“Questa bella città ha due volti: uno di pietra, l’altro d’acqua: solo osservata dal Danubio si fondono l’uno con l’altro“. Così scriveva la scrittrice e giornalista Sandra Paretti (Regensburg, 1935 – Zurigo, 1994). E in effetti la sua sensibilità di artista le fece scorgere proprio i due elementi che connotano questa città, l’acqua e la pietra; appunto. Forse, per cercare di afferrarne i segreti, bisognerebbe sostare qualche tempo sul maestoso ponte, lo Steinerne Brücke che sovrasta il Danubio, possibilmente al mattino presto o al tramonto, lontano dal clamore dei turisti, ma accompagnati solo dalla voce del fiume che scorre impetuoso sotto il ponte e che collega la città alla Stadt am Hof.
Un “misterioso” Ponte di Pietra
Edificato nel XII secolo, il ponte di pietra lungo trecentotrenta metri, in origine a sedici archi, rappresentava, per l’epoca in cui è stato realizzato, un’opera ingegneristica di assoluto rilievo. Così come per il ponte di Cividale del Friuli, l’arditezza dell’opera fece ritenere ai contemporanei che la sua costruzione si fosse avvalsa del contributo di una mente ultraterrena.
In effetti, le grandi opere di architettura e ingegneria, in epoca medievale, apparivano come impossibili da concepire e realizzare per la mente e le possibilità umane. Da qui il proliferare di leggende e racconti. Ecco che allora assume un senso anche il Bruckmandl, “il piccolo uomo del ponte”, che rappresenta il mastro costruttore e che venne collocato, come motivo decorativo, solo nel 1500. La leggenda vuole che il mastro nella sua impresa si sia fatto aiutare dal demonio che però riuscì a raggirare, consegnandogli non le anime di tre uomini, come concordato, bensì di tre animali (un cane, un gallo e una gallina).
Questo è anche il luogo, tra l’altro, appena il fiume riacquista la sua ampiezza, dove si formano i fatidici vortici, “Strudel” in tedesco, anch’essi oggetto di curiose narrazioni.
Qui è passata la Storia
Le guide turistiche vi proporranno di recarvi in questa zona della città verso l’ora di pranzo, per assistere allo spettacolo della folla di turisti che, insieme ai residenti, si contendono un posto sulle panche di legno dell’Historische Wurstküche, l’antico locale dove assaporare fumanti Regensburger Bratwurst e crauti, accompagnati oltre che dalla birra, dalla squisita mostarda dolce e dai panini alla farina di segale e cumino (gli Schwarze Kipferl).
Ma a nostro giudizio, per poter cogliere lo “spirito medievale” di questa città, meglio prediligere orari diversi. Da qui può aver inizio il tour alla scoperta di Ratisbona. Aggirandosi per le vie del centro storico, scampato miracolosamente ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, si intuisce perché sia stato dichiarato, nel 2006, patrimonio dell’Umanità. Come nessun’altra città dell’Europa centrale il nucleo storico di Ratisbona racconta, attraverso le sue pietre, il ruolo strategico che l’insediamento ricoprì sul piano politico, religioso, commerciale, nell’alto medioevo.
Ciò che rimane degli edifici di epoca romana: il Duomo, il Municipio, le imponenti chiese gotiche, le venti torri di epoca medievale, testimoniano della floridezza della città. Già sede vescovile, in epoca carolingia diventa residenza di re e imperatori e, successivamente, sede dei duchi di Baviera; la città conta ben mille e duecento edifici storici.