Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

In treno a Cuba, un’avventura stimolante

Treno rosso La vecchia stazione dell'Avana foto di Alabrada

Scopo del viaggio è quello di spostarsi da una località all’altra. Ma per i cubani è qualcosa di più: qualche ora di chiacchiere, di spuntini, di amicizia. Come a tavola o al bar

Treno rosso La stazione di Casa Blanca
La stazione di Casa Blanca

La Stazione dell’Avana (Terminal de Ferrocarril) si trova nell’Avenida Egido proprio di fronte alla casa natale del padre della patria José Martí. Proseguendo verso sud per un centinaio di metri, poco dopo i resti delle antiche mura, ci si affaccia sull’Ensenada de Atatés.
Da qui la città vecchia si snoda lungo la Bahía de la Habana sino al mare aperto, a nord, in corrispondenza del Castillo de San Salvador de la Punta. Sotto l’imboccatura del porto scorre il tunnel che collega il centro storico e la parte terminale del Malecón ad Avana Est, sulla cui collinetta spiccano il Castillo del Morro e il più grandioso complesso della Fortaleza de San Carlos de la Cabaña; antiche “guardie” spagnole della capitale caraibica.

Ma non è dalla Stazione Centrale che parte il treno che dobbiamo prendere questa mattina. Una vecchia chiatta ansimante che sarebbe eccessivo definire battello, carica di campesinos e di operai, in pochi minuti ci conduce sull’altra sponda della baia in località Casa Blanca, scritta a volte tutta attaccata in omaggio (forse) al mito di Humphrey Bogart.

Col treno rosso attraverso la baia

>Treno rosso

Il piccolo molo d’attracco accoglie con assoluta imparzialità il traghetto, rifiuti galleggianti d’ogni genere e stormi di gabbiani che vi sguazzano beati. Tutti scendono con calma, chiacchierando animatamente sui fatti della vita che a Cuba sono sempre molto interessanti. Le donne si lamentano delle difficoltà che incontrano nel far quadrare gli striminziti bilanci familiari alle prese come sono con l’onnipresente libreta (la tessera del razionamento); gli uomini discutono dei problemi di lavoro e programmano le piccole gioie della serata: una cena con gli amici in uno dei molti ristorantini a gestione familiare (paladares) e copiose bevute di ron (rum bianco e ambrato) anche se di qualità scadente; i modesti pesos locali non permettono di meglio. Giunti a Casa Blanca i gruppi si dividono.

Alcuni, inforcata la bici, si dirigono verso le fabbrichette della zona; altri raggiungono la stazione distante pochi passi non senza fermarsi al baracchino dei giornali dove acquistano Granma. Per 20 centavos di peso (ne occorrono 25 di pesos per fare un dollaro) sfogliano le otto pagine dell’”Organo Oficial del Comite Central del Partido Comunista de Cuba” che, quando c’è carta, tira 800.000 copie; nei momenti di crisi (come questo di “periodo speciale” dovuto al bloqueo americano) la tiratura scende in proporzione.

Treno rosso In treno: mango per tutti
In treno: mango per tutti

Sono le 7,30 circa e già il sole picchia duro. Sull’altura che sovrasta Casa Blanca, il cui verde è punteggiato dal rosso-arancio dei flamboyant, si staglia la statua del Cristo che domina la baia. Il treno rosso, non ancora presente sull’unico binario che fronteggia la stazione, partirà alle 9 per Matanzas; i viaggiatori arrivano alla spicciolata e occupano i sedili in pietra piazzati sotto la grande pensilina; un pisolino supplementare, le solite confidenze in attesa di mettersi in fila per acquistare il biglietto: mezz’ora prima della partenza.

Via col treno rosso
Treno rosso Campesinos, ex soldati, mamme e bambini...
Campesinos, ex soldati, mamme e bambini…

Finalmente arriva il vecchio treno rosso; il locomotore dipinto di rosso numero 20803 e un paio di vagoni di ferro che oltre al rosso hanno una larga banda inferiore color crema. Sembrano dei containers su ruote nei quali siano stati praticati dei rettangoli orizzontali (i finestrini) ed altri verticali (le porte). Gli interni, dipinti di un verdino d’annata, hanno file di sedie anch’esse in ferro sui due lati. Il manovratore nel frattempo è salito sul tetto della locomotiva e armeggia con il grosso pantografo per adattarlo al cavo della corrente; una volta terminata l’operazione scende con quattro salti e si sposta verso il chiosco dell’imbarcadero per far colazione. Non c’è molta gente che deve recarsi a Matanzas, oggi; le operazioni d’acquisto dei biglietti avvengono nel massimo ordine e i vagoni si riempiono di viaggiatori, giusto in tempo per il fischio di partenza.

Treno rosso Hesley, a metà strada
Hesley, a metà strada

Per una decina di minuti il treno rosso caracolla fra il verde arruffato di una periferia industriale (il fumo denso e scuro di una ciminiera, alcune cave, discariche, rottami, piccole pozze d’acqua). Ogni tanto il convoglio si ferma per consentire ai contadini di raggiungere i loro campi e le rispettive abitazioni. La linea corre (si fa per dire) al di qua delle colline che la separano dai centri della costa: Cojimar, celebre per aver ospitato Hemingway che qui ha ambientato il suo “Il vecchio e il mare“; poi Alamar, Celimar, El Mégano, Santa Maria del Mar, sino alla più estesa Guanabo. Le minuscole stazioni si perdono nella vegetazione, tagliata questa dalle stradine polverose che attraversano il binario unico: Barreras, Agromar, Guanabo Viejo.
Mentre il treno rosso va, l’attività “sociale” dei vagoni si anima. Uno studente, una gamba sul predellino e l’altra un po’ più in alto all’interno della vettura, con un coltellaccio scortica un enorme mango giallo e distribuisce fette del frutto succoso ai compagni di viaggio; solo un vecchio ex-militare, con la sua brava divisa verdeoliva e il cappellino alla Fidél, rifiuta il frutto, assorto com’è in suoi lontani pensieri: forse rivede l’eroica marcia di quarant’anni fa, attraverso i campi della canna da zucchero che costeggiamo. Refoli d’aria si infilano nelle porte e nei finestrini mitigando la calura del mattino.

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Treno rosso Il dondolio del treno concilia il sonno
Il dondolio del treno concilia il sonno

Tre giovanotti biondi con tanto di zaino, svedesi, raccontano della loro vacanza fai-da-te; visiteranno Matanzas e proseguiranno per la non lontana Varadero, la super-spiaggia di Cuba. Una coppia di fidanzatini dalla pelle nerissima si scambia effusioni contenute, interrotte per un attimo dalla ragazza che deve recarsi alla toilette situata in testa al vagone. Il modesto treno rosso, senza dubbio, il “20803”; i servizi sono un piccolo antro nero, col water-vista-terra e un minuscolo lavabo collegato a un serbatoio dal quale scende l’acqua. Non mancano tuttavia piccole attenzioni: un paio di posti a sedere, infatti, recano sulla lamiera una scritta stampigliata in rosso (embarazadas) e una figurina di donna col pancione. I numerosi bambini scorrazzano in piena libertà e fatalmente finiscono sui piedi degli altri viaggiatori, ma nessuno protesta: una carezza e via, a correre di nuovo. Alcune donne di mezza età, forse stanche per il turno di notte consumato a l’Avana, si addormentano, il capo mezzo fuori dal finestrino.

Viaggiatori del treno 20803
Treno rosso Stazione d'arrivo: Matanzas
Stazione d’arrivo: Matanzas

Chi si distingue nel gruppo dei viaggiatori, non solo per la divisa grigia e il berretto gallonato, è il bigliettaio; borsa a tracolla, gestisce il complicato conteggio delle tratte intermedie contando le monetine che riceve e quelle che dà in resto; ma trova il tempo per interessarsi degli affari dei suoi viaggiatori, molti dei quali sono oramai amici. Chi gli racconta le storie di famiglia, chi si fa dare una mano per scaricare la preziosa bicicletta. Tutti accettano di buon grado sia le domande sia le foto. I viaggiatori del treno rosso “20803” sembrano assenti e sonnacchiosi ma è solo un’impressione; persino un uomo bianco dall’aspetto di vecchio bucaniere scontroso, azzarda compiaciute teorie sull’unicità e validità del “sistema” cubano, aspettandosi naturali conferme.
Nella stazione di Hershey (a doppio binario) la sosta è prolungata; il treno diretto all’Avana ha un po’ di ritardo ma nessuno ci fa caso; il tempo delle attese a Cuba è parte integrante del vivere quotidiano. Finalmente si riparte e il panorama cambia un po’; lontane montagne azzurrine delimitano enormi distese di campi di canna da zucchero; ogni tanto un ingenio (fattoria-mulino) per la lavorazione del prodotto tagliato dai macheteros. Le prime case di Matanzas bucano il verde intenso della campagna; sono messe qua e là, in deliziosa anarchia urbana. Poi un ponte sul fiume, il mare all’orizzonte.

Treno rosso El Morro, all'ingresso del porto dell'Havana foto di T. Hisgett
El Morro, all’ingresso del porto dell’Havana foto di T. Hisgett

Da questo porto viene spedito quasi tutto lo zucchero prodotto a Cuba. La stazione, dove c’è l’auto che ci ricondurrà all’Avana, sembra la fotocopia di quella di Casa Blanca. Una pensilina in ferro, le solite panchine e molta gente che aspetta il treno: altra gente che arriva per partire. In pieno centro città, in una delle tante strade che si intersecano a scacchiera, l’auto ha un sussulto: tossicchia, sbuffa, esplode e si ferma. E’ un attimo: dagli angoli delle vie sbucano alcuni uomini che spingono il mezzo sino a fargli riprender fiato e ripartire. Uno di questi è anche il poeta locale che ci fa dono di alcuni foglietti scritti a mano. Le liriche d’amore sono semplici e zuccherose come l’odore della canna che impregna l’aria: “…no se si te comprendo, cuando hablamos de amor, no quisiera perderte, me muero de dolor”. Camiciola al vento, sorriso sdentato, il poeta saluta e scompare nella scacchiera di Matanzas.

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Le cose da vedere a Cuba
Treno rosso Avana Plaza veja
Avana Plaza veja

Ipotizzando una passeggiata (attorno alla linea ferroviaria Casa Blanca Matanzas), che prenda avvio dalla stazione centrale (Terminal de Ferrocarril), fino al tunnel della baia, per continuare dall’altra parte fino a Matanzas, queste sono le mete turistiche più interessanti. L’Avana, Città Vecchia – La Habana Vieja è oggi il più esteso centro storico del mondo, patrimonio mondiale dell’umanità. Le segnalazioni che seguono prevedono il tragitto lungo la baia, seguendo le Avenide Egido, Desamparados, San Pedro, Carlos M.de Cespedes (Ave.del Puerto), con brevi deviazioni all’interno, sino alla zona del tunnel sottomarino. 
Museo casa natale di José Martí – E’ in Calle Leonor Pérez, al numero 314. Presenta documenti, foto, oggetti che ripercorrono l’infanzia dell’eroe cubano e della sua famiglia.
Le antiche mura dell’Avana – Tra la zona ferroviaria e il mare, sono visibili i resti delle vecchie mura della città.
Chiesa Parrocchiale dello Spirito Santo – Si trova in Calle Cuba, all’incrocio con Acosta. E’ una bellissima chiesa edificata nel 1674.
Convento di Santa Clara – E’ sempre in Calle Cuba e risale al 1643. Restaurato nel 1982, è sede del Centro Nazionale di Conservazione, l’istituto che si occupa dei lavori di recupero del patrimonio architettonico dell’intero paese. Non è aperto al pubblico ma merita un’occhiata il bellissimo patio ricco di piante tropicali.
Museo Armeria “9 aprile” – E’ situato in Calle Mercaderes al n.157. E’ un piccolo museo che raccoglie documenti della lotta contro Fulgencio Batista.
Chiesa di San Francesco d’Assisi – E’ del 1745 e la piazza omonima su cui sorge vede sempre molti turisti attorno alla Fontana dei Leoni e moltissimi cubani in attesa dei bus, le cui fermate si trovano dirimpetto agli edifici delle dogane marittime.

Treno rosso Palazzo dei Capitani Generali
Palazzo dei Capitani Generali

Palazzo dei Capitani Generali (Museo di Città) – Si trova sul lato occidetnale di Plaza de Armas. Edificio in stile barocco-moresco coloniale ha ospitato per oltre un secolo il Cabildo (Consiglio) della città e i governanti spagnoli. Sede dell’Ayuntamiento (Municipio) fino al 1958, ospita oggi il Museo della città e gli uffici di Eusebio Leal, artefice del recupero architettonico dell’Avana coloniale.

Castello della Real Fuerza – È situato sul lato sud della Plaza de Armas. Costruito fra gli anni 1558 e 1577, non è stato mai espugnato. Era stato edificato, con le mura alte circa 10 metri e larghe 6, a difesa del porto.

Treno rosso La Cattedrale
La Cattedrale

Cattedrale – Unitamente alla vicina Plaza de Armas, rappresenta il centro storico della vecchia Avana. E’ una chiesa barocca, monumentale, iniziata a metà del Settecento dai gesuiti e terminata nel 1777 dai francescani. Consacrata nel 1789 come Catedral de la Virgen María de la Inmaculada Concepción, oggi è conosciuta come Catedral de San Cristóbal de la Habana. Dal 1796 al 1798 la chiesa ha ospitato i resti di Cristoforo Colombo.
Di fronte alla cattedrale si trova il Palazzo dei Conti di Casa Bayona, costruito nel 1720. Ospita il Museo di Arte Coloniale, ricco di interessanti arredamenti d’epoca. Nella vicina Calle Empedrado 207, ecco la celebre Bodeguita del Medio (cucina tipica criolla) che deve la propria fama a “Papà Hemingway” e alle sue (e altrui) bevute di mojito e daiquirí.

Museo della Rivoluzione e Memorial Granma – Questo notissimo museo (Calle Refugio entre Zulueta y Monserrate) occupa l’edificio presidenziale e i relativi giardini. Conserva la memoria storica della rivoluzione castrista: oggetti, foto, documenti dei precedenti storici di Cuba e, appunto, dell’epopea dei Barbudos. Nei giardini retrostanti il palazzo si possono vedere: la jeep usata da Castro sui monti, il camion con il quale gli studenti hanno tentato di entrare nel Palazzo presidenziale per giustiziare Batista; un vecchio aereo, un’autoblindo e, soprattutto, il leggendario Granma, l’imbarcazione usata da Fidél e dai suoi per raggiungere Cuba, dal Messico. Una grande struttura in vetro e metallo protegge l’imbarcazione.

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Castello di San Salvador de la Punta – E’ un complesso fortificato che risale al 1600, situato all’inizio del canale del porto, dirimpetto al Castello del Morro. Oltrepassato il tunnel sottomarino che collega il Malecon ad Avana Est (lungo 700 metri, è stato scavato negli anni 1955-1958 a 12 metri sotto il livello del mare) ecco i due edifici più noti:
Castello del Morro (Castillo de Los Tres Reyes del Morro) – Progettato dall’architetto italiano Battista Antonelli per conto del Governatore spagnolo dell’isola, è stato edificato fra il 1589 e il 1610 per proteggere il porto dall’attacco dei pirati. Nota la sua “resistenza” (44 giorni d’assedio nell’anno 1762) alla flotta britannica.

Treno rosso Cabaña fortezza-foto-di-A. Lucia
Cabaña fortezza (foto di A. Lucia)

Fortezza di San Carlo de la Cabaña E’ la più grande fortaleza di Cuba, costruita in dieci anni di lavoro dal 1764. E’stata per molti anni adibita a carcere; oggi, completamente restaurata, è meta di processioni di turisti, anche perché ogni sera alle 21 vi si svolge la cerimonia del cañonazo; un colpo di cannone, preceduto da una breve cerimonia in costume d’epoca, a ricordo del periodo in cui si chiudevano le porte della città e il canale d’accesso veniva bloccato da una catena per impedire alle navi l’ingresso.
La zona di Playas del Este, sino a Matanzas – Oltre la città, dopo i quartieri residenziali di Avana Est, si incontrano numerosi centri, alcuni sul mare, altri all’interno.

Cojimar – E’ il porto reso famoso da Hemingway sia perchè vi ormeggiava il Pilar, a bordo del quale solcava i Caraibi a caccia di marlin, sia perché qui lo scrittore americano ha ambientato il suo “Il vecchio e il mare”. Di fronte alla piccola fortezza (ora presidio militare) bagnata dal mare, c’è il tempietto col busto di Hemingway.

Villaggio dei Giochi Panamericani (1991) – Le strutture sportive e alberghiere realizzate per i Giochi Panamericani sono oggi utilizzate in parte per scopi turistici.
Alamar – E’, in pratica, una città satellite di Avana, con i suoi 130.000 abitanti. La zona balneare chiamata Playas del Este, comprende i centri di Bacuranao, Mégano, Santa María del Mar, Boca Ciega, Guanabo. Meta di un turismo balneare di massa (Avana è vicina e ben servita), non manca tuttavia di alcuni tratti di costa piuttosto esclusivi.

Treno rosso Matanzas parco della libertà
Matanzas parco della libertà

Matanzas – A circa 100 Km.da Avana, questa città di quasi 100.000 abitanti è capoluogo di provincia ed è un centro prevalentemente azucarero. Fra le cose belle da non perdere: Stazione Ferroviaria – Piccolo gioiello d’architettura.
Museo Farmaceútico – In Calle Milanés n.4951, sulla piazza principale di Matanzas. E’ una farmacia unica nel suo genere, appartenuta verso la fine del XIX secolo al dottor Triolet, francese. Conserva vasi di maiolica, ampolle, vecchi testi di farmacologia e di chimica, formulari, bottiglie di vetro azzurro di tutte le forme. Merita una visita accurata.

Teatro Sauto –

In Plaza de la Vigía. Ristrutturato di recente, è opera dell’architetto italiano Dell’Aglio che l’ha edificato nel 1860. Vi ha cantato Caruso ed è visitabile su prenotazione.
Fuerte El Morrillo – Qualche chilometro fuori Matanzas, sulla strada che conduce a Varadero.
Cueva de Bellamar – L’ingresso alle grotte (fra le più vaste di Cuba) è situato in Finca la Alcancía, alle porte della città. Sono possibili solo visite guidate. Le grotte, ricche di stalattiti, distano circa un chilometro dal mare, col quale comunicano.

(parte delle foto sono di Salvatore Renis)

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