Alla Scapigliatura, nelle arti visive e letterarie, è dedicata parte della stagione espositiva milanese, a palazzo Reale e alla biblioteca di via Senato. Quasi a proseguire le celebrazioni per i cento anni del futurismo, la città torna a parlare di un movimento culturale che qui ebbe origine e che chiamò a raccolta molti autori lombardi. E’ forse amarcord, di sicuro un doveroso omaggio, quindi, la rinnovata attenzione verso il gruppo di intellettuali, scrittori, musicisti e artisti attivi per tutta la seconda metà dell’Ottocento e i primi del Novecento. Gli “scapigliati” sono più noti in letteratura che nelle arti visive; la mostra di palazzo Reale ne dà una lettura diversa proponendo 250 dipinti e sculture, che guarda anche agli autori che precedono e seguono la parabola del movimento, dal Piccio sino a Gaetano Previati.
La rassegna che apre in parallelo, dal 26 giugno sino a novembre prossimo, alla biblioteca di via Senato presenta opere, disegni, riviste e testimonianze del fondo di Angelo Sommaruga. I documenti d’archivio dell’editore e gallerista milanese, oggi custoditi in via Senato, figurano esposti al pubblico per la prima volta.
Un pandemonio per cambiare l’arte
Preferivano le osterie ai salotti, vivevano da bohémien per stile e necessità, erano spesso antiromantici, con uno spiccato gusto per il noir, sempre controcorrente. Allergici all’accademismo culturale e alle convenzioni borghesi, gli scapigliati manifestavano una tensione ideale che coinvolgeva codici estetici, valori etici e politici. La critica successiva prese a sottovalutare la portata del movimento; secondo studi recenti e per Annie-Paule Quinsac, curatrice della mostra, la voglia di nuovo di questi “ribelli”, a volte conclusa in morti precoci e suicidi, ebbe, invece, conseguenze importanti sotto il profilo storico. Per raccontare il fenomeno scapigliati in pittura la Quinsac ha scelto 38 artisti, fra i quali Daniele Ranzoni, Tranquillo Cremona, Pierre Troubetzkoy, Giuseppe Grandi e Medardo Rosso.
Olii e acquerelli svelano l’interesse dei pittori verso lo studio della luce e il progressivo abbandono delle figure e dei contorni definiti. Le esperienze pittoriche italiane, diverse da quelle che, in Francia, si sarebbero chiamate impressionismo, si concentrano in questo caso sui ritratti, volti di donne o giovani coppie di amanti o bambini; quasi sempre su ambienti dove resta importante cogliere sguardi e caratteri delle persone.
Dal Piccio a Medardo Rosso
Piacerà al pubblico tornare sul linguaggio figurativo di fine Ottocento, su dipinti che sperimentano lo sfumato, pennellate dinamiche, luminosità intense e una grande sensibilità nell’esprimere le passioni. La mostra però guarda anche all’arte plastica, che dagli anni ’80 in poi dal genere “scapigliato”, giunge a nuove formule del rapporto tra la materia e lo spazio, sino alla scultura detta “impressionista”. Un procedere verso il non finito che arriva a Medardo Rosso, ben presente a palazzo Reale, mentre una sezione a parte è poi dedicata ai gessi di Giuseppe Grandi, preparatori del monumento alle Cinque Giornate del 1895. I gessi sono stati restaurati per l’occasione e sono, quindi, un ulteriore inedito.
Il visitatore che abbia interessi storici e i milanesi tutti, del resto, potranno osservare come si presentava la città lombarda a metà Ottocento e come vivevano i suoi abitanti. Non mancano, infatti, dipinti e immagini che raffigurano la Milano di piazza Duomo e dei Navigli e delle caratteristiche case di quartiere. (26/6/09)
Scapigliatura. Un pandemonio per cambiare l’arte
Dal 26 giugno al 22 novembre
Milano, palazzo Reale
Orari: lunedì 14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 9.30-19.30; giovedì 9.30-22.30
Per informazioni: tel 02 6597728, www.ticket.it/scapigliatura
La Scapigliatura. Angelo Sommaruga. Dalla bohéme milanese alla Roma bizantina
Dal 26 giugno al 22 novembre
Milano, fondazione Biblioteca di via Senato
Via Senato 14
Orari: da martedì a sabato 10-18