“I risultati sull’andamento dell’estate turistica assomigliano più ad un bollettino sanitario sullo stato di salute precario di un malato, che allo sviluppo del principale settore economico del Paese”. È questo il commento del presidente della Federalberghi-Confturismo, Bernabò Bocca, alla lettura dei dati sul turismo estivo.
I dati sono il frutto di una inchiesta svolta dalla Federazione tra il 25 ed il 29 agosto tra le 126 Associazioni Albergatori disseminate sull’intero territorio nazionale e rientrano nell’ambito del programma Check Turismo 2005 varato dalla Federalberghi per tenere sotto stretto controllo l’andamento del mercato turistico dei mesi estivi.
La ricerca rivela, infatti, che gli italiani hanno fatto vacanza in numero maggiore rispetto alle previsioni ma con una minor capacità di spesa. Questo ha prodotto: una diminuzione di pernottamenti alberghieri, stimabile attorno ad un –3%; periodi di soggiorno continuativo più brevi, un taglio della quantità di servizi richiesti, cioè meno pensioni complete, meno consumazioni al bar, meno extra a tavola; un calo del fatturato stimabile almeno in 1 miliardo di euro; ed un incremento sensibile dei week end, fenomeno che in estate era sempre risultato abbastanza marginale rispetto al soggiorno standard.
Per quanto riguarda invece l’estero la flessione che registriamo è completamente dovuta al crollo della clientela tedesca, che rappresenta il 33% dei pernottamenti stranieri.
La perdita è oscillata tra il 5% ed il 20% a seconda delle varie aree geografiche. Mentre segnali di ripresa si sono registrati per francesi, inglesi, belgi e l’intera area del Nord Europa.
Un altro fenomeno che ha peraltro appesantito la crisi estiva del turismo in Italia, è stata la “concorrenza” fatta registrare da affittacamere e strutture private adibite ad uso vacanziero.
Tra le tipologie turistiche, le città d’arte hanno sofferto meno, mentre le località sui laghi e di montagna hanno risentito del calo dei tedeschi. Infine le località marine hanno dovuto in gran parte scontare anche le negative condizioni climatiche.
La causa principale secondo Federalberghi è la recessione economica in cui si trova l’Italia. Ma non solo. Bocca sostiene che l’aver delegato alle Regioni ogni competenza in materia turistica, abbia ridotto la visibilità complessiva del Paese nel mondo. Inoltre la mancanza di un disegno di politica del turismo e di organismo preposto, secondo il presidente, indebolirebbe le potenzialità turistiche del nostro paese.
“Non c’è più margine per compromessi. E la Legge Finanziaria per il 2006 deve affrontare con coraggio iniziative in campo fiscale, infrastrutturale e della promozione”.