Venerdì 17 Maggio 2024 - Anno XXII

Diario di un senza fissa dimora

Diario di un senza fissa dimora di Marc Augé, Raffaello Cortina Editore, pagine 132, Euro 9,50. ” width=”164″ height=”270″>Diario di un senza fissa dimora di Marc Augé, Raffaello Cortina Editore, pagine 132, Euro 9,50. Sono sceso in garage. La vecchia Mercedes fa ancora la sua bella figura, nonostante i diciotto anni suonati. Mi sono sdraiato dietro. Un po’ duro, ma lo spazio non manca: sono riuscito a stendere le gambe quasi del tutto. Dopo di che, sono tornato in casa a frugare nella montagna di biancheria che intasa l’ingresso: ne ho cavato un cuscino e due coperte, che ho sistemato … Leggi tutto

Diario di un senza fissa dimoraDiario di un senza fissa dimora
di Marc Augé, Raffaello Cortina Editore, pagine 132, Euro 9,50.
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Diario di un senza fissa dimora
di Marc Augé, Raffaello Cortina Editore, pagine 132, Euro 9,50.

Sono sceso in garage. La vecchia Mercedes fa ancora la sua bella figura, nonostante i diciotto anni suonati. Mi sono sdraiato dietro. Un po’ duro, ma lo spazio non manca: sono riuscito a stendere le gambe quasi del tutto. Dopo di che, sono tornato in casa a frugare nella montagna di biancheria che intasa l’ingresso: ne ho cavato un cuscino e due coperte, che ho sistemato in macchina. Sprofondato nel divano, mi concedo l’ultima serata davanti alla televisione. Verso mezzanotte scendo di nuovo in garage. A quell?ora è difficile che incontri qualcuno. Dormirò in macchina, per allenarmi.

Il libro di Marc Augé segnala i nuovi disagi della nostra società. Negli ultimi anni è comparsa una nuova categoria di persone: hanno un lavoro, ma non guadagnano abbastanza per pagare un affitto e dunque sono spinte per strada. Vivono dove possono, vagano da un luogo all’altro, qualcuno magari decide di dormire in automobile, sia pure una Mercedes.

Il grande etnologo Marc Augé, che rivela qui anche un brillante talento letterario, immagina la vita di uno di questi vagabondi di lusso e descrive in forma di diario i drammatici effetti indotti dalla perdita di punti fermi nello spazio e nel tempo.

La situazione dei “senza fissa dimora” non mette a rischio solo la psicologia ma anche il senso della relazione, dell’identità e dell’essere. Il nostro eroe guarda dentro di sé e scopre la follia del mondo. Inventando un genere, l’etnofiction, l’autore utilizza la forma del racconto per illuminare una realtà sociale: il suo protagonista, un amabile funzionario di medio livello, potrebbe non essere diverso da tanti di noi…

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