Oggi l’aspetto della sala risente di una sistemazione di fine Ottocento, che ha raccolto sulle pareti stemmi, busti e iscrizioni provenienti dai diversi ambienti del palazzo, tuttavia sono ancora ben visibili le tracce della decorazione quattrocentesca affidata da Pietro Barozzi a Jacopo da Montagnana e ai suoi collaboratori. Si tratta del soffitto a cassettoni, dipinto a rosoni e arricchito da una serie di medaglioni con ritratti di imperatori romani, che corrono lungo le pareti perimetrali e sulle travi, e dell’affresco sulla parete di fondo, raffigurante la Resurrezione di Cristo, probabilmente parte di una decorazione più ampia ora perduta. In questa sala sono periodicamente esposti alcuni manoscritti e incunaboli della Biblioteca Capitolare.
In mostra Donatello svelato
Intanto, in questo periodo e fino al 26 luglio prossimo, è possibile visitare la mostra: “Donatello svelato. Capolavori a confronto”. L’evento, ospitato nello scenografico Salone dei Vescovi, è di eccezionale interesse, perché, per la prima volta, è riuscito a mettere insieme i tre grandi Crocifissi che Donatello produsse nel corso della sua vita: quello realizzato per la chiesa di Santa Croce in Firenze (1406-08) – oggetto di una celebre gara con l’antagonista Filippo Brunelleschi raccontata da Giorgio Vasari nelle sue Vite -, quello dei Servi, (nella foto) e quello bronzeo della Basilica di Sant’Antonio a Padova (1443-1449).
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