Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

Al mare… di corsa

Dall’Emilia alla Liguria passando per il raccordo che scavalla la Cisa. Due ruote di felicità a bordo della giapponese Fazer 8, Yamaha di 800 di cilindrata. Una moto maneggevole con i suoi 106 cavalli da far scorazzare. Per provarla su strada a pieno regime meglio programmare un week end sulle autostrade tedesche dove il piacere di aprire tutto il gas è concesso… a chi ci riesce

Una pantera al guinzaglio

Al mare... di corsa

In ogni caso il nostro lamento riguarda proprio il fatto che, su una strada che “potrebbe” essere divertente con i suoi curvoni veloci, quando la Yamaha inizia a prendere il ritmo giusto curva dopo curva, piega dopo piega, ecco ci tocca rallentare rapidamente per non stamparci sul retro di un TIR che è riuscito a imboccare prima di noi la monocorsia a disposizione dei mezzi che percorrono l’autostrada, e costringere questa belvetta a “camminare” a 60 all’ora dietro a un gasteropode in forma di autoarticolato: sembra proprio di tenere al guinzaglio una pantera.

Nei tratti poi dove si possono lasciare liberi i suoi 106 cavalli di scorrazzare tra una curva e l’altra, si sente che la moto è contenta. E voi pure.

Tra l’altro c’è anche da stare attenti perché la Fazer 8 è una moto estremamente maneggevole, dall’ottima tenuta di strada: per farle fare una curva è sufficiente guardare in direzione di dove si vuole andare e la moto vi ci porta. Questa facilità di guida, unita al fatto che è anche estremamente sensibile al gas e ci vuole un niente per arrivare attorno ai 10000 giri, richiede molta concentrazione sulla guida e sulle proprie capacità di governare la moto in caso di manovra di emergenza: cosa molto comune su questa autostrada, dove capita spesso di trovarsi di colpo nel bel mezzo di una curva cieca, con il retro di un camion che – nonostante i divieti – si è messo a superare un suo simile a un’andatura da tartaruga.

Un occhio al paesaggio

Al mare... di corsa

Senza mettere da parte la sicurezza proseguiamo sulla strada verso il mare; dopo aver superato Pontremoli ormai i cantieri sono pressoché terminati (certo, ormai anche il pezzo più bello è finito!). Vediamo sfilare Villafranca, Aulla, Santo Stefano Magra e, finalmente, arriviamo a La Spezia. La strada prosegue scivolando tra le curve della strada che attraversa o supera Marola, Mezzano. Le Grazie, certo assai meno veloci ma ugualmente affascinanti per il paesaggio circostante: qui non varrebbe nemmeno la pena di correre, ma di guidare in modo rilassato con almeno mezzo occhio dedicato a cogliere il Golfo di La Spezia che sfila alla nostra sinistra. Curva dopo curva, rallentando di tanto in tanto per aver raggiunto il piccolo autobus che fa servizio tra il capoluogo e Portovenere: in questo caso vi suggeriamo di non tentare il sorpasso a pulmino fermo, un’auto in corsa nel senso opposto può sempre arrivare inaspettata. Considerando gli spazi esigui lasciati dalla carreggiata, se dovessimo trovarci a metà del sorpasso potremmo passare qualche frazione di secondo a sudare copiosamente…

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Nella luce del Levante Ligure

Al mare... di corsa

Finalmente siamo sull’ultima altura che sovrasta Portovenere, ormai si può dire che siamo arrivati: ancora un paio di chilometri o poco più e il piccolo borgo, che qualcuno vorrebbe far rivaleggiare con la più celebre e vippettara Portofino, spalanca le sue braccia per accoglierci. Noi, a Portovenere, ci siamo arrivati alle nove del mattino, questo perché sapevamo che dopo le dieci è proibito l’accesso in moto alla banchina del piccolo porto. Il desiderio era quello di fotografare la Fazer con lo sfondo delle case dalla tipica cromia del levante ligure, icona di questa terra magnifica, rubata con unghie e denti alla montagna.

Bisogna dire che, scendendo dalla moto e togliendoci il casco, resta nelle orecchie un costante ronzio che non ci fa dimenticare i chilometri percorsi con l’urlo del quattro cilindri a fare da colonna sonora di questo viaggio al mare. E poi, con il sole splendido che abbiamo incontrato in questo borgo, vogliamo vedere chi cercherà di smentirci quando affermeremo che, se il sole non c’è dove ci troviamo, con un giro su questa due ruote la Yamaha saprà tirarcelo fuori per dedicarcelo!

Un’ultima nota di merito a questa moto bisogna comunque farla: dopo averne decantato maneggevolezza e governabilità è nostro dovere sottolineare un dettaglio non insignificante in questi tempi economici di vacche magre: la Fazer è una moto estremamente parsimoniosa, andando a medie (più o meno) rigorosamente da codice siamo anche arrivati a consumi attorno ai 17, 18 chilometri con un litro, ma anche andando con più brio non siamo mai scesi sotto i 14, 15. E poi non dite che questa Yamaha non vi tira fuori il sole anche dal portafoglio! (07/04/2011)

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