Lunedì 6 Maggio 2024 - Anno XXII

Questa è guerra, fotografie dai conflitti del Novecento

Dal 28 febbraio 2015 sarà in esposizione al Palazzo Monte di Pietà di Padova la mostra fotografica “Questa è guerra!”. Un percorso tra i ricordi dolorosi dei conflitti bellici degli ultimi 100 anni

Gabriele Basilico, Beirut 1991
Gabriele Basilico, Beirut 1991

“Questa è guerra!” è il titolo della prossima mostra fotografica che apre a Padova, a palazzo del Monte di Pietà, dal 28 febbraio. Lo sguardo sulla tragedia dei conflitti internazionali degli ultimi cento anni, dalle due guerre mondiali sino alle più drammatiche vicende dei giorni nostri, è il tema scelto da Walter Guadagnini, curatore, per presentare una raccolta di 120 immagini d’autore. I primi scatti sono dei reporter più noti, come Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, Jones Griffith. Gli eventi sono quelli, oramai sui libri di storia, della Grande Guerra, la guerra civile spagnola, il secondo conflitto mondiale. Mano a mano che l’obiettivo si avvicina ai tempi recenti, cambiano i contesti dei conflitti – si va in ex-Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, ma anche Congo, Libia, Palestina, Sudan – e mutano anche lo stile e il modo di fotografare.

Professionisti e cittadini reporter

Unknown Photographer, The italian Magnis Freedom Fighters, 1944 Silver, ©Daniel Blau Munich/ London
Unknown Photographer, The italian Magnis Freedom Fighters, 1944 Silver, ©Daniel Blau Munich/ London

Le immagini dei fotografi di professione si affiancano alle testimonianze realizzate da cittadini comuni. Sembrano lontani i tempi delle prime macchine Kodak e degli scatti, venti dei quali presenti in mostra, della principessa Anna Maria Borghese, membro della Croce Rossa e testimone diretto della vita al fronte durante la Grande Guerra. Se, oggi, documentare un evento è possibile anche solo grazie a uno smartphone, sembreranno ancora più  interessanti le opere di fotografi che coniugano rappresentazione del reale e ricerca estetica, come Gabriele Basilico, Richard Mosse. Sono passati diversi anni dai dibatti sulle foto “vere” o ricostruite di Robert Capa e, per molti autori, lo sguardo dell’obiettivo sfuma i confini tra reportage di cronaca e opera d’arte. Due sono i modi possibili per intendere la mostra padovana: ripercorrere la storia delle atrocità della guerra e riflettere sul ruolo del linguaggio fotografico. C’è tempo fino al 31 maggio 2015.

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Info: http://www.fondazionecariparo.net/blog/2015/01/27/8847/

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