Venerdì 3 Maggio 2024 - Anno XXII

Maldive. Viaggio al “Nika” del Doge Giampiero

Un Vigevanese-Veneziano alle Maldive, tra i primi italici colonizzatori delle mitiche isole dell’Oceano Indiano. Tra i cento e più resort internazionali oggi presenti, solo al Nika si respira aria di casa nostra

Dalla Laguna agli Atolli

Giampiero Bellazzi
Giampiero Bellazzi

E all’articolo dedicatogli, titolato (scimmiottando il divertentissimo Due milanesi alle piramidi) Un vigevanese alle Maldive (e se necessario un sottotitolo niente di meglio che Dalla Lomellina all’oceano Indiano, scopiazzando pure De Amicis).

A onor del vero il mio racconto costituì prevalentemente una biografia del Giampiero piuttosto che una turistica descrizione del Nika, per due motivi: in primo luogo dovetti dedicare molto spazio a chiarire che il nostro era si nato a Vigevano, ma un bel giorno, folgorato sulla Via di Venezia (richiamato alla Naja era divenuto aviere nell’aeroporto militare del Lido) si innamorò perdutamente (accade a tutti i neofiti con entusiasmi superiori a chi già appartiene a una fede o a una causa) della Serenissima, fino a sentirsi più venexian di un veneziano doc nato nel Sestiere di Cannaregio. In secondo luogo non potevo dilungarmi in una esauriente descrizione del Nika, sia per le suesposte necessità di precisare le doppie origini lombardo-venete del mio amico, sia per il semplice motivo che al Nika non v’ero mai stato, quindi non lo conoscevo. E a tale proposito colgo l’occasione per confessare che sorrido al pensiero di quei poveretti che si fidano di foto e descrizioni di un albergo e decidono di conseguenza: due paroline messe lì bene, senza nemmeno dover essere grandi copywriters, e una foto ben tagliata eppoi convenientemente ritoccata, et voilà: si prenota entusiasti un albergo salvo poi arrivarvi e scoprire che è un cesso.

 

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L’isola del Fico col vessillo di San Marco

Il vessillo veneziano
Il vessillo veneziano

Ma alla fine è prevalsa la gentile insistenza del Giampiero, anche perché “Ci sono Maldive e Maldive” assicura lui in una piacevole ed elegante monografia di presentazione del Nika (alla quale rinvio per maggiori info, se no c’è il sito). Parola che nonostante l’apparenza non ha nulla a che vedere con la greco antica Vittoria (Nike, da non confondere con le omonime, costose scarp de tenis) trattandosi bensì, in lingua locale, del divehi, gigantesco Ficus Bengalensis che domina l’isola oltre a darle il nome (mentre simbolo-logo del resort è il Venus Comb, Pettine di Venere, Murex Pecten spinosa conchiglia gasteropode predatore dalla inquietante bellezza). Eccomi dunque alla corte di Giampiero. E aggiungo poi, last but not least, che al piacere di non essere più “l’unico italiano che non è mai stato alle Maldive” (status socioeconomico che mi poneva ben più al disotto degli sfigati paria dell’India) ho pure aggiunto la piacevole esperienza di vivere in un lontano seppur minuscolo lembo della da me adorata Venezia. Al Nika un bar si chiama “da Bepi”, in un altro si servono gli Spritz come in un Bacaro. E sull’imbarcadero garrisce il glorioso vessillo del Leon de San Marco, ammainato in sua presenza con austera cerimonia quando Giampiero si appresta ad assentarsi dal Nika. (09/05/2013)

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