Venerdì 29 Marzo 2024 - Anno XXII

Ushuaia, più a sud proprio non si può

Ushuaia

“La mas austral del mundo” proclamano con sciovinistico vanto i circa trentamila argentini di Ushuaia. Nell’idioma degli indigeni Yahgan il nome della cittadina sta per “baia in direzione ovest”. Ma qui, anche l’ovest fa parte del profondo sud

Ushuaia foto Rodrigo Soldon
Ushuaia foto Rodrigo Soldon www.flickr.com

La mas austral del mundo” proclamano con sciovinistico vanto i circa trentamila argentini di Ushuaia. Nell’idioma degli indigeni Yahgan il nome della cittadina sta per “baia in direzione ovest”. Ma qui, anche l’ovest fa parte del profondo sud. Alle roboanti millanterie dei “gaucho” discendenti dall’emigrazione italo-spagnola è sempre meglio fare una doverosa tara. Altrettanto onestamente riconosciuto, nel nostro pianeta, Ushuaia è un centro abitato così a sud, che più a sud non si può.

Bussola e paralleli a parte, la cittadina (capitale della Tierra del Fuego, a quattro ore di aereo da Buenos Aires) merita una visita. Soprattutto se il turista completa il viaggio imbarcandosi verso l’Antartide o ammirando i fantastici ghiacciai della non lontana Patagonia. Per questo estremo lembo argentino del cono sudamericano, la storia comincia abbastanza tardi. Inizia con l’avvistamento, da parte di Magellano, dei fuochi accesi dai nativi, per certo ignari che i loro falò avrebbero dato il nome a un’intera regione, finendo per di più sulle carte geografiche.

Nell’Ottocento, gli studi di Darwin

Indigena Yahgan
Indigena Yahgan

Come in tanti altri posti del mondo, l’arrivo degli scopritori europei non portò fortuna agli indigeni. In un piccolo ma interessante museo di Ushuaia è documentato il loro sterminio. Sterminio per opera dell’uomo bianco. Il museo è stato completato un’ottantina di anni fa, nonostante gli interventi di missionari protestanti e soprattutto di un sacerdote trentino, padre De Agostini, che ne descrisse i costumi e le abitudini.
Più che per l’infelice storia dei poveri indigeni, Ushuaia – e il canale di cui costituisce il porto principale – sono noti per le ricerche scientifiche di Charles Darwin. Darwin nel 1832 vi approdò sulla nave Beagle e diede allo specchio d’acqua il nome del suo vascello-laboratorio.

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Il museo
Il Museo

La sosta a Ushuaia e dintorni, durante la spedizione scientifica durata cinque anni, fu certamente utile allo scienziato dell’evoluzione della specie. Una realtà che anche il più tranquillo turista in visita alla città “mas austral del mundo” può constatare.
Un’escursione di una ventina di chilometri dai sessantatremila ettari del “Parque Nacional Tierra del Fuego”. Luogo che diverte per alcune curiosità: un villaggio di immigrati coreani, il carcere di “Reincidentes”, che dal 1902 al 1947 ospitò gente che, in caso di fuga, avrebbe avuto seri problemi di trasporto per arrivare a Buenos Aires, ma soprattutto interessa per la grande varietà della flora.

Laghi, isole, foche e pinguini

Penguin Beagle
pinguini nel canale Beagle

Non meno attraente, a un centinaio di chilometri, una gita ai laghi Escondido (nascosto) e Fagnano, superando il passo Garibaldi (a 450 metri di altitudine).
Ma è soprattutto il contatto con la fauna, durante una minicrociera su un catamarano, che entusiasma il viaggiatore armato di cannocchiale e macchina fotografica.

Bastano i nomi di isole e baie per sapere quanto dispensa madre natura: la baia Golondrinas (rondini), l’isola dei Pajaros (uccelli di tante specie: albatros, pellicani) e quella dei Lobos (foche) per giungere all’isola Martillo, popolata da elefanti marini e pinguini “magellanici”.
Di fronte a Ushuaia, sulla sponda meridionale del canale Beagle, l’isola Navarino appartiene al Cile. Per lungo tempo oggetto di disputa con l’Argentina (si evitò una guerra grazie a una mediazione del Vaticano). Isola Navarino possiede un centro abitato non più grande di un paese. Ma la crescita demografica del piccolo centro preoccupa i dirimpettai argentini. Se la sua popolazione aumentasse oltre misura, la povera Ushuaia finirebbe di essere “la ciudad mas austral del mundo”!

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