Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

Viaggio nel Sud-Est Asiatico, sull’Isola di Koh Samui

Una vita dedicata alla scoperta, alla curiosità, ai viaggi. In queste parole è racchiuso il messaggio di Laura Celotto contenuto in “Turista per professione”. Nel raccontare i suoi ventitré anni e i tanti ruoli svolti nel mondo del turismo professionale, ci porta a conoscere luoghi, situazioni, personaggi. Qui siamo in Thailandia, su un’isola protesa nel mare della Cina

Navetta all'aeroporto di Koh Samui
Navetta all’aeroporto di Koh Samui

Il mio primo soggiorno in Thailandia, nel luglio del 1994, ebbe inizio con la deliziosa isola di Koh Samui, a Sud-Est del Paese: protesa nel mare della Cina, dispone di un entroterra di foreste pluviali e di una rigogliosa vegetazione. Appena vi giunsi, l’impressione immediata fu quella di trovarmi nel bel mezzo della giungla: vi era una pista di atterraggio degli aerei a vista, di soli 5 Km di lunghezza, e l’aeroporto, immerso in un giardino tropicale, era costituito da due strutture a forma di capanna, una per gli arrivi e l’altra per le partenze!

Si trattava di un aeroporto di gestione privata, come del resto anche l’unica compagnia aerea che vi giungeva: la Bangkok Airways, che, grazie ai suoi veivoli Atr 72 da 50 passeggeri, collegava l’isola alla capitale con cinque voli giornalieri da 50 minuti di tragitto. Il mio compito era di seguire le prenotazioni e i trasferimenti dei clienti, effettuare, in base ai telex ricevuti, il controllo dei contratti con gli hotel, gestire le eventuali estensioni di soggiorno, stipulare in alcuni casi nuovi contratti, prenotare le escursioni sia dei clienti che ne avevano fatto richiesta in Italia, sia di quanti decidevano in loco di aggiungere ai propri pacchetti ulteriori visite.

Inoltre, svolgevo anche la funzione di controllo della qualità dei servizi generali offerti dall’operatore da me rappresentato tramite il corrispondente locale, Turismo Thai: quest’ultimo era un ottimo referente presente sul territorio, tanto che a esso si appoggiavano svariati rappresentanti dei vari tour operator d’Europa, e disponeva di uffici propri a Koh Samui, Phuket e Bangkok.

Già, Bangkok: la grande testa della Thailandia, con i suoi 13.000.000 di abitanti, il traffico infernale, i tassi di umidità elevatissimi e il dinamismo sfrenato… la prima volta che ci andai fu una notte, di passaggio. E da subito mi sembro’ una citta’ molto caotica. Il traffico dall’aeroporto per raggiungere il centro cittadino era di qualche ora in auto, nonostante non ci fossero da percorrere che 30 Km. Ricordo che chiesi a Enrico Aglietta, il responsabile, se per spostarsi usava l’elicottero: mi sorrise. Non sapevo che qualche mese più tardi sarebbe toccata a me quest’esperienza!

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Turista per professione
di Laura Celotto, EEE, pagine 176, Euro 13,00. Versione e-book, euro 4,99.
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di Laura Celotto, EEE, pagine 176, Euro 13,00. Versione e-book, euro 4,99.

Insomma, appena vi giunsi mi chiesi come fosse possibile vivere in un simile contesto, che definire frenetico è poco; poi ebbi modo di capire che gli abitanti autoctoni ci riescono senza problemi grazie al loro profondo equilibrio interiore, tipicamente orientale: la teoria del mai pen rai, “non ti preoccupare”, e il caratteristico sabai sabai, “il benessere psicofisico”, consentono loro di affrontare con serenità le circostanze più stressanti. Inoltre, essi hanno una certa capacita’ di distacco, che permette loro di isolarsi dalle situazioni o le persone che non gradiscono; in particolare, non hanno alcuna empatia con gli stranieri, che considerano venali usurpatori e, quindi, tengono a una certa distanza, anche quando vivono e lavorano a stretto contatto con loro.

Al di la’ del caos, comunque, Bangkok e’ una citta’ di inestimabile pregio; ove sono presenti numerosi templi buddhisti di grande valore culturale (i più importanti sono il Wat Phra Kaew, il “tempio del Buddha di Smeraldo”, il Wat Pho, sede di una delle più importanti scuole di massaggio e della più grande collezione in Thailandia di immagini sacre, e il Wat Arun, detto “tempio dell’alba”, per gli incantevoli effetti cromatici), il Grande Palazzo Reale, fastoso complesso di splendidi edifici, varie università, l’Accademia di Belle Arti, il Museo e il Teatro Nazionali, numerosi mercati, tra cui il più caratteristico e’ senz’altro il Taling Chan, mercato galleggiante sul canale Chak Phra.

Bangkok e’ davvero una citta’ dalle mille sfaccettature: un cuore profondamente tradizionale e uno stile di vita da consumata metropoli occidentale. Una curiosità’ Bangkok e’ la citta’ che detiene il nome cerimoniale più lungo del mondo; nella traduzione italiana suona come: “La citta’ degli angeli, la grande citta’, la citta’ della gioia eterna, la citta’ impenetrabile del dio Indra, la magnifica capitale del mondo dotata di gemme preziose, la citta’ felice, che abbonda nel colossale Palazzo Reale, il quale e’ simile alla casa divina dove regnano gli dei reincarnati, una citta’ benedetta da Indra e costruita per Vishnukam”!

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Ricordo che l’operatore per cui lavoravo, in fase di colloquio, si era assicurato che parlassi bene l’inglese, ma… paradossalmente erano gli operatori locali a non capirlo! Perfino il semplice alfabeto era diverso rispetto a quello che si usa in Occidente, al che non mi era possibile neppure fare lo spelling! Utilizzavano, infatti, l’alfabeto dell’aviazione statunitense appreso sul libretto della Thai Airways, per cui computavano: A = able, B = baker, C = charlie ecc. Cosi’ avevo dovuto memorizzare l’alfabeto secondo i loro parametri… già, ero io l’ospite nel paese ed era mio compito adattarmi!

Di quel periodo, ricordo con piacere Andrea Allemagna, direttore di Turismo Thai a Koh Samui, corrispondente locale presso il quale era sito il mio ufficio di Kuoni sull’isola; una persona molto equilibrata, che aveva fatto una precisa scelta di vita: si era sposato con una ragazza thailandese che insegnava italiano negli hotel e viveva con lei e il loro bimbo di due anni in una casetta immersa nella vegetazione in riva al mare, nella baia di Bophut, a Nord dell’isola… altro che vivere in Occidente! Ora Andrea vive in Cambogia, dove gestisce il suo tour operator. Anche il suo assistente, Luca, di origine svizzera, era un ragazzo molto gradevole; si trovava in Thailandia perché spronato dai suoi genitori, che da anni trascorrevano le vacanze a Koh Samui, a cercare lavoro in quel paradiso. A distanza di sette mesi, Luca era riuscito a trovare la casa che avrebbe soddisfatto le loro aspettative, e cosi’ nel settembre del 1994 si erano ritrovati finalmente insieme nell’isola.

Insomma, la presenza di queste simpatiche compagnie e la bellezza naturale del luogo contribuivano a rendere quest’esperienza cosi’ piacevole. I primi tempi, non avendo molti ospiti di cui occuparmi, trascorrevo gran parte del tempo a tradurre da altre lingue il materiale che reperivo di giorno in giorno, oltre che ad esplorare, studiare e fotografare ogni punto più nascosto dell’isola. Di solito, conducevo queste mie spedizioni con la motoretta ma, visto che disponeva della trazione anteriore, era facile, frenando sulla ghiaia, perdere l’equilibrio e cadere rovinosamente a terra. Ricordo ancora la prima volta che accolsi i turisti in aeroporto con il braccio insanguinato; mi chiesero un po’ preoccupati: «perdoni la nostra curiosità, ma quest’isola e’ pericolosa?». Al che io risposi: «l’isola no, ma la moto si?!».

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