Giovedì 28 Marzo 2024 - Anno XXII

Le terrecotte di Xi’an: dopo i guerrieri, ecco polli, capre e maiali

A pochi chilometri dal celebre esercito di terracotta, gli archeologi hanno trovato una seconda, sterminata raccolta di statue, messa a corredo oltre duemila anni fa di una tomba reale della dinastia Han. Non più soldati, ma contadini e animali domestici

Polli e galline
Polli e galline

Contadini invece che soldati. Vanghe invece che spade. Carretti trainati da pacifici buoi invece che carri da guerra. E intorno, a fare da scudieri, migliaia di anti-eroi da cortile di campagna: vedi oche, galline maiali. Chi già conosce la famosa “armata di terracotta”, simbolo dell’archeologia cinese, stenta a credere di trovarsi nello stesso Paese. Eppure fra Lintong, dove fu scoperto il primo esercito di statue, e Zhang Jiawan, dove è stato dissotterrato questo, corrono solo cinquantacinque chilometri: entrambe le località sono poco fuori Xi’an, antica capitale della Cina.

I soldati di terracotta, celebri nel mondo

I celebri soldati riportati alla luce negli anni '70
I celebri soldati riportati alla luce negli anni ’70

L’armata di terracotta numero uno non ha bisogno di presentazioni: trovata nel 1974, è diventata una superstar del turismo internazionale ancor prima della fine degli scavi. Oggi è tornata alla luce solo per due terzi, ma intorno le hanno costruito un grande museo, meta fissa dei tour organizzati. E alcuni suoi pezzi sono stati mandati in giro per il mondo (ultima, recente tappa: Torino) come ambasciatori della cultura cinese. Invece l’ “armata” numero due, quella dei buoi e dei polli, la conoscono pochi, anche se è oggetto di studi dal 1993 e aperta al pubblico dal 1999.

Eppure, per chi va a Xi’an per vedere la prima armata, è altamente consigliabile fare una deviazione per visitare anche la seconda: la tranquilla atmosfera campagnola delle sue statue servirà a correggere l’immagine della Cina antica, imponente ma truce, che si ricava a Lintong. A Zhang Jiawan si arriva in fretta: si esce di città verso ovest, si attraversa in auto per una mezzoretta una pianura ondulata, bagnata da ben otto fiumi e coltivata a roseti e campi di colza; poi ci si ferma in una spianata stepposa, tutta traforata dagli scavi degli archeologi.

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Attorno al re Liu Qi, dignitari, contadini e animali

Alla corte di Liu Qi
Alla corte di Liu Qi

Lì, nell’hinterland dell’antica capitale, due millenni fa una dinastia di imperatori decise di realizzare la sua necropoli, che sta a Xi’an come in Egitto la Valle dei Re sta a Luxor. La dinastia si chiamava Han e fu una delle più durature del mondo: infatti regnò per quattro secoli, dal 206 a.C. al 220 d.C., con una trentina di sovrani, undici dei quali sono sepolti appunto a Zhang Jiawan. L’ “armata delle galline” è opera del sesto della serie, Liu Qi, che fu al potere nel 157-141 a.C., cioè ai tempi della terza guerra punica, quando Roma distrusse Cartagine.

Vent’anni fa, prima degli scavi, gli unici segni visibili della “Valle dei Re” erano due collinette a tumulo, simili a piramidi senza punta, che rivelavano l’esistenza di tombe ipogee. Ma bastò mettere mano ai badili per scoprire una delle più vaste aree archeologiche di tutta la Cina: oltre alle tombe degli undici imperatori, ne sono state trovate finora altre settantasei, evidentemente di parenti e dignitari, sparse su un’area di dieci chilometri quadrati. Ma la scoperta più importante è stata appunto la collezione di statue di terracotta che circondava il sepolcro di Liu Qi.

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