Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Milano, da Burri al Nouveau Réalisme

Due mostre, alla Triennale di viale Alemagna e al Pac, guardano alla ricerca artistica del Novecento europeo e italiano. L’autore delle combustioni e il gruppo di Pierre Restany

Alberto Burri, Rosso Plastica, 1962
Alberto Burri, Rosso Plastica, 1962

14 gennaio – Ancora qualche settimana per ammirare a Milano due importanti capitoli dell’arte contemporanea. Alla Triennale di via Alemagna, sino all’8 febbraio, una retrospettiva ricorda Alberto Burri, l’artista delle combustioni e dei cretti. Al Padiglione d’arte contemporanea, fino al primo febbraio, l’antologica sul Nouveau Realisme rende omaggio alle esperienze del gruppo fondato da Pierre Restany. Entrambe le mostre sono occasioni rare: Burri è assente da un’esposizione a Milano dal 1984, mentre parlare del “nuovo realismo” suona quasi come un “amarcord”, per la città che ospitò gli eventi del decennale del movimento nel 1970. Da qualche anno finalmente interessante nel panorama delle esposizioni d’arte, Milano paga con Alberto Burri un debito contratto nel 1989, quando la distruzione dell’opera Teatro continuo, presso l’Arco della Pace, da parte di un assessorato, interruppe i rapporti tra la città e l’artista. Burri decise di non esporre più nel capoluogo lombardo: oggi, a quattordici anni dalla sua morte, i due piani del palazzo della Triennale gli rendono un nuovo tributo.

Il sacco e la fiamma ossidrica

Alberto Burri. Cretto G2. Fondazione Palazzo Albizzini Collezione
Alberto Burri. Cretto G2. Fondazione Palazzo Albizzini Collezione

Le ampie sale di via Alemagna sono il luogo adatto a ripercorrere la ricerca di Burri, dal dopoguerra sino agli anni Novanta. Sono presenti i diversi cicli di opere alle quali l’autore si è dedicato: dai sacchi alle combustioni sino ai “cretti”, realizzati con un impasto di caolino e colla, e i cellotex, un aggregato di segatura e vinavil. Stupisce tuttora la plastica bruciata dalla fiamma ossidrica e poi lavorata a mano, per realizzare effetti pittorici e di volume, nelle combustioni; già noti i sacchi – veri e propri lembi di tela applicati ai quadri – degli anni Cinquanta, la prima grande novità dell’artista. “Potrei ottenere quel tono di marrone, ma non sarebbe lo stesso”, spiegava Burri. “Nel sacco trovo quella perfetta aderenza fra tono, materia e idea che col colore sarebbe impossibile”. Al secondo piano, la Triennale ripropone i dieci Neri degli ultimi anni Ottanta, esposti a Città di Castello, con lo stesso allestimento di allora su pareti nere. I prestiti della fondazione palazzo Albezzini-collezione Burri, di Città di Castello, sono molti, ma la retrospettiva vede anche le fotografie di Aurelio Amendola, che ritraggono l’artista al lavoro, le opere grafiche e le scenografie teatrali.

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Piccolo mondo moderno

Mimmo Rotella. La libertà
Mimmo Rotella. La libertà

Il padiglione d’arte contemporanea ripropone, tra gli altri César, Jean Tinguely, Arman, Daniel Spoerri, Mimmo Rotella, Christo. Questa volta nessun debito è stato contratto dalla città verso il Nouveau Realisme e lo stesso Restany, già direttore della rivista D’Ars, quasi fu milanese d’adozione per la frequenza e l’intensità del suo lavoro nella metropoli. Il Pac commemora una stagione artistica, che si prolungò ben oltre il 1970 sino ad arrivare ai giorni nostri, con una collettiva che sarà un déjà vu per i più esperti e un divertente spunto di riflessione per il largo pubblico. Viene da Basilea la grande installazione di Jean Tinguely, che si attiva da un pulsante mettendo in moto una catena di ruote e ingranaggi. L’allusione al mondo industriale si ripete nelle compressioni di César, chiari riferimenti, in materiali e vernici, alle carrozzerie delle automobili. L’influenza della pop art americana e la riflessione sulla società sui consumi si rivede nei manifesti strappati di Mimmo Rotella, nelle opere di Arman, che raggruppano insiemi di oggetti uguali: sci, violini, orologi. “La Chute des Courses“, accumulazione di carrelli da supermercato, è del 1996: specchio di un mondo oggi forse superato, da comunità virtuali e web 2.0.

 

Alberto Burri
Triennale, viale Alemagna 6, Milano.
Fino all’8 febbraio
Orario: da martedì a domenica 10.30-20.30, giovedì 10.30-23
Per informazioni: www.triennale.it; tel 02 724341

 

Il Nouveau Réalisme dal 1970 ad oggi. Omaggio a Pierre Restany PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, via Palestro 14, Milano
Sino al primo febbraio
Orario: lunedì 14.30– 9.30, da martedì a domenica 9.30–19.30; giovedì 9.30- 22.30
Per informazioni: www.comune.milano.it/pac; tel 02 76009085

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