Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Cambia la normativa per gli agriturismi

Nella nuova legge quadro compare un più stretto collegamento ai prodotti agricoli del territorio, rilascio più rapido delle autorizzazioni, costituzione di un osservatorio nazionale per monitorare lo sviluppo del settore

Roma, agriturimo Martignano (Foto:Pino Mannarino)
Roma, agriturimo Martignano (Foto:Pino Mannarino)

Lo scorso 8 febbraio è stata approvata la nuova legge quadro per la disciplina dell’agriturismo. Sedici articoli che ricalcano nella architettura fondamentale la legge quadro precedente, la L. 5 dicembre 1985 n. 730, ora abrogata.
Ne abbiamo parlato con Giorgio Losurdo, direttore di Agriturist- Confagricoltura e Livia Pianelli, direttore di Terranostra-Coldiretti, associazione per l’agriturismo, l’ambiente e il territorio. Giudizio “senz’altro positivo” il primo, parzialmente favorevole il secondo.
“Riteniamo che sia una buona legge – afferma Losurdo – dal punto di vista delle flessibilità e delle semplificazioni. Ci sono, inoltre, delle precisazioni importanti, nel distinguere la ristorazione agrituristica da quella di altro genere, nel senso che si tratta di una ristorazione legata a prodotti propri o regionali”.
“Secondo noi – afferma la Pianelli – alcune cose sono condivisibili. Apprezziamo la chiarezza riguardo alla definizione dell’attività, il legame che deve avere con l’agricoltura, e le attività che rientrano nell’agriturismo”.
Fra le novità più significative della nuova legge,  infatti, vi è un più stretto collegamento della ristorazione ai prodotti agricoli del territorio, in particolare quelli riconosciuti DOP e IGP.

(Foto:Pino Mannarino)
(Foto:Pino Mannarino)

Interlocutori primari, chiamati a recepire la legge quadro, sono le Regioni “che – commenta Losurdo – dovranno poi fare le loro leggi influendo così loro sul comportamento delle imprese. Infatti fino a quando non viene recepita dalle regioni non ha alcun riferimento concreto”.
“Ci sono – spiega la Pianelli – indicazioni precise in modo che le regioni legiferino in autonomia nel valorizzare le specificità dell’agriturismo ma non differenziando l’offerta in modo tale che non sia più riconoscibile al consumatore il prodotto agrituristico. Ad esempio la Regione Toscana per tantissimi anni ha impedito la ristorazione nelle aziende agrituristiche. Per noi è difficile spiegare al consumatore che le regioni possono discriminare fino a questo punto.  Ora è stato chiarito che rientrano nelle attività agrituristiche il dare ospitalità, ristorazione e attività ricreative e culturali, fermo restando il principio della connessione con l’attività agricola e il parametro del tempo lavoro. Ciò significa che il tempo di lavoro deve essere dedicato all’attività agricola tradizionale, cioè coltivazione, allevamento e fisicultura, mentre l’attività di agriturismo deve essere inferiore, secondo delle tabelle fissate dalle regioni a seconda della produzione, patrimonio edilizio e territorio. Si tratta di un’attività aggiuntiva che dà valore, ma non può dar adito a compenso autonomo”.

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Attività casearia (Foto:Pino Mannarino)
Attività casearia (Foto:Pino Mannarino)

Altro punto importante della legge riguarda il rilascio più rapido delle autorizzazioni, pur con immutato rigore nei controlli da parte delle Regioni. “Per ottenere le autorizzazioni – sostiene Losurdo – ci sono ora meno passaggi ( non più regione, provincia, comune, ma solo comune) con tempi relativamente più brevi. Questo però non significa troppa elasticità nelle concessioni, che comunque si è verificata con la scorsa legge, nonostante la laboriosità burocratica. Ciò che conta ed è opportuno è non mettere in difficoltà le imprese”.
“Ora non bisogna più aspettare i 60 giorni – ricorda la Pianelli – chi è pronto e in regola può ottenere in tempi rapidi e utili dal comune l’autorizzazione, che diventa una forma di autocertificazione. Prima di questa legge, in caso di subentro, di passaggio di titolarità, bisognava richiedere una nuova autorizzazione e talvolta l’azienda, seppur avviata, era costretta a sospendere l’attività in attesa di essa rischiando di perdere quote di mercato. Ora non più”.
Infine nella Legge si parla della costituzione di un osservatorio nazionale per monitorare lo sviluppo del settore. “L’osservatorio – commenta Losurdo – è un altro punto importante. Finora il ministero delle Politiche Agricole non ha mai avuto alcuno strumento per monitorare la situazione e avere informazioni sugli agriturismi. E’ quindi necessario sapere e avere un’idea di cosa succede”.

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