Gli amanti del surrealismo fremono in attesa del nuovo museo Magritte che apre a Bruxelles il 2 giugno. L’ultimo tributo del Belgio a uno dei suoi pittori più amati sarà a palazzo Altenloh, in place Royale, con una collezione di più di duecento opere, documenti e testimonianze.
Palazzo Altenloh, edificio di stile neoclassico ristrutturato per l’occasione, darà alle tradizionali mete di visita di Bruxelles una più forte connotazione artistica. La città riporterà con sé la seduzione mai sopita della pittura di René Magritte e la sorpresa, sempre densa di nuovi significati, che le sue opere sono in grado di dare al pubblico, siano esperti o semplici appassionati.
Il museo farà parlare Magritte stesso a cominciare dalla facciata: una serie di schermi riprodurrà il cielo azzurro, inframmezzato da nuvole, ricorrente in tanti dipinti dell’autore. All’interno, l’esposizione sarà distribuita su tre piani e presenterà la ricerca dell’artista belga sin dalle prime opere e coprendo diversi generi. L’obiettivo è offrire al pubblico la maggiore collezione di lavori di René Magritte raccolta in una sola sede, in uno spazio che si dichiara pronto ad accogliere 650 mila visitatori all’anno.
Tempi surrealisti
Dopo aver visto il museo, si potrà tornare a passeggiare per Bruxelles, alla ricerca dei segni dei surrealisti belgi. René Magritte, dopo aver conosciuto a Parigi André Breton e aver aderito al surrealismo francese, torna a Bruxelles nel 1930 con la moglie Georgette e stringe relazione con un gruppo di fedelissimi: tra gli altri, Irène Hamoir, Marthe Beauvoisin, Louis Scutenaire, André Souris, Paul Nougé. Insieme frequentano il caffè La Fleur en papier doré, in rue des Alexiens, a pochi minuti da place Royale, aperto tuttora; amano giocare a scacchi alla sala Le Greenwich, in rue des Chartreux e spesso si incontrano a casa di René e Georgette, a Jette, nei sobborghi settentrionali della capitale.
In circa venti minuti di tragitto con i mezzi pubblici, l’abitazione di Jette è tuttora visitabile: è il Musée René Magritte, di rue Esseghem, da non confondere con il Musée Magritte Museum di place Royale. È stato un collezionista, André Garitte, ad acquistare nel ’93 l’appartamento che fu abitato dai Magritte sino al 1954. A questo vi aggiunse i due piani superiori, per realizzare una preziosissima esposizione sul pittore e l’uomo.
Si alza il sipario
Le opere annunciate per il museo Magritte appartengono ai Musei Reali delle Belle Arti del Belgio, ma vengono anche da prestiti di collezionisti privati. Il corpus prevede molti documenti d’archivio: lettere, fotografie, disegni, manifesti e filmati.
Il volto inedito di Magritte potrà rivelarsi in particolare nelle testimonianze biografiche, spesso meno presenti nelle tante esposizioni temporanee che si svolgono periodicamente in Europa sulla sua pittura – l’ultima in Italia, a Milano a palazzo Reale, ha richiamato sino a marzo scorso lunghe code di visitatori – .
Il museo avrà poi anche il pregio di dare attenzione non solo alle opere più note, da L’Impero delle luci alle tele con l’icona oramai classica dell’uomo con la bombetta, sino a La magia nera. I dipinti che tradiscono le sue diverse ispirazioni artistiche, l’impressionismo, il cubismo, il futurismo italiano, la metafisica, restituiranno un’immagine più completa del suo lavoro.