Lago vulcanico
Dal punto di vista paesaggistico è invece il lago di Bolsena (a pochi chilometri a Nord di Viterbo) a detenere la corona. Acque trasparenti e non inquinate (sono molto “gettonate” per la balneazione e tanto pulite che il coregone, la “spigola del lago” guizza senza problemi), comprese entro i crinali del cratere vulcanico dei monti Vulsini. Tutto intorno, poi, una straordinaria natura: ai boschi di querce e castagni si alternano colline ammantate di vigneti e oliveti. E vale una visita tutto il centro storico di Bolsena che si staglia nella parte più alta del promontorio, il castello Monaldeschi, di pianta quadrangolare e quattro torri irregolari. Affascina soprattutto alla sera, appena velato dai bagliori del lago, così come incanta il borgo medievale: una grande porta del 1548, ne segna l’ingresso. Qui si respirano le atmosfere di antiche memorie.
Est Est Est, il vino “a tre stelle” di Montefiascone
Spostandoci verso Montefiascone ecco balzare alla mente il binomio territorio-vino, presente già nel nome. “Monte” in omaggio alla posizione, 600 metri di altitudine sull’orlo del cratere vulcanico che scivola verso il lago, e “fiascone” in onore ai vigneti del celebrato vino “Est, Est, Est”. Ma da dove nasce questo curioso appellativo? La leggenda fa risalire il tutto al 1111. Giovanni Defuc (forse un abate o un mercante) amante del buon vino e cortigiano alla corte di Enrico V, in viaggio verso Roma, fece sosta a Montefiascone, insieme al gruppo imperiale. Martino, fedele servitore di Defuc, era solito andare in avanscoperta per segnalare un vino eccellente della zona, indicandolo con un “Est”, cioè “c’è del buon vino”. Giunto a Montefiascone, rimase così estasiato da quanto aveva bevuto che scrisse “Est, Est, Est”. Defuc, di ritorno da Roma, decise di fermarsi in zona, dove, si dice, morì per aver tanto bevuto.
La sua tomba si trova nella chiesa di San Flaviano. Una targa lo ricorda così: “per il troppo Est, qui morì il mio Signore”, scritto dal suo inseparabile servo Martino. In paese sono molte le enoteche e le cantine che si rifanno alla leggenda.
La scoperta continua poi nei paesi di Castiglione in Teverina (con il Museo del Vino), Civita Castellana (con il Duomo dei Cosmati), San Martino al Cimino (dominato dalla chiesa abbaziale e dal palazzo Doria-Pamphili), con le proprie tradizioni e le loro storie.
(18/12/09)