Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Prato: memorie storiche e moderne sperimentazioni

Prato panorama sulla città

Un itinerario a Prato tra monumenti medievali, importanti musei, tracce di un grande passato industriale nel più grande distretto tessile europeo.

Castello Svevo
Castello Svevo

C’è una Prato storica e una Prato modernissima. Una Prato di Filippo Lippi e una Prato di Henry Moore. Una Prato dei ricchi lanaioli medievali e una Prato dei ricchi tessutai anni ’80. Insomma un complesso di vicende, storie, personaggi, tutti uniti dall’amore per il bello e per il lavoro.

Curzio Malaparte scriveva in “Maledetti toscani” “…se non fossi nato pratese, vorrei non essere venuto al mondo…”. Dei Pratesi anni ‘50 si diceva che si lamentavano, perché “c’era lavoro solo per 8 ore al giorno…” Oggi Prato non è solo la città operosa e industriosa delle ciminiere (ne contava 150), ma si candida a città turistica e attrattiva.

Prato: itinerario tra antico e moderno
Prato Palazzo Pretorio
Palazzo Pretorio

Proprio la mescolanza di antico e moderno crea il suo fascino. Gli itinerari intrecciano chiese medievali e fabbriche tessili dismesse; il palazzo Pretorio del periodo comunale e il centro Luigi Pecci all’avanguardia nell’arte contemporanea; il museo dell’Opera del Duomo con affreschi e statue preziosissimi e il Museo del Tessuto che rende omaggio all’Alta Moda made in Italy. Cerchiamo di dare ordine alla nostra passeggiata che si può svolgere tranquillamente a piedi, a parte qualche puntata in periferia.

Cuore della città è la Piazza di Palazzo Pretorio. Antico palazzo comunale di Prato nato tra il XIII e il XIV secolo, per ospitare le sedi del Podestà, della magistratura locale e delle prigioni. Una casa-torre, un porticato al piano terreno, un ampio scalone esterno. E poi un terrazzo aereo da cui si gode una splendida vista sulla città. Si vede la valle del Bisenzio, le ciminiere sopravvissute, i campanili, i merli del Castello Svevo in pieno centro, unico castello svevo del Nord Italia. Nelle sale interne del castello è ospitato il bel Museo che raccoglie importanti collezioni. Testimonianza della ricchezza passata e dei mecenati pratesi tra cui il famoso Datini: opere di Bernardo Daddi, Donatello, Filippo e Filippino Lippi, grandi pale d’altare dorate, la gipsoteca.

LEGGI ANCHE  I due volti di Dakar

Il Duomo di Santo Stefano
Duomo di Prato bassorilievo Sacra Cintola
Duomo, bassorilievo Sacra Cintola

A pochi passi dal Palazzo Pretorio, ecco il famoso Duomo di Prato, nella classica bicromia in pietra alberese e marmo verde. Al suo interno veri tesori: le cappelle affrescate con il più importante ciclo di affreschi di Filippo Lippi, dedicato alle Storie di Santo Stefano e San Giovanni Battista; il pulpito esterno costruito da Michelozzo e decorato da Donatello. Particolarissima è la cappella della Sacra Cintola. Chiusa da una preziosa cancellata in bronzo, contiene la reliquia più importante della città, la Cintola della Madonna, che sarebbe stata portata qui da Gerusalemme.

In realtà molti tesori del Duomo si devono vedere in originale presso l’attiguo Museo Diocesano che completa la visita: affreschi; il suggestivo chiostro romanico in marmo bianco e serpentino verde, con bellissimi capitelli zoomorfi; dipinti, pale d’altare e oreficerie; l’originale parapetto del Pulpito di Donatello, con la danza di putti festanti.

Il Museo del Tessuto
Museo-del-tessuto-corte-interna-con-la-ciminiera
Museo del tessuto, la ciminiera nella corte interna

Con un breve tragitto attraverso il centro, si arriva in piena zona di archeologia industriale. La ex grande fabbrica Campolmi dell’Ottocento occupava una grande area all’interno delle mura cittadine, oggi è perfettamente restaurata per ospitare il più grande Museo del Tessuto d’Italia. All’interno della fabbrica si può ancora ammirare una gigantesca caldaia a vapore ottocentesca e nel cortile la splendida ciminiera, la più alta di Prato che svetta fra i tetti del centro storico. Le sale del museo ospitano una collezione permanente, che ruota man mano, vista la grande quantità di reperti, e belle mostre estemporanee.

Museo del Tessuto Mostra Collezione Fineschi
Museo del Tessuto Mostra Collezione Fineschi

Attualmente di grande effetto è la mostra “Novecento elegante. Abiti e Accessori dalla donazione Fineschifino al 29 maggio. Esposti oltre 80 oggetti tra abiti e accessori femminili e maschili da giorno e da sera; completi da bambini degli anni Venti; raffinati négligé, colletti e trine appartenuti alla famiglia Fineschi, della grande borghesia imprenditoriale pratese. Una testimonianza fondamentale per la storia del territorio e la storia del costume italiano tra Otto e Novecento. La qualità dei tessuti e la manifattura degli abiti seguono in modo puntuale i riferimenti alle tendenze della moda del periodo, come testimoniano le riviste e i figurini.

LEGGI ANCHE  Luoghi Santi di Francia, Notre Dame de La Salette

La fabbrica di Brunetto Calamai
Fabbrica Brunetto Calamai
Fabbrica Brunetto Calamai

Per toccare qualche tappa suggestiva più esterna ci si inoltra in periferia, alla scoperta di quell’enorme patrimonio di fabbricati, capannoni, ciminiere, un tempo pullulante di attività, di uomini e macchine, oggi impressionanti cattedrali abbandonate. La fabbrica di Brunetto Calamai tra le fabbriche di più antica formazione, era posta sul ramo di una gora, ed è rimasta quasi intatta fino ai giorni nostri.

Con il suo fascino di pareti délabré, pavimenti coperti di erba, grandi lucernari, muri scrostati, ingressi monumentali, interessanti strutture realizzate da un giovanissimo Pier Luigi Nervi, e rimaste per anni completamente sconosciute, sta riprendendo vita grazie ad un potente restauro appena avviato e soprattutto grazie al vivace atelier di Marco Biscardi, con la sua creatività ironica e colorata in grandi locali luminosi.

Il Fabbricone

Fabbricone a Prato

Infine, nel nostro itinerario alla scoperta dell’archeologia industriale a Prato, non può mancare una visita al famoso Fabbricone, mitico teatro inaugurato nel 1974 con un allestimento dell’Orestea di Luca Ronconi. È questa la sua funzione attuale, spazio scenico alternativo di sperimentazione e ricerca. Ma il nome rivela la sua origine.

Il Fabbricone risale alla fine dell’Ottocento, e diventa subito la più grande fabbrica di tessuti della città, di enormi dimensioni (circa 23.000 mq) e con ben 1200 operai. Dal punto di vista architettonico era all’avanguardia, con la prima applicazione in città di una copertura a shed in legno su colonne in ghisa, e il complesso di corpi di fabbrica, circondati da alti muri di confine, che ricordava una città fortificata (www.cittadiprato.it).

Il progetto TIPO

TIPO Frabbriche raccontano storie

Per chi volesse vivere questa nuova esperienza di viaggio, alla scoperta di fabbriche di oggi e di ieri del più grande distretto tessile europeo, è nato un progetto speciale, TIPO, Turismo Industriale Prato, il cui slogan è Fabbriche raccontano storie. Ogni ultimo weekend del mese, su prenotazione, si può partecipare a spettacoli in fabbrica, trekking urbani ed extraurbani, laboratori per famiglie. Le manifatture storiche e quelle d’avanguardia si aprono per la prima volta agli appassionati di archeologia industriale, architettura, moda e design, per una visita esclusiva in luoghi suggestivi, dove si respirano ancora le storie di coloro che li hanno vissuti.

LEGGI ANCHE  Antartide, il viaggio della vita

E si scoprirà anche che i nuovi processi produttivi rispettosi della natura rendono Prato “Città per la circolarità”, impegnata sui temi della rigenerazione urbana e della transizione ecologica. Con 2.500 imprese tessili il polo di Prato è oggi il più grande d’Italia e d’Europa. La materia prima continua ad arrivare da tutto il mondo, le aziende investono in ricerca, innovazione e sostenibilità, i tessuti prodotti sono acquistati dalle più importanti case di moda internazionali per confezionare i propri capi (www.tipo.prato.it).

Leggi anche:

Alla scoperta di Windsor Castle attraverso le sue curiosità

Conosciamo Celle, città della Bassa Sassonia che attrae i turisti

La pietra racconta la città del barocco

Condividi sui social:

Lascia un commento