Lunedì 29 Aprile 2024 - Anno XXII

Il commercio elettronico sempre più “mobile”

Gli ultimi dati sugli acquisti on line mostrano una crescita macroscopica delle transazioni su smartphone e tablet. L’Italia si conferma come un mercato ‘sui generis’ rispetto all’Europa. Turismo, assicurazioni, abbigliamento i mercati principali

Il commercio elettronico sempre più "mobile"

 

Il commercio elettronico in Italia vale circa il 3 per cento delle vendite al dettaglio: una quota piccola, ma sempre in crescita, con trend evolutivi che non conoscono crisi. La ventata di ottimismo viene dall’ultima ricerca a cura dell’Osservatorio ecommerce business to consumer di Netcomm e della School of Management del Politecnico di Milano. Il rapporto, quest’anno alla sua dodicesima edizione, è stato presentato ieri in una gremita aula universitaria della Bovisa. Il mercato degli acquisti on line vale, nel 2013, qualcosa come 11,3 miliardi di euro ed è cresciuto del 18 per cento rispetto all’anno prima. Numeri che farebbero sognare molti altri settori, di questi tempi, ma che quasi appaiono timidi rispetto all’incremento attestato sul mobile commerce. Le vendite tramite smartphone sono giunte a un volume di 510 milioni di euro. Percentuale di crescita: 255 per cento. Alessandro Perego, responsabile scientifico dell’Osservatorio, spiega che “gli acquisti tramite smartphone hanno rappresentato da soli oltre il 20 per cento della crescita annua dell’intero ecommerce”. A questo dato “va aggiunto il miliardo di euro transato via tablet” e, dulcis in fundo, un miglioramento dell’integrazione tra canali on line e off line, integrando le operazioni possibili sul web con quelle sul punto vendita.

Italia? Un po’ indietro e un po’ avanti

Alessandro Perego, responsabile scientifico dell'Osservatorio ecommerce
Alessandro Perego, responsabile scientifico dell’Osservatorio ecommerce

Non sono tutte rose, comunque e le osservazioni di analisti e operatori danno dell’Italia un quadro sui generis rispetto ad altri paesi. La tendenza è quella dei mercati quasi saturi per turismo e assicurazioni, che crescono, ma sotto la media, visto il grande sviluppo che hanno conosciuto negli anni scorsi. Il turismo, da solo, vale il 43 per cento dell’e-commerce e mantiene la quota di mercato più importante. Si tratta, però, al 70 per cento, di “biglietteria”: si vendono poco i soggiorni in hotel e in misura comunque minore i pacchetti di viaggio. “In Italia sul web si comprano soprattutto i servizi e meno i prodotti”, osserva Perego, “mentre all’estero il rapporto è rovesciato”. Il dato fa pensare dunque a un mercato ancora agli esordi: non è un caso se aumentano gli acquisti di alimentari, ma da parte di acquirenti stranieri, innamorati della gastronomia Made in Italy. Un segnale di evoluzione è dato dall’abbigliamento, in crescita del 30 per cento e, come ricordano anche gli operatori sul mercato, proprio dal mobile. Per Federico Zambelli Hosmer, Head of business development di PayPal Italia, “gli italiani sono molto ricettivi e aperti alle possibilità offerte dal mobile commerce”.

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Il confronto con l’estero

Il polo logistico di Amazon in Italia a Castel San Giovanni, Piacenza
Il polo logistico di Amazon in Italia a Castel San Giovanni, Piacenza

Le lacune da colmare restano molte, se è vero che il tasso di penetrazione del commercio elettronico sul totale degli acquisti dei consumatori è molto più basso in Italia rispetto ai mercati internazionali. Il nostro 3 per cento impallidisce di fronte al 14 per cento del Regno Unito, ma è poco anche rispetto a Germania, 8 per cento, Usa, 10 per cento, Francia, 6 per cento. Gli esperti traducono così: ci sono ampi margini di miglioramento, per esempio nel ramo della grande distribuzione alimentare o in quella degli arredi: in Italia è di recente partita l’attività di Ikea sull’e-commerce, con uno sviluppo dichiarato molto promettente. Gli operatori lavorano per migliorare la “customer experience”, l’esperienza del consumatore durante l’acquisto, soprattutto sul processo di pagamento e in tutto quello che riguarda i dispositivi mobili. Da non dimenticare quello che in gergo è stato soprannominato “l’ultimo miglio”: la logistica. Amazon.it dà l’esempio. Il 18 ottobre scorso ha lanciato un servizio di consegna rapida: con ordine entro le 17 del giorno prima, il pacco arriva tra le 8 e le 12 del mattino. (15/11/2013)

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