Lunedì 25 Novembre 2024 - Anno XXII

Pechino? Un sogno… Ma occhi aperti!

Continuano le (dis)avventure della nostra inviata alle prese con autobus fantasma e shopping selvaggio ma sempre con il sorriso sulle labbra. Visita alla Città Proibita (seconda parte)

Pechino? Un sogno... Ma occhi aperti!

Decisi a iniziare la giornata a Pechino con il sorriso, mentre compriamo il biglietto d’entrata alla città-museo veniamo avvicinati da un supposto studente che ci prega di andare a visitare la sua scuola d’arte (alias, negozio), in cui i dipinti vengono venduti a dieci volte tanto il prezzo richiesto in altre parti della città. Decliniamo l’offerta e nelle ore seguenti ci perdiamo tra le meraviglie degli antichi palazzi, con i loro tetti dorati a contrasto con le coloratissime decorazioni delle colonne. Il pomeriggio passa rapido e per cena scegliamo un ristorante in una via secondaria nei dintorni dell’albergo. L’edificio e l’entrata hanno un’apparenza normale e dopo una serie di corridoi ci troviamo in una sala calda e arredata con gusto. Mentre ordiniamo si avvicina un uomo sulla settantina, che si presenta come proprietario del locale e ci dice che è un grande onore per lui accogliere degli stranieri; avendo inteso che venissimo da Israele, esordisce con uno “Shalom!”, ma appena lo correggiamo inizia una conversazione in un italiano lento ma più che corretto, corredato dal racconto del suo passato da studente di architettura in Italia.

Pacco e contropacco!

Pechino? Un sogno... Ma occhi aperti!

Durante la cena verrà più volte al tavolo ed entrerà sempre più in confidenza, fino al momento del conto, quando insisterà per accompagnarci nel suo ufficio; distratti dalla parlantina, non ci accorgiamo subito che il conto è più salato del dovuto ma stranita dalla situazione impedisco al cameriere di riprenderselo. Salendo le scale, il nostro accompagnatore ci mostra dei dipinti sulle pareti che ci dice essere opera della figlia, che proprio in quel giorno compie ventitré anni. Per “caso” incontriamo l’artista proprio nell’ufficio, e mentre l’architetto/calligrafo scrive i nostri nomi su carta di riso, lei ci mostra zelante le sue opere, in realtà stampe. Dopo qualche minuto l’uomo ci chiede di aspettare che l’inchiostro si asciughi, e dice che poi applicherà una cornice; nel frattempo ci comunica i prezzi delle opere, ancora più cari di quelli della Città Imperiale. La figlia si rivela un’artista poliglotta, confondendosi dice delle parole in spagnolo e viene subito ripresa dal padre sul fatto che siamo italiani… Dura avere a che fare con così tanti turisti da illudere! Carichi di nuovo sdegno ce ne andiamo e, già che ci siamo, riprendiamo anche la somma pagata in più sul conto.

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… alla Grande Muraglia

Pechino? Un sogno... Ma occhi aperti!

Mentre pensiamo a come raggiungere la stazione per prendere il bus che ci porterà alla Grande Muraglia il giorno successivo, abbiamo l’incredibile “fortuna” di incontrare Kevin, un agente di viaggio che ci mostra la brochure relativa proprio al Muro; per lo stesso prezzo da noi calcolato per metropolitana, bus, ed entrata a una delle nuove sette meraviglie del mondo lui offre il comodo pick-up gratuito dall’albergo, la visita alla Grande Muraglia seguita dal pranzo ovviamente compreso, le Tombe Ming e lo Stadio di Pechino. Quando mostriamo il foglio in hotel ci viene detto di non fidarci, perché si tratta di una truffa. Ovviamente! Ci viene detto di presentarci in stazione prima delle undici, dato che l’ultimo bus parte a quell’ora. Arriviamo lì la mattina seguente alle nove. Sappiamo che il numero del mezzo da prendere è il 919, e ne vediamo sfilare un’infinità davanti ai nostri occhi; saliamo sul primo che troviamo fermo, visto che il biglietto si paga una volta seduti. C’è un ragazzo in piedi sugli scalini del bus che parla con l’autista, si avvicina a noi e ci chiede dove vogliamo andare. Quando rispondiamo ci dice che l’ultimo bus per la Muraglia era partito alle nove in punto, che l’abbiamo appena perso e che l’uniche alternative erano o rimandare al giorno dopo o prendere un taxi. Naturalmente lui si sarebbe preoccupato di chiamarlo per noi.

Ormai sappiamo come funziona quindi scendiamo immediatamente e cerchiamo il successivo 919; una signora ci indica la direzione da seguire per arrivare alla fermata giusta. In pochi minuti la raggiungiamo, e mentre la gente del posto viene fatta salire sugli autobus noi viene detto di aspettare; in buona fede ci fermiamo qualche minuto e quando chiediamo delucidazioni ci viene detto “fast bus, fast bus”, come se a noi fosse riservato un mezzo che va più veloce degli altri, al prezzo di 60 yuan per l’occasione, contro i 12 di quello normale. Saliamo sul bus normale come tutto il resto della gente, e scopriamo che, nonostante sia slow, fa solo una fermata all’inizio dell’autostrada e, incredibilmente, impiega lo stesso tempo del fast. Ci lasciamo alle spalle l’inizio di giornata, e al pomeriggio torniamo verso la capitale davvero soddisfatti della visita alla Muraglia, un’esperienza unica ed emozionante, un luogo suggestivo che ci lascia pieni di meraviglia e per cui è valsa la pena sopportare qualche fastidio.

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