Il 2009 è un anno molto importante per la Lituania. Il Paese, il più grande e più meridionale dei tre Stati baltici, celebra il suo millenario e la sua capitale, Vilnius, diventa la Capitale Europea della Cultura.
Un anticipo lo si è avuto a Milano nei giorni scorsi quando è stato presentato il programma ufficiale. Per l’occasione è giunto nel capoluogo lombardo la statua dell’Angelo di Vilnius, opera di Vaidas Raimoška, simbolo del Progetto VECC e della rinascita della città, che è attualmente esposto al Palazzo Reale di Milano. Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco di Vilnius, Juozas Imbrasas, e l’ambasciatore della Lituania in Italia, Šarūnas Adomavičius.
A essere sinceri la prima menzione del nome Lituania, nel 1009, non è molto tranquillizzante, si riferisce alla morte violenta del missionario Bruno di Querfurt ucciso con un colpo in testa insieme ad altri 18 compagni… Mille anni più tardi le cose sono cambiate e i lituani sono diventati un popolo ospitale e tollerante. Doti che saranno particolarmente evidenziate durante l’arco dell’anno con la miriade di manifestazioni organizzate come Capitale Europea della Cultura.
Il trionfo del Barocco
La caratteristica principale di Vilnius è quella di essere la città barocca più settentrionale al mondo. Profondamente cattolica, la Lituania accolse nei secoli XVII e XVIII questo tipo di architettura caratteristico del Sud Europa e della Controriforma e Vilnius oggi è ancora tutta in questo stile.
La città non è grande e si stende tra i suoi due fiumi, il Vilnia e il Neris, dominata dalla collina sulla quale svetta la torre di Gediminas. Ai suoi piedi il castello reale e la cattedrale neoclassica il cui campanile è ricavato elevando una delle torri dell’antico castello. Da lì partì la lunghissima catena umana che collegò i tre Paesi baltici che chiedevano l’indipendenza nel 1991. Il punto esatto è segnato da una mattonella particolare. Il centro storico, patrimonio Unesco dal 1994, si dipana soprattutto di fronte e a sinistra della cattedrale.
Città multietnica
Per la sua storia tormentata, un continuo andirivieni tra Polonia e Russia, la popolazione di Vilnius è sempre stata multietnica. Anche oggi questa ricchezza di influenze culturali si avverte, a maggior ragione dopo l’indipendenza e l’ingresso nella Comunità Europea. Scorrendo il programma del VCEC (Come chiamano il progetto di Capitale Europea della Cultura), si nota una grande vivacità con molti programmi con artisti ed esecutori internazionali, come il 21 giugno quando oltre 3mila cantanti provenienti da tutto il mondo e dalla Lituania eseguiranno il Requiem di Verdi.
Si aprono nuovi spazi, un’offerta il cui scopo è quello di aumentare i flussi turistici stranieri. L’obbiettivo, ambizioso, è quello di raggiungere una percentuale del 15%.
Si diceva: “Vilnius città barocca…”. Al periodo è dedicato il programma artistico “Dialoghi Barocchi” che durerà per tutto il 2009 con circa 1.000 artisti da 20 Paesi Europei che presentano il contatto tra le diverse anime del barocco dell’Europa Occidentale e Centrale con quello nordico di Vilnius attraverso architettura, musica, teatro, letteratura e ballo.