Sabato 20 Aprile 2024 - Anno XXII

L’arte sacra di Padova nel Museo San Gregorio Barbarigo

Il Museo Diocesano d’Arte Sacra San Gregorio Barbarigo fu istituito a Padova nel 1973. Solo nel 2000 però, si è reso possibile il recupero di alcuni ambienti del Palazzo Vescovile e il loro riutilizzo come sede espositiva rendendoli accessibili al pubblico

Museo Diocesano San Gregorio Barbarigo di Padova
Museo Diocesano San Gregorio Barbarigo di Padova

Nel 1973 viene istituito, a Padova, il Museo Diocesano d’Arte Sacra San Gregorio Barbarigo, con il compito della conservazione e valorizzazione culturale delle opere d’arte esistenti nella Diocesi di Padova e appartenenti a Enti o fondazioni religiose: si trattava di un primo embrione di museo, aperto al pubblico solo su richiesta. In realtà, quella prima forma e formazione museale si  concretizza nel 2000 grazie ai contributi stanziati dallo Stato in vista dell’anno giubilare, che hanno reso possibile il recupero di alcuni ambienti del Palazzo Vescovile e il loro riutilizzo come sede espositiva rendendoli accessibili al pubblico.
Il Museo Diocesano d’Arte Sacra San Gregorio Barbarigo si estende su una superficie di oltre 2000 metri quadrati, comprendenti il grande Salone dei Vescovi al piano nobile, le salette attigue sul lato est e l’ala meridionale, edificata al tempo del vescovo Francesco Pisani (1524-1567), già sede degli appartamenti vescovili. Il percorso museale comprende inoltre la sala San Gregorio Barbarigo al piano sottostante e il piano terra del palazzo, ex cantina voltata su pilastri oggi destinata alle esposizioni temporanee.

Le origini del palazzo

Museo Diocesano di Padova, esterno
Museo Diocesano di Padova, esterno

L’edificio che ospita il Museo presenta una struttura complessa e articolata, a causa dei numerosi interventi succedutisi nel tempo. Le origini del Palazzo, come testimonia un’iscrizione ancor oggi conservata, risalgono all’anno 1309 quando il vescovo Pagano della Torre fece costruire un nuovo complesso, più a nord rispetto alla sede preesistente, dotandolo già di un’ampia aula di rappresentanza.
Nel corso del XIV secolo alcuni interventi modificarono ed ampliarono il palazzo, ma solo nel XV secolo, grazie al rinnovamento voluto dai vescovi Pietro Donato, Iacopo Zeno e Pietro Barozzi, gli edifici medievali furono trasformati in una residenza rinascimentale e assunsero nel tempo la caratterizzazione architettonica ed artistica mantenuta ancor oggi: un edificio cubico, al cui piano nobile è situato un ampio salone, forse in origine chiuso da una copertura a carena di nave, simile a quella del Palazzo della Ragione.

LEGGI ANCHE  Boemia e Moravia, sulle tracce della fede

La Cappella di Santa Maria degli Angeli

La Cappella di Santa Maria degli Angeli
La Cappella di Santa Maria degli Angeli

Inserita nel percorso museale, la Cappella di Santa Maria degli Angeli, situata sul lato nord-orientale del Salone, fu costruita nel 1495 per volere del vescovo Pietro Barozzi nell’ambito della ristrutturazione rinascimentale del vescovado. La direzione dei lavori fu affidata a Lorenzo da Bologna, il più importante architetto attivo a Padova in quel periodo, e la decorazione ad affresco fu eseguita da Prospero da Piazzola e Jacopo da Montagnana. Gli affreschi, eseguiti secondo un programma iconografico incentrato sul Credo degli Apostoli, dettato dal Vescovo stesso, costituiscono nel loro complesso una manifestazione per immagini della teologia della Salvezza, fondata sulla redenzione di Cristo e sulla apostolicità della Chiesa.
Fulcro del piccolo ma suggestivo spazio della cappella è il trittico dipinto da Jacopo da Montagnana, collocato nell’abside e raffigurante l’Annunciazione, affiancata dagli arcangeli Michele e Raffaele. Situata al primo piano del Palazzo la sala San Gregorio Barbarigo, secondo la denominazione odierna, era anticamente chiamata “tinello dei dottori”: qui infatti il vescovo, esercitando il ruolo di cancelliere dell’Università, conferiva le lauree agli studenti.

Condividi sui social: