Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Europa: Istanbul e Trieste, antichi legami

Europa

Sembra bora quella che soffia incessantemente sul Corno d’Oro e sul lungomare di Istanbul. Navigando lungo il Bosforo, due triestini commentano la “voglia d’Europa” del grande (e temuto) Paese islamico

Navi sulle rive del Bosforo
Navi sulle rive del Bosforo

Domenica mattina, ore dieci. Appuntamento davanti al museo navale di Istanbul con Gian Paolo Papa, triestino, ex rappresentante dell’Unione Europea in Turchia.
Arriva puntuale, sorridente e mi saluta in triestino (Co’ ‘sto tempo se devi andar in barca!). Detto e fatto.
Saliamo su uno dei traghetti che instancabilmente attraversano le acque ventose del Bosforo e salpiamo; direzione, Mar Nero.

Europa, grande sogno dei Turchi

Gian Paolo Papa e Chiara Meriani
Gian Paolo Papa e Chiara Meriani

Più che domande e risposte, il colloquio si snoda toccando argomenti diversi che si aggiungono ai commenti sulle stupende visioni della costa, punteggiata dalle case e dai monumenti della città e dai piccoli centri che le fanno corona.
Mi viene istintivo soddisfare la prima curiosità, quasi ovvia. E’ poi così vero che i turchi “vedono” il proprio futuro nell’Europa unita?
Papa, che vive in Turchia da oltre vent’anni, conferma che il vecchio continente rappresenta per i turchi, più che un sogno, una reale aspirazione.
“L’Europa rappresenta un posto dove si possono fare le ‘cose’ che fanno tutti e che qui ancora non si possono fare. In Europa c’è una maggiore libertà di movimento, mentre la Turchia è ancora molto rigida al riguardo; a fronte della diffusa democrazia europea, quella locale è una conquista recente che se ne sta comunque tuttora seduta sulla grande seggiola dell’esercito; che spesso interviene anche dove non dovrebbe”.
Papa aggiunge un’altra considerazione. Entrando a far parte dell’Unione Europea, i turchi pensano di guadagnare, certi del fatto che aumenteranno le opportunità di commercio con l’Europa. Lui, che li conosce bene, arriva ad affermare che è ben lontana dalla popolazione l’idea di entrare in Europa per “occuparla”. Quello che desiderano è di avere libero accesso per scoprire, imparare, lavorare; per poi tornare a casa loro.
“Europa” è sinonimo di sviluppo economico accelerato e per conseguenza  creazione di posti di lavoro nella stessa Turchia. E questo è di fondamentale importanza.

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Paese di giovanili fermenti

Studenti all'uscita da scuola
Studenti all’uscita da scuola

Gian Paolo Papa è certo del fatto che la “molla” che spinge i giovani è quella di poter fare esperienza, assaporando inoltre il gusto della libertà.
L’Europa porterebbe anche un miglioramento dei diritti civili e consentirebbe la nascita di sindacati veri, oltre a varare una struttura educativa più aperta e più libera; non solo per chi ha buone disponibilità finanziarie ma anche per coloro che vengono aiutati da numerose borse di studio. E’ una tendenza buona e da consolidare sempre più; quella cioè che prevede di investire nell’educazione e nella cultura; l’ingresso in Europa rappresenterebbe quindi il naturale “lievito” del cambiamento.
“L’educazione in Turchia – aggiunge –  è ancora molto rigida e austera, quasi autoritaria, anche se sta cambiando e ha preso una buona direzione: ci sono circa settantacinque università, sparse in tutta la Turchia e sono ben centomila gli studenti che oggi stanno seguendo corsi universitari tenuti totalmente in inglese o in francese. Altri venticinquemila all’anno vanno poi a frequentare  ‘master’ all’estero”.

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