Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Camminare verso il ghiacciaio

Una passeggiata di quattro ore, dalla cittadina di Zinal, nel Vallese, porta al cospetto dei quattromila metri di Weisshorn, Zinalrothorn, Obergabelhorn e Dente Bianco. Si dorme in quota, al rifugio Grand Mountet

Alpinisti verso la cima dello Zinalrothorn
Alpinisti verso la cima dello Zinalrothorn

Quattro ore di cammino dalla cittadina vallese di Zinal, a 1670 metri, sino al rifugio Grand Mountet, a 2886, per godere della vista di vette da quattromila metri e ripide pareti di roccia. È un trekking possibile, per tutta l’estate e d’autunno, a patto di avere un discreto grado di allenamento nelle escursioni e un pizzico di costanza. Il sentiero in salita non è difficile e il dislivello da superare, di 1300 metri, si snoda su un percorso con pendenze dolci, che danno tutto il tempo di assaporare il paesaggio. La meta è il rifugio Grand Mountet, al cospetto di quattro cime: Weisshorn, Zinalrothorn, Obergabelhorn e Dente Bianco, circondate da gruppi di vette minori, distese di ghiaccio e morene rese evidenti dallo scioglimento estivo. E’ un panorama maestoso, che fa parte della cosiddetta “Corona imperiale”, con alcune delle vette più alte d’Europa ed è dominato da 4506 metri del Weisshorn.

Sul sentiero

Panorama a pochi passi dal rifugio Grand Mountet
Panorama a pochi passi dal rifugio Grand Mountet

Dal fondo valle, lungo il fiume Navizence, la camminata inizia in piano, su una mulattiera, per una buona mezz’ora, per poi intraprendere una leggera salita. Si costeggia il fiume e si sale attraversando boscaglie e cespugli. Gambe, pazienza, acqua per il refrigerio e un modesto allenamento per la salita sono sufficienti per proseguire il percorso, che lentamente diventa sentiero di montagna, più stretto ma sempre comodo, circondato da arbusti e da qualche pecora. Prima di diventare destinazione turistica, d’estate e d’inverno – la località è molto conosciuta per il free ride -, Zinal era l’ultima tappa dei pastori che salivano poi verso gli alpeggi. Pascoli di vacche e pecore sono ancora ben presenti in tutta la valle. Solo dopo un paio d’ore, il sentiero sale di quota, abbandonando via via la vegetazione e lasciando il testimone a sassi e roccette. Sull’ultimo tratto, costituito per intero da rocce rosse e scure, il tracciato torna pianeggiante ma si tratta di un buon segno: il ghiacciaio è vicino, la corona imperiale si vedrà presto, insieme alla bandiera rossa e bianca del rifugio. (26/08/10)

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Per informazioni

www.zinal.ch

www.myswitzerland.com/it

www.cas-diablerets.ch/mountet.htm

Quattro quattromila

L'ultimo tratto di cresta...
L’ultimo tratto di cresta…

Su queste cime sono stati scritti alcuni capitoli di storia dell’alpinismo di fine Ottocento. Sul Weisshorn morì nel 1888 Georg Winkler: aveva già scalato la lunga cresta dello Zinalrothorn, che in vetta arriva 4221 metri, ma la seconda cima gli fu fatale. Il corpo di Winkler fu ritrovato nel ghiacciaio solo nel ’56, da un gruppo di alcuni alpinisti. Oggi l’intera zona è frequentata da amatori di scalate e ascensioni, turisti.

Per arrivare al rifugio Grand Mountet il punto di partenza, Zinal, è in fondo alla valle d’Anniviers, a Nord Est rispetto alla più nota località turistica di Zermatt. In auto, dista circa un’ora e un quarto da Briga e due ore dal passo del Sempione, al confine tra Italia e Svizzera. La Cabane Grand Mountet, costruita per la prima volta nel 1887 e rinnovata nel ’96, dà la possibilità di pernottare e dividere il trekking in due giorni. Un percorso più leggero e meno in quota, da Zinal porta al rifugio Petit Mountet, a 2142 metri, in circa 2 ore e trenta.

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