Mercoledì 24 Aprile 2024 - Anno XXII

Bertinoro, capitale dell’ospitalità di Romagna

Balcone panoramico sulla Riviera Adriatica, la cittadina si sviluppa sulla prima collina che si incontra arrivando da Rimini o da Forlì. La rinomata ospitalità romagnola trae probabilmente le sue origini proprio da questo luogo

La Colonna delle Anella
La Colonna delle Anella

Che il confronto con l’altro, la consuetudine dell’ospitalità, sia qui una tradizione radicata fino a diventare elemento distintivo della sua stessa identità, lo dimostrano in particolare due presenze che, più che significative, si potrebbero definire simboliche.

Da una parte, la Colonna delle Anella, simbolo che proviene dall’antichità; dall’altra, il Museo interreligioso, creatura moderna, dedicato alle tre principali religioni monoteiste.

Hic consistit viator. Omnibus una. Si me Busiris nosset taurica tellus disceret exemplis hospita facta meis“. Che tradotto, diventa: “Qui si fermò il viandante. Una per tutti. Se Busiride (mitologico re d’Egitto che uccideva i forestieri) mi conoscesse, se la terra dei Tauri mi conoscesse, imparerebbero dal mio esempio come l’ospitalità debba essere praticata”.

A gara per ospitare i forestieri

Piazza della Libertà
Piazza della Libertà

Il piedistallo della Colonna delle Anella reca questa iscrizione in latino che ne spiega il significato ai viaggiatori del nostro tempo.

La tradizione vuole che la colonna di piazza della Libertà sia stata eretta per volontà di Guido del Duca e Arrigo Mainardi, due nobili bertinoresi del XIII secolo, che dovevano risolvere un frequente motivo di contesa. Pare che le famiglie benestanti di Bertinoro litigassero tra loro per offrire ospitalità ai viandanti che sostavano nella città.

Come mai tutta questa attenzione verso lo straniero? Non esistendo all’epoca mezzi di informazione come li conosciamo oggi, il pellegrino rappresentava un’occasione di comunicazione straordinaria per venire a conoscenza di ciò che accadeva nel resto del mondo. La colonne delle dodici anella, diventa allora una bella e ingegnosa soluzione: ad ogni anella corrispondeva una delle dodici famiglie di Bertinoro. Il pellegrino, giunto al borgo, legava il cavallo a una delle anella, individuando in tal modo la casa che lo avrebbe ospitato.

LEGGI ANCHE  Venezia, la mia città

Una tradizione ancor oggi viva

A ogni busta corrisponde una famiglia o un ristorante della cittadina romagnola
A ogni busta corrisponde una famiglia o un ristorante della cittadina romagnola

La tradizione ripresa ufficialmente dal 5 settembre 1926, viene riproposta ancora oggi, nonostante, è proprio il caso di notarlo, la stupefacente moltiplicazione dei mezzi di informazione. Ogni prima domenica di settembre la città rievoca l’antico rito; gli stranieri che oggi non arrivano più a cavallo, prendono una delle buste legate alle anella e partecipano come ospiti al pranzo della famiglia o ristorante bertinorese a cui corrisponde la busta. Dati ufficiali riferiscono che nel settembre del 2008 sono state circa 80 le persone ospitate nelle famiglie e 150 dai ristoranti.

Ogni anno la Festa dell’Ospitalità si arricchisce, oltre che di un vivace programma culturale, anche della presenza di stand gastronomici (da Bertinoro arriva il noto formaggio a pasta molle, noto come “squacquerone“) delle aziende vitivinicole locali, che raccontano degli antichi sapori e profumi di questa terra.

Condividi sui social: