Non si sbagliava Pier Paolo Pasolini a definire Sana’a la città più bella del mondo, quando girò nello Yemen “Il fiore delle mille e una notte“, città che incanta i viaggiatori con i suoi palazzi di pietra ornati da decorazioni simili a merletti adagiati sulle parti superiori di palazzi e torri. Un’atmosfera quasi fiabesca si respira tra i vicoli odoranti di incenso e di spezie, pieni di botteghe che ricordano i medievali artigiani indaffarati a lavorare il ferro, il legno, l’oro. E dappertutto botteghe che vendono jambiya.
Tradizione tutta maschile
La jambiya è un pugnale con la punta ricurva che tutti gli uomini yemeniti sfoggiano infilato nel cinturone. In passato la jambiya simboleggiava l’ingresso nell’età adulta dell’uomo e veniva usato durante conflitti e duelli. Oggi più che essere un’arma, la jambiya è simbolo di virilità e di forza, portata con orgoglio dagli uomini yemeniti e quasi accessorio e ornamento dell’abito tradizionale maschile.
Spogliata del suo significato materiale e vestita soltanto del suo significato simbolico, gli uomini esibiscono fieramente il pugnale durante la danza della jambiya, in occasioni festose, principalmente matrimoni. Al ritmo di tamburi, gli uomini danzano in cerchio sfoderando la jambiya, conferendo loro prestigio sociale. (18/02/2011)