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Scarpa fashion. “I’m not Cinderella. I just love shoes”

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La storia della scarpa. In mostra a Venezia “I’m not Cinderella, I just love shoes” fino al 13 marzo 2019. Un viaggio nel design delle calzature femminili narrato attraverso quattro ritratti di donne singolari

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Museo della calzatura a Villa Foscarini Rossi

Quale donna rinuncerebbe alla propria scarpa fashion da calzare nei vari momenti della giornata? Sia che lavori. Che pensi al fitness. A viaggiare. A fare vanitosamente sfoggio del proprio look. La donna andrà alla ricerca della scarpa più idonea all’occasione, perfetta cornice alla mise indossata. Si può essere tradizionaliste, conformiste, oppure super trendy ma la scelta della scarpa diventa un must a cui non si rinuncia.
Venezia non si risparmia in fatto di mostre. Fino al 13 marzo 2019, gli appassionati cultori della storia della moda, o meglio della calzatura femminile, avranno modo di assistere alla mostra inedita “I’m not Cinderella. I just love shoes”. L’esposizione è allestita all’Event Pavilion, presso T Fondaco dei Tedeschi. La mostra dal titolo alquanto suggestivo, evoca sia la fiaba “Cenerentola” che la serie di film ispirati alla magica scarpetta. Si ripercorre la storia della scarpa, dal secolo XVI fino agli anni sessanta del secolo scorso, attraverso 40 modelli di scarpa con tacco. Selezionati dalla collezione di oltre 1500 calzature femminili di lusso, provenienti dal Museo della Calzatura di Villa Foscarini Rossi, ubicata lungo la Riviera del fiume Brenta.

Scarpe posate a terra
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Esposizione T Fondaco

Rossimoda è il nome del prestigioso calzaturificio che vanta oltre settant’anni di attività e di collaborazione con i più famosi marchi e atelier di moda del panorama internazionale. L’allestimento dell’esposizione è curato dal Gruppo DFS (Duty-Free Store) esperto nel travel retail di lusso mondiale. Dal 1960 e presente nel firmamento delle mete di viaggio più significative: da Los Angeles a Sydney, da Hong Kong a Singapore, da Bali a Siem Reap, da Honolulu a Okinawa.

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Calzatura femminile probabilmente di origine veneziana. Verso la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo si affermò questa caratteristica calzatura con pattino: per non sporcare le scarpe

Tra i brand esposti, vi sono nomi appartenenti all’haute couture: Christian Dior, Emilio Pucci, Fendi, Givenchy, Kenzo, Celine, Loewe, Nicholas Kirkwood, Max Mara, Ferragamo, Zegna, Valentino.
Per far risaltare la forma, i colori, l’estetica e la lavorazione artigianale, le scarpe sono state volutamente posate a terra o su scatole per dare l’illusione di poter essere subito indossate.
Gli organizzatori sono andati oltre l’estetica, oltre il comfort, oltre il business, oltre la storia. Hanno ideato un’esposizione intesa ad esplorare l’universo interiore femminile e che cosa spinge la donna all’acquisto della propria scarpa. Ne sono scaturiti quattro profili psicologici che la psicologa della moda, Paola Pizza, ha tracciato sulla base dell’identikit delle possibili acquirenti.

Profili psicologici per l’acquisto della scarpa
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Ambizione Grintosa, Donna Karan 2005. Sandalo della sfilata ready to wear primavera estate 2005, indossata dall’attrice Sharon Stone nel film “Basic instinct” girato nel 2006.

Vediamo quali sono. Eleganza equilibrata: è una donna dalla personalità decisa che punta più alla sostanza che all’apparenza; ama l’eleganza costruita sulla semplicità e non sull’esibizionismo. Non indossa tacco 12, né le forme trasgressive e va alla ricerca di modelli sobri, comodi e ricercati semmai nella forma e nella cura dei materiali e dei dettagli.
Ambizione grintosa: essendo dotata di carattere forte, deciso, imprevedibile e amante dei ruoli da leader, tale donna non può che essere affascinata da calzature dal tacco a spillo e altissimo per affermare la sua forte personalità di dominatrice.
Successo estetico: è una donna che ama affermare il suo senso estetico ed essere originale in ciò che indossa, scarpe comprese che devono testimoniare la sua sicurezza, intraprendenza nella vita di relazione. La sua scelta è sempre di tendenza e non rinuncia al tacco 12.
Creatività audace: è votata all’indipendenza, all’autonomia, alla libertà e non ama imposizioni. E’ talmente anticonformista che predilige capi eccentrici e all’avanguardia perché non vuole passare inosservata. Sceglie modelli estrosi, audaci, oseremo dire esclusivi, all’insegna della sicura visibilità.

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Curiosità sul palazzo Fondaco dei Tedeschi
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Interno del palazzo Fondaco dei Tedeschi

Il Fondaco dei Tedeschi, che si trova lungo il Canal Grande, a pochi passi dal Ponte di Rialto, nel sestiere di San Marco, vanta una storia millenaria. Innanzitutto il nome “fondaco” deriva dal greco ed anche dall’arabo e significa “casa-magazzino”. Venne costruito nel lontano 1228 per accogliere i mercanti provenienti dal Nord Europa e dalla Germania in cerca di spezie e di coloranti su cui la Serenissima imponeva forti dazi. Per l’ubicazione fu scelta l’area che s’affaccia sul Canal Grande e per l’architettura si pensò ad un palazzo imponente, a pianta quadrata disposto su più livelli intorno ad un cortile interno. L’esterno venne impreziosito da cinque grandi arcate che s’affacciano sul Canal Grande e chiudono un ampio portico per lo scarico delle merci. I livelli superiori sono abbelliti da finestre bifore e monofore mentre alla sommità svettano preziosi merli.

L’incendio del 1505

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Nemmeno l’incendio che distrusse il Fondaco nel 1505 fermò l’importanza dei commerci della Serenissima la quale, per volontà del doge Loredan, ricostruì l’intero complesso affrescando la facciata per mano di Giorgione e Tiziano mentre la decorazione degli interni fu affidata a Paolo Veronese, Tiziano e Tintoretto. Di questi importanti capolavori oggi rimangono pochi frammenti conservati nella Ca’d’Oro. Dopo il florido periodo della Repubblica veneziana, il Fondaco subì il passaggio delle truppe napoleoniche, il dominio austriaco, divenne centro telegrafico militare nel primo novecento, ufficio postale per lungo tempo cui seguirono anni di abbandono fino alla fortunata acquisizione, nel terzo millennio, per riportarlo al suo splendore originario attraverso un sapiente restauro e creare un ambiente spettacolare dove tradizione e contemporaneità sono complementari.

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Il Palazzo oggi
Palazzo Fondaco (Ph-Delfino SistoLegnani e Marco Cappelletti) ©DfsGroup

Attualmente il palazzo, inaugurato nel 2016, gode di fama glamour con i suoi 7000 metri quadrati di area flagship dove trovano spazio oggetti accuratamente selezionati tra i brand del Made in Italy ed internazionali. Il luccichio degli interni, il red carpet delle scale mobili, la vista mozzafiato sulle acque del Grand Canal, invogliano il consumatore ad ammirare ed acquistare prodotti di alta manifattura: abbigliamento ed accessori moda, gioielli e orologi, cosmetici e profumi, derrate alimentari d’eccellenza, vini e liquori, oggetti d’artigianato di qualità, il tutto allietato da uno scorcio panoramico offerto dalla terrazza sovrastante l’edificio, nel rispetto della tradizione veneziana della ben più nota “altana”.

Informazioni:
T Fondaco dei Tedeschi – Calle del Fontego dei Tedeschi, Venezia. Tel. +39 041 314 2000
Orari: aperto tutti i giorni dalle 10 alle 20 – Ingresso libero – www.dfs.com/en/venice

Museo della Calzatura di Villa Foscarini Rossi: Cristina Rossi, cristina@villafoscarini.it

GALLERIA FOTOGRAFICA

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