Se non vi interessa la vita notturna, che peraltro caratterizza scarsamente La Thuile anche in altri periodi dell’anno e volete saperne di più su una stazione sciistica di lunga tradizione, celebre per i suoi centocinquanta chilometri di tracciati sempre innevati grazie al clima facilmente ventoso, la cui prima seggiovia risale al 1947, andateci in quest’epoca. Godrete della montagna solitaria e bellissima.
Non solo. Il 21 giugno offre, con un pizzico di fortuna, uno spettacolo astronomico e l’occasione di avvicinare la storia pre romana della Valle d’Aosta. Già. Perché la Vallée, naturale punto di passaggio al riparo delle Alpi, percorsa nel I secolo a.C. dai romani che ne adoperarono i valichi che portavano verso le Gallie, aveva già un lungo passato alle spalle quando venne conquistata.
Lo testimoniano i monumenti megalitici disseminati nella regione e ben poco conosciuti (in fase di progetto la creazione di un Parco megalitico a Saint-Martin-de-Corléans, nella periferia occidentale di Aosta).
Come l’osservatorio astronomico al colle del Piccolo San Bernardo, un luogo strategico di forte passaggio, tredici chilometri sopra La Thuile, al confine con la Francia.
Verso il Piccolo San Bernardo
La parte più inviolata di La Thuile (dalle nuove orde di conquistatori della terra) è quella che si arrampica verso l’importante valico alpino che nel periodo estivo collega la Valle d’Aosta e la Savoia: il Piccolo San Bernardo.
Se la strada per il colle di Chavannes, asfaltata per circa quattro chilometri, è una comoda passeggiata in una splendida vallata che regala a chi raggiunge il colle una vista impareggiabile del Monte Bianco (e la possibilità di proseguire scendendo in Val Veny), anche i valloni di Orgères e del Breuil – ai quali si accede, come a quello di Chavannes, da strade laterali che si staccano a destra della via che sale al Piccolo San Bernardo – sono (quasi) sconosciuti ai camminatori della domenica che salgono piuttosto alle cascate del Rutor, bellissime, e dal colle San Carlo al lago di Arpy; una delle passeggiate più facili, gradevoli e trafficate di La Thuile, percorribile in un’ora anche dai passeggini, che ripaga ampiamente del piccolo sforzo famiglie e gruppi che si sistemano sulle rive del magnifico lago, spesso ancora sfiorato dalla neve a fine giugno. Ma torniamo al Piccolo.
Luogo di transito per molti popoli
Non certo inviolata dalla storia l’ “Alpis Graia” dei romani, che da Ivrea raggiungeva Lione. Anzi, da questo frequentatissimo valico sono passati in molti oltre ai salassi, il popolo autoctono della Vallée di stirpe celto-ligure che vi era di casa: galli, romani, burgundi, longobardi e secondo la tradizione persino i saraceni, i francesi a fine Settecento, i soldati delle due guerre mondiali.
La storia di La Thuile, che risale all’epoca romana, è legata al passo del Piccolo San Bernardo, per secoli punto cruciale dei traffici tra Italia e Francia.
Sul territorio di confine non mancano segni riconoscibili di queste genti (una campagna di scavo è attualmente in corso). Così come le opere anticarro e le fortificazioni della seconda guerra mondiale, oltre alle bombe non disinnescate che ancora si trovano nella zona.
Oppure come l’Ospizio Mauriziano, asilo per viaggiatori fondato nell’XI secolo da San Bernardo (il celebre santo della tradizione popolare valdostana che ne fondò anche uno, molto importante, al colle del Gran San Bernardo), ripetutamente distrutto dalle guerre e dagli incendi ma sempre ricostruito (l’ultima volta nel 1993), dove secondo l’abate Pierre Chanoux, che ne fu rettore, si mangiava molto bene grazie all’aria e all’acqua.
Un giardino botanico fra le nevi
Fu lo stesso abate che nel 1897 volle creare lì vicino un giardino di acclimatazione per la flora alpina, uno dei primi dove furono coltivate centinaia di specie floreali locali e provenienti da altri continenti: il Giardino botanico alpino Chanousia, che da lui prese il nome.
Un romantico angolo lambito dalla neve anche d’estate, con riprodotti habitat tipici dell’alta montagna come roccere, morene, torbiere, ruscelli e laghetti, che accoglie attualmente mille e trecento specie alpine e nivali (di cui duecentocinquanta circa di altre catene montuose del mondo) che al Piccolo godono di un’estate brevissima, con l’epoca della fioritura in luglio.
E, ancora al passo, le rovine della grande mansione romana fortificata con una locanda per i viandanti e una zona destinata al ricovero degli animali e accanto un tempio gallo-romano, poi la Columna Jovis, quattro metri e mezzo dedicati a Giove in mezzo al pianoro del colle, sovrastati dalla statua di San Bernardo realizzata dall’abate Chanoux e le tracce della strada romana poco a nord di quella attuale che, dal lato italiano, ebbe origine nel 1873.
Ma se la storia romana della Vallée è arcinota, molto meno l’epoca preistorica e la presenza umana al Piccolo San Bernardo in tale periodo.
Il colle, luogo magico
Che a 2188 metri, proprio sulla linea di confine tra l’Italia e la Francia ci sia un luogo magico lo sanno in pochi. Anticamente era dedicato a Ercole il recinto sacro di pietre disposte a ellisse, di datazione incerta e dibattuta tra gli archeologi, che risalirebbe secondo alcuni all’inizio del III millennio a.C., secondo altri all’età del Ferro e secondo la leggenda avrebbe visto persino il passaggio di Annibale.
Un grande “cromlech”: dal bretone “croum” (cerchio) e “lech” (pietra sacra).
Un cerchio di settantadue metri di diametro – che probabilmente racchiudeva un dolmen al centro – con quarantasei pietre erette, alcune delle quali si sono perse nei lavori di costruzione della strada per il passo (durante i quali sono state riportate alla luce due monete celtiche che confermerebbero un traffico antico piuttosto importante), altre forse sono state spostate, altre sostituite.
“Le pietre più belle e originali sono quelle a nord della strada” racconta l’archeo-astronomo Guido Cossard, che il 21 giugno di ogni anno accompagna gli appassionati al Piccolo (rivolgersi all’ente del turismo di La Thuile) per illustrare il fenomeno che si verifica – “questo del passo è l’unico cromlech ritrovato nella Vallée, costruito esattamente sullo spartiacque nel punto più alto del colle. Era un luogo di culto molto importante nell’antichità, ma anche un osservatorio astronomico.” Non solo.
Osservatorio per il solstizio d’estate
Aveva una funzione precisa: indicare il solstizio d’estate. Il 21 giugno il sole tramonta esattamente dietro la sella vicina alla vetta del Lancebranlette, una vera e propria meridiana naturale, creando per circa mezzo minuto un’ombra a semicerchio che avvolge il cromlech, lasciando solo l’area sacra in luce.
Il fenomeno lo racconta l’archeo-astronomo coadiuvato da Luca Boscardin, antropologo di La Thuile, studioso delle civiltà degli Indiani d’America che l’ha rilevato nel 1996 e a sua volta accompagna il piccolo gruppo. Per osservarlo ci si posiziona sulla collinetta a nord della strada, gli occhi puntati sul cromlech. Gente particolare quella che viene per l’occasione, italiani di ogni dove e qualche straniero, nessun turista per caso, gente usa a osservare le stelle negli osservatori astronomici, gente che si interessa di archeo-astronomia, alcuni alla seconda, terza volta al cromlech del Piccolo, che raccontano le esperienze precedenti e si emozionano.
Per il solstizio d’estate si offre così uno spettacolo inaspettato (per i profani) e sorprendente. Ma se anche non si ha la fortuna di ammirare il gioco di ombra e luce – basta una nuvola invadente a rovinare l’attimo – la meraviglia del paesaggio, solitario ed emozionante e i racconti che portano lontano, rendono avvincente e suggestiva anche la sola attesa.
Con un’unica accortezza: coprirsi. Piumino d’oca ma anche cappello e guanti perché al Piccolo è quasi sempre freddo, sempre ventoso.
Corsi di astronomia e archeo-astronomia
Su un balcone naturale a 1600 metri di altitudine e una quindicina di chilometri da Aosta, l’osservatorio astronomico di Saint Barthélemy gode di oltre duecentocinquanta nottate serene all’anno. Ma non è solo questo che lo rende particolarmente adatto alla divulgazione astronomica: lo scarsissimo inquinamento luminoso della località e la ricca strumentazione astronomica che vanta attrezzature modernissime, sono carte vincenti di questa struttura ultimata nel 2003.
A disposizione, inoltre, una terrazza riservata in modo particolare alla didattica, alla quale l’osservatorio astronomico della Vallée dedica parecchia attenzione, organizzando visite diurne e notturne per gli studenti.
D’estate, oltre alle normali visite (da prenotare), si svolgono corsi di astronomia e di archeo-astronomia: questi ultimi, tenuti da Guido Cossard, comprendono la visita del castelliere di Saint Barthélemy e quella del cromlech del Piccolo San Bernardo.
Informazioni utili
Consorzio Operatori Turistici La Thuile: www.lathuile.it.
Osservatorio Astronomico di Saint Bartélemy: www.oavda.it