Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Mumbai, dalla “porta” dell’India, al mare

Mumbai india_1.jpg

Una metropoli con un passato glorioso e un ricco futuro. Lo sviluppo economico di Mumbai iniziato alla fine del XVII secolo continua ancora oggi. Il Gateway of India per chi arriva dal mare è il punto di ritrovo per turisti e indiani prima di partire per le gite nella baia

Mumbai Il Gateway of India, simbolo della città
Il Gateway of India, simbolo della città

L’incontro reale e romantico con Mumbai si ha quando si raggiunge la vasta spianata meridionale dove sorge il simbolo della città: il Gateway of India. È un arco di trionfo costruito per commemorare l’arrivo nel Paese del re Giorgio V e di sua moglie, la regina Mary (17 novembre 1911). Il monumento, edificato in stile indo-arabo, ha un bellissimo arco centrale alto 15 metri, mentre l’intero edificio ne misura 26.

Escursioni alle grotte dell’isola di Elephanta

Mumbai Elephanta sotterranea
Elephanta sotterranea

È il primo impatto per chi giunge a Mumbai dal mare, vero punto di ritrovo per turisti e indiani. Dal molo partono i battelli per le gite nella baia, sino al porto e verso l’isola di Elephanta, ricca di grotte e di sculture basaltiche di carattere religioso.
L’atmosfera del Gateway è forse l’unica, nell’intera Mumbai, che conservi tuttora una cert’aria da Compagnia delle Indie; nella zona vi sono vecchi palazzi con uffici di uomini d’affari e altri che hanno immense cantine dove un tempo venivano stipate le merci provenienti da est e da ovest. Caffè e ristoranti conservano una piacevole aria ottocentesca. Ancora verso sud, superato l’imponente Taj Mahal hotel, si giunge sulla punta di Colaba, estrema appendice meridionale di Mumbai. Poi è oceano, indiano o arabico, come lo si vuole chiamare.

Da Bombay a Mumbai indietro nel tempo

Mumbai La Churchgate Station
La Churchgate Station

I Koli non erano solo pescatori. Man mano che i traffici marittimi aumentavano, si improvvisarono anche scaricatori di porto; dal nome di questi antichi abitanti è poi nato il termine inglese “coolie” (uomo di fatica) impiegato sia in India che in Cina. L’area di questa costa asiatica era già nota al geografo Tolomeo (II secolo a.C.) che l’aveva chiamata “terra delle sette isole”; è quindi probabile che il luogo fosse già frequentato da naviganti e fungesse da emporio di merci per i traffici fra oriente e occidente.
Nel XIII secolo il re indù Bhimadeva dà impulso allo sviluppo del porto di Thane, oggi enorme sobborgo alla confluenza di alcuni fiumi collegati a loro volta al mare e gli scambi commerciali si fanno ancora più intensi: mercanti arabi arrivano in gran numero per acquistare spezie, cotone e tessuti dalla Cina, dal sud est asiatico e dalla stessa India.

L’arrivo dei Portoghesi

Mumbai Town Hall
Mumbai Town Hall

Nel 1534 è la volta dell’arrivo dei portoghesi, presenti anche in altre zone dell’India (Diu, Damao e Goa). Mantenere però Bombay come colonia costa grande fatica ed enormi investimenti, sia per la concorrenza dei mercanti arabi e della Compagnia delle Indie, sia per gli “appetiti” espansionistici di inglesi, francesi e olandesi. I portoghesi escono dall’impasse nel 1661, “regalando” agli inglesi in dote la città di Bombay, in occasione del matrimonio di Caterina di Braganza con Carlo II d’Inghilterra. Nell’anno 1674 la celeberrima Compagnia delle Indie Orientali trasferisce da Surat, città del Gujarat, a Bombay il proprio quartier generale, determinando uno sviluppo pressoché continuo della città, che diventa con gli anni uno dei maggiori centri economici dell’India. Gli inglesi costruiscono il Forte (1715) i primi docks, dighe, ponti, argini, a saldare definitivamente la città alla terraferma.

“Esplode” la metropoli

Mumbai La crescita di New Bombay
La crescita di New Bombay

Una grande città diventa metropoli quando accoglie gente da ogni dove; naturalmente Mumbai non fa eccezione e qui si trovano rappresentati molteplici gruppi etnici e religiosi: Hujarati, Marathi, Sindi, Jaina, Sikh, ebrei, cristiani e musulmani. Un gruppo non eccessivamente numeroso è quello dei Parsi, seguaci di Zoroastro, i cui componenti sono molto attivi nel commercio, nell’industria (la famosa dinastia dei Tata) e nelle libere professioni. Frattanto la città si espande e ingloba numerosi centri sub-urbani: Murla, Anderi, Juhu, Bandra. Al 1970 risale la costruzione del ponte che, oltrepassando il Thane Creek, unisce l’isola al continente e prende corpo la crescita di New Bombay.
Il XIX secolo vede l’inizio dello sviluppo economico della città, in particolar modo con la vertiginosa espansione della dinastia Tata (acciaierie, centrali elettriche, industrie meccaniche, tessili, alimentari; oltre a banche e assicurazioni). Assieme ai Birla, sempre di Mumbai, i Tata vengono considerati tra le famiglie più ricche della Terra. Oggi, tra le varie attività economiche presenti sul territorio, rivestono particolare importanza quella cotoniera, ma molti altri sono i settori in pieno sviluppo: seta, automobili, macchinari di vario genere, prodotti chimici e fertilizzanti, fibre artificiali e plastiche, industrie alimentari. Quella a nord del nucleo antico di Mumbai è una delle aree industriali più grandi dell’India. Parimenti importante è il porto, forse il maggiore dell’intera nazione, che si trova nella zona est della città, quella rivolta verso le aree interne del continente.

Attraverso Mumbai

Mumbai Chhatrapati Shiwaji Terminus
Chhatrapati Shiwaji Terminus

Una “passeggiata” nella zona storica richiede tempo e l’utilizzo di mezzi locali per gli spostamenti: taxi, ferrovie suburbane, metropolitana; le zone da visitare a piedi potranno essere comprese nella sola parte terminale della penisola nella quale si condensano i luoghi e i monumenti storici e di maggior interesse di Mumbai. La smisurata estensione della città non consente altre scelte. Partendo dalla Churchgate Station, caotica e affollatissima ad ogni ora del giorno, lungo la Nariman Road si arriva nell’antica area del Forte fondato dagli inglesi, i cui resti risalenti al XVII secolo sono ancora visibili. In quest’area sorgono altri importanti monumenti, tra i quali la Cattedrale di San Tommaso (1672-1718) la Town Hall, l’Asiatic Society Library, l’Old Custom House, il Campus Universitario e la High Court. Di particolare impatto visivo è la storica stazione ferroviaria di Mumbai: Victoria Terminus, costruita nel 1887, in stile neogotico e neoclassico.
Nel 1996 ha cambiato nome, divenendo Chhatrapati Shiwaji Terminus, sempre in omaggio al Sultano al quale è stato dedicato anche l’aeroporto. L’ex Victoria Terminus è, metaforicamente, il nucleo vitale della città: milioni di arrivi, partenze e incontri fra una popolazione multietnica e internazionale. Nel 2004 la Stazione è stata inclusa dall’Unesco fra i Beni dell’Umanità e nel 2008 ha subito il famoso attentato terroristico, al pari di altri monumenti di Mumbai.

Mumbai 1: Bombay, lo storico “Gateway of India”

Leggi anche:

Giappone: tradizione, natura e spiritualità

Da Persia a Iran. Mosaico da interpretare

Uzbekistan, nel cuore dell’Asia

Vietnam: a sud nell’acquatica terra del Mekong

LEGGI ANCHE  Da Sahib a Varanasi le parole che concludono la mini-guida indiana
Condividi sui social:

Lascia un commento