Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

La costata più famosa

Di “fiorentina” c’è la ragazza di San Frediano, c’è la “viola” che fa il campionato, c’è l’atmosfera speciale che avvolge l’intera città ma c’è soprattutto lei, la “bistecca, costata” famosa nel mondo, che gli intenditori reclamano proveniente dalla razza “chianina”, ovviamente toscana. Ed è, alla fine, una vera gioia per il palato

 costata  mitica fiorentina
Mitica fiorentina

Uno va a Firenze e gli viene in mente che deve trovare un posto dove fanno una costata fiorentina buona. È la prima domanda che fa all’albergatore, prima ancora di chiedere dove sono gli Uffizi. Be’, comunque gli Uffizi non si fa fatica a trovarli perché sono ben visibili, mentre una fiorentina giusta cucinata a dovere necessita di una ricerca più accurata. Poi, alla fine, di qualcuno bisogna pur fidarsi.

Così, su consiglio della signora del bed and breakfast decidiamo di cenare da Latini. Passiamo a prenotare nel pomeriggio, perché ci dicono che da una cert’ora in poi c’è sempre la coda di gente che aspetta, ma alle sette e mezza, quando arriviamo, non c’è il pienone, perché qui probabilmente mangiano più tardi. Tanto meglio. Il locale è rustico e affettuoso, il soffitto pieno di prosciutti appesi. Sul tavolo un fiasco di Chianti. Un fiasco vero, di quelli sferici con la paglia intorno.

Sarà un posto per turisti? Chi lo sa. Però il vinello è buono. Ordiniamo un piatto di finocchiona per antipasto, tagliata a cubettoni come deve essere.

Costata, ecco “la Fiorentina”!
Cantucci e vin santo per finire
Cantucci e vin santo per finire

A seguire la costata, che è un incanto. Perfetta fuori e dentro, morbida morbida. Costa cinquanta euro al chilo, da menù. Non poco, ma quante minuscole bistecchine o arrostini leggeri come piume ho mangiato che ho pagato più di venti euro? Vedremo il conto.

La assaggio dal piatto altrui, ma non sono una gran carnivora, quindi ordino il piatto del giorno. Si tratta di straccetti al ragù di coniglio. Credo che quella sia stata la miglior pastasciutta della mia vita. Quel ragù mi si è stampato nella mente (non vorrei dire come la Primavera di Botticelli, perché sarebbe un’eresia) ma mi resterà impresso, questo è certo. Era proprio buono e nel dire questo aggettivo penso alle cinque lettere che lo compongono come a qualcosa che si adatta in modo plastico alla gioia che ho provato nel gustare quel piatto di pasta, che oltretutto era assai abbondante. Alla fine arrivano cantucci e vin santo omaggio della casa. Per il conto viene al tavolo un signore simpatico con indosso un grembiulaccio da cucina. Prima di scrivere chiede se è andato tutto bene.

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Ristorante Latini
Ristorante Latini

Benissimo, direi. La costata la paghiamo il giusto. Per vino, acqua e coperto (e dolcetti) scrive sei euro per tre persone. Gli straccetti al ragù sette euro. Alla fine abbiamo speso come alla pizzeria sotto casa (mangiando la pizza, ovviamente, mica robe di lusso tipo una bistecca, che costa più che la costata di Latini). All’uscita c’è una piccola folla che aspetta di entrare. Dopo cena una passeggiata in centro ci vuole proprio. Che dire? Latini e Firenze, insieme, stanno bene.

A cento metri dalla riva è la rubrica per chi vuole vedere la realtà con occhi nuovi. Tutto c’è a cento metri dalla riva, dove i più, compresi i buoni nuotatori, non si spingono. Chi vive a cento metri dalla riva apprezza il fascino delle piccole cose particolari. Ogni settimana proveremo a proporvi qualcosa da vedere.

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