Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Abramo ritorna a San Quirico grazie alla comunità locale

Da sabato 11 aprile, il bassorilievo del “Ritorno di Abramo” è vistabile presso Palazzo Chigi a San Quirico d’Orcia, in provincia di Siena

San Quirico d'Orcia
San Quirico d’Orcia

Lo scorso dicembre, il Comune di San Quirico d’Orcia aveva promosso una sottoscrizione pubblica per acquisire e restituire al suo luogo di origine un prezioso bassorilievo romanico del XII secolo che raffigura scene della vita di Abramo. Con oltre 160 donazioni, è stata rapidamente raggiunta la somma di 32mila euro utile ad aggiudicarsi l’opera all’asta e pertanto, sabato 11 aprile si tenuta la cerimonia di presentazione alla piccola comunità del senese che si è generosamente stretta intorno al proprio patrimonio e che ora potrà seguirne la ricollocazione a Palazzo Chigi. L’opera, che originariamente doveva essere collocata nella pieve romanica, oggi chiesa Collegiata, probabilmente come parte dell’altare o di un pulpito, è attribuita ad un ignoto maestro lombardo e stilisticamente richiama da vicino l’Adorazione dei Magi della Pieve di Corsignano di Pienza.

Il coronamento di un sogno

Il bassorilievo raffigurante le scene di vita di Abramo
Il bassorilievo raffigurante le scene di vita di Abramo

Alla fine del Settecento il rilievo fu donato dalla Chiesa alla famiglia Chigi che lo sistemò all’interno del Palazzo, dove la sua presenza era attestata ancora nel 1928, prima di essere venduto e passato da una casa d’aste all’altra in seguito ad aggiudicazioni e passaggi di proprietà di cui si è cercato di ricostruire almeno parzialmente le vicende. Quello che è certo è che l’opera fu notificata dalla Soprintendenza sedici anni fa e ciò ha consentito finalmente al Comune, appena se ne è presentata l’occasione e in accordo con il Ministero dei Beni Culturali, di esercitare il diritto di prelazione e di restituire l’opera ai cittadini di San Quirico.

«Inseguivo questo sogno da sedici anni» spiega l’assessore alla cultura Ugo Sani, che a suo tempo si rivolse alla Soprintendenza di Siena per richiedere il decreto di notifica dell’opera che lui definisce “il ritorno di Abramo”.
La volontà, la generosità, la determinazione di una popolazione ha fatto sì che si potesse scrivere una storia a lieto fine tutta italiana per un’opera d’arte. Caso, forse, unico e raro, sensazionale, da prendere come modello anche da parte di tanti altri paesi, di tanti altri cittadini che amano la storia, l’arte, la cultura, le proprie tradizioni ed origini di appartenenza. Un caso che farà scuola e potrà farlo anche in futuro, a dimostrazione come piccoli gesti, provenienti da persone semplici e normali, diventano grandi, facendo grande anche il più piccolo dei paesi sconosciuti.

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