Fiavet, federazione italiana agenzie di viaggio, ha annunciato una ricerca sugli associati per verificare l’andamento del mercato e la presenza di giovani professionisti nel turismo. L’indagine “Imprese di viaggio e giovane management”, presentata qualche giorno fa, è stata elaborata su un campione di quasi 400 agenzie, pari a circa il 22 per cento delle 1767 federate Fiavet. Il questionario è stato studiato con più di un obiettivo: fotografare lo stato delle agenzie associate e lasciare spazio a critiche e suggerimenti. Nicola Gonfiantini, responsabile di Giovani Fiavet, spiega: “Abbiamo lavorato su tre direttrici. La prima era rivolta a esaminare le caratteristiche delle agenzie e la loro storia. La seconda riguardava la presenza di giovani imprenditori, al di sotto dei quarant’anni, la terza infine era un microfono aperto, per sondare le opinioni degli associati”.
L’indagine si snoda in tre capitoli che comprendono dati statistici, informazioni qualitative e qualche sorpresa. Le federate Fiavet, che rappresentano circa il 25 per cento delle agenzie italiane, mostrano di avere un’attività diversificata che si divide spesso tra organizzazione e intermediazione e sceglie più di un settore di riferimento: i viaggi individuali e di gruppo, il business travel, dedicato a chi si muove per lavoro, il turismo congressuale, i cosidetti outgoing e incoming, da e per l’Italia. Il 45,4 per cento si dedica esclusivamente ai viaggi all’estero, mentre le agenzie che si rivolgono a entrambi i comparti sono circa il 31,3 per cento e si dividono in modo variabile i ricavi provenienti dall’import e dall’export.
“Abbiamo studiato la presenza di giovani operatori e professionisti in azienda”, ha detto Gonfiantini. “Nel 62 per cento delle imprese sono già presenti, nel 37 per cento no. Questo vuol dire che ci sono ancora margini di sviluppo per chi vuole entrare nel settore”. La formazione di questi giovani imprenditori sembra poco legata a titoli specializzati: “Quasi la metà approda a incarichi di responsabilità dopo un percorso lavorativo, magari per un passaggio generazionale, nelle imprese a conduzione familiare, con diplomi o lauree diverse dai titoli di settore”, osserva Gonfiantini. Solo il 28 per cento ha una laurea, il 38 per cento un diploma specifico per il turismo. “Credo che dobbiamo interrogarci su questo dato. Oggi l’offerta di istruzione specializzata è ben presente, comprende istituti tecnici, corsi di laurea, master. Credo però che sia necessario un contatto più continuo e meno sporadico tra il mondo della scuola e le imprese”.
I problemi dei giovani agenti, sottolinea Gonfiantini, sono in genere analoghi a quelli dei responsabili più maturi e riguardano in particolare come sopravvivere alle crisi di mercato, il confronto con la concorrenza, come ottenere credito e fiducia, laddove si tratta non solo del riconoscimento di un ruolo ma anche di un miglior rapporto con le banche per la gestione dei finanziamenti, precisa Gonfiantini.
La terza parte della ricerca “è molto importante per Fiavet, è segno che la federazione vuole capire le esigenze degli associati”, dice Gonfiantini. Lo spazio aperto a segnalazioni, critiche, suggerimenti mostra un panorama eterogeneo: c’è apprezzamento per l’associazione, ma anche richiesta di maggiore intervento, ma c’è soprattutto la tensione verso la concorrenza. Molte sono le voci contro l’offerta di viaggi e vacanze da parte di enti diversi dalle agenzie, senza un’esperienza professionale specifica. La concorrenza si sente molto anche con i portali e gli operatori su Internet: “Oggi l’agente non è più l’unico interlocutore nei confronti del turista”, dichiara Gonfiantini. “Le agenzie però hanno dalla loro il valore aggiunto della consulenza, dell’assistenza continua, dell’affidabilità. E’ vero che su alcune offerte a basso costo, i prezzi dei viaggi che si vendono in rete sono molto competitivi. In tanti altri casi, però, in agenzia si possono trovare offerte a costi non dissimili e con altri vantaggi”, conclude Gonfiantini.