Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Una notte al Cairo

Né zombie né vampiri, protagonisti della notte africana, ma due amiche italiane alla ricerca delle atmosfere, tra l’affascinante e il proibito, delle ore buie e insieme illuminate della più grande metropoli d’Africa

Nel cuore (notturno) della capitale egiziana

Piazza Midan al Tahrir
Piazza Midan al Tahrir

Ma noi vogliamo vivere il Cairo vero, quello popolato dagli egiziani.
Varco le porte del Café Riche. La sala, rimasta integra dai primi anni del novecento, riporta ai fasti coloniali dell’epoca di Champollion.
Decadente e seducente il Riche: come la galleria di foto ingiallite dei famosi che varcarono la sua soglia. Mi siedo su un divanetto davanti a una vetrata: sospesa in questa curiosa dimensione spazio-temporale, gioco con le posate, in bilico tra un passato senza tempo che scorre oltre la finestra e quello coloniale di questo caffè. Cerco in un piatto di “tahini”, bistecca annegata nei pistacchi, una specie di amarcord tra faraoni e piramidi. Invano.
Forse mi andrà meglio con l’Estoril che si trova di fronte: tra i marcati aromi della cucina libanese mi gusto un vernissage fotografico nel corridoio che si snoda tra i tavolini.
Sono le nove di sera e il caldo non accenna a diminuire. La mia amica sembra capirlo perciò raggiungiamo un’altra piazza, la Midan al Tahrir, a prima vista priva di locali. Saliamo le scale di un palazzo anni venti e al secondo piano di questo edificio, raggiungiamo una terrazza rotonda. È il Club Greco, ritrovo dell’intellighenzia egiziana. Mi spiega che ci sono molti locali simili a questo al Cairo.
La terrazza del cinema multisala Odeon, ad esempio, anche se il più suggestivo resta il Caffè Hourria – un inno arabo alla libertà – che si affaccia con grandi vetrate sulla strada Bab al-Louk. La particolarità del locale consiste nella sua partizione: a destra un aspetto classico, mentre a sinistra una sequenza di scacchiere. O ancora la Town House, una galleria di giovani artisti d’avanguardia che non sfigurerebbe a Brera o sui Campi Elisi.

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Musica per tutti i gusti, nei locali “trend”

Un complesso suona al Cairo Jazz Club
Un complesso suona al Cairo Jazz Club

E se volessi ascoltare musica dal vivo? C’è l’After Eight, dove ogni giorno si eseguono “jam session” di artisti locali. Un calendario di appuntamenti eclettici è quello offerto dal Cairo Jazz Club dove in una notte si può passare dal rock al jazz. Tanta musica anche al Jazz Up, anche se questa è una lotta contro il tempo.
Comincio ad avvertire segni di stanchezza, ma non posso cedere.
Per completare la notte manca solo una cosa: scatenarsi in pista. Ed è il Latex, sulla terrazza del Nile Hilton, a permetterlo. L’ingresso è costoso per chi non è socio e l’ambientazione hi-tech lo fa assomigliare all’Hollywood di Corso Como a Milano. La cosa non mi convince. Meglio il Flux, nel quartiere di Moahandessen, dove una piccola pista permette di socializzare. Anche se ormai è tardi.

A Giza? Quando farà giorno

Piramide di Giza e la Sfinge
Piramide di Giza e la Sfinge

Vorrei raggiungere Giza ma la mia fedele compagna di scorribande notturne mi fa capire che a quest’ora il percorso che si snoda verso le piramidi è più simile a Las Vegas che altro. Nei pressi della piana si susseguono discoteche impersonali come l’Evolution X o il Blue District Lounge.
Meglio chiudere la notte in modo più poetico. Per cinquanta Lire noleggiamo una feluca e aspettiamo che il sipario si alzi su un nuovo giorno del Cairo.
Le luci si abbassano, mentre il caos soffoca nel lento sciabordio dell’acqua.
Sotto gli occhi di Ra, mi abbandono al Nilo cullata da un sonno antico milioni di anni.

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