Giovedì 18 Aprile 2024 - Anno XXII

Monza: colpo di fulmine per la bella Teodolinda

Riapre al pubblico la Cappella degli Zavattari del Duomo di Monza. I ponteggi, ancora presenti dal recente restauro, danno la possibilità ai visitatori di vedere da vicino le storie della grande sovrana Teodolinda

Uno degli affreschi presenti nella Cappella di Teodolinda
Uno degli affreschi presenti nella Cappella di Teodolinda

La Cappella degli Zavattari è stata soprannominata la Cappella Sistina del nord. Comunque sia, è davvero un gioiello. Affrescata nel Quattrocento dai Fratelli Zavattari con le storie della Regina Teodolinda, fondatrice della città di Monza, dopo i restauri ha riconquistato la sua originaria luminosità. Ci sono ancora i ponteggi, che danno la possibilità al visitatore che si prenoti (e che riesca a trovare posto, perché la visita è gettonatissima) di guardare da vicino le storie della grande sovrana. Singolare è che in una chiesa (in specifico il Duomo di Monza, intitolato a San Giovanni Battista, patrono della città) sia stato deciso di dipingere un ciclo pittorico non di argomento religioso, che in più ha per protagonista una donna (che fu dichiarata beata, ma non divenne mai santa, pare per certe strane circostanze legate alla morte del marito).

Sui ponteggi per vedere da vicino
La vista dai ponteggi della Cappella di Teodolinda
La vista dai ponteggi della Cappella di Teodolinda

Purtroppo, per motivi di sicurezza, si sale sui ponteggi in una quindicina alla volta e bisogna prenotarsi (chiamando il numero 039.32.63.83). È un’esperienza unica poter guardare da vicino il capolavoro gotico degli Zavattari, ma non c’è un buco fino a fine marzo. Per maggio saranno tolti i ponteggi e tutti potranno ammirare – dal basso – l’opera che Franceschino Zavattari, insieme ai figli Giovanni, Gregorio e Ambrogio, realizzò tra il 1441 e il 1446. C’è voluto un anno in più, dal 2009 al 2015, per restituirle la sua originaria bellezza. Il restauro operato dal team di Anna Lucchini è davvero spettacolare e ha risolto i problemi creati dalla scelta, da parte degli artisti, di una pittura a secco non particolarmente resistente e dai fallimentari restauri settecenteschi.

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Teodolinda: quadri di straordinaria luminosità
Duomo di Monza
Duomo di Monza

Ora le 45 scene della vita di Teodolinda, animate da 800 personaggi, hanno di nuovo la luminosità che questo capolavoro del gotico internazionale vantava in origine. Le fonti storiche alla base delle storie sono Paolo Diacono, autore della Historia Langobardorum, e Bonincotro Morigia, autore del Chronicon Modoetiense. 28 delle scene riguardano i due matrimoni di Tedolinda, con Autari e Agilulfo, e pare fossero un omaggio a Bianca Maria Visconti, andata in sposa proprio nel 1441 a Francesco Sforza. Poi – fatto appunto strano in una chiesa – abbondano le scene di vita di corte, con balli, banchetti e battute di caccia. Impareggiabili gli abiti e le suppellettili, che forniscono un’immagine della vita di corte della Milano quattrocentesca.

Il più celebre dei gioielli. Il ciclo pittorico circonda con un abbraccio il più celebre dei gioielli che la storia ricordi: la Corona Ferrea, che incoronò Carlo Magno, Carlo V, Napoleone e tutti i Re d’Italia, compreso Umberto I, che a Monza trovò la morte per mano dell’anarchico Gaetano Bresci. La cappella degli Zavattari era bella anche prima del restauro, ma ora, splendida com’è dopo la cura di ringiovanimento, merita senz’altro una visita. Non aspettate di passare da Monza per caso: andateci apposta e ammirate da vicino, se riuscite a prenotare entro aprile, o da lontano, da maggio in avanti, questo prezioso esempio dell’anima delicata e artistica dell’operosa Brianza.

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