e si inizia. Gli artisti si aiutano con schizzi su carta o modelli in creta, usando spatole e pennelli. Per rifinire le sculture, viene spruzzata su tutte le opere una soluzione di acqua e vinavil per mantenerle compatte.

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