Domenica 28 Aprile 2024 - Anno XXII

Pedalate nel deserto

All’insegna dello sport che unisce, a tutte le latitudini, ecco che il Sultanato dell’Oman, sulle rive del Mare Arabico, organizza il proprio Tour con la partecipazione di ciclisti europei e con la presenza “faro” di Eddy Merckx

Pedalate nel deserto

Le potenti biciclette da corsa si stagliano contro le rocce aguzze e rosse di minerali che arrivano fino a 3000 metri di altitudine. Siamo a Jabal Akhdhar, una delle tappe del “Tour of Oman” creato nel 2010 dalla Amaury Sport Organisation per professionisti del ciclismo.

Il Giro dell’Oman si è svolto dal 14 al 19 febbraio nella sua seconda edizione e ha visto la vittoria dell’olandese Robert Gesink, mentre al terzo posto si è inserito nell’albo d’oro della corsa l’italiano Giovanni Visconti.

Questa corsa a tappe di ciclismo su strada che si disputa in Oman è stata inserita nel calendario del circuito UCI Asia Tour, cat. 2.1. Nel Tour appena conclusosi hanno partecipato sedici corridori che avevano gareggiato anche al Tour de France. Le distanze delle sei tappe sono state di circa 150 chilometri l’una.

Il “Cannibale” d’Oman

Eddy Merckx
Eddy Merckx

L’organizzazione è stata affidata dalla Municipalità di Muscat a Eddy Merckx che è stato come i nostri Coppi e Bartali, un vero mito nella storia del ciclismo: cinque volte vincitore del giro di Francia, altre cinque del giro d’Italia, una volta in Spagna per un totale di undici grandi vittorie, senza contare le numerosissime classiche europee. Merckx, definito “Il Cannibale” per il suo insaziabile appetito di vittorie, è risultato il personaggio di maggior spicco della manifestazione sportiva.

Il sultano Bin Hamdoon Al Harthy, Capo della Municipalità della capitale Muscat, entusiasta del successo, ha consegnato i premi dall’alto del podio che domina la spettacolare vista del mare di Oman e ha augurato alle autorità locali e ai numerosi partecipanti, un brillante futuro per questa importante iniziativa sportiva internazionale. (04/03/2011)

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Pedalate nel deserto

La magia dei panorami omaniti. Foto di Giovanna Dal Magro

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