Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Nel Kirghizistan, terra di cavallerizzi e capre

Nel Paese asiatico si impara prima a cavalcare e poi a camminare. Tra i Kirghizi è in voga uno sport molto particolare: l’ulak tartish, una sorta di polo praticato con la carcassa di una capra

Polo sul campo con una carcassa di capra
Polo sul campo con una carcassa di capra

 

Nel Paese dell’Asia Centrale (duecentomila chilometri quadrati e cinque milioni di abitanti) cinque volte la Svizzera, con montagne di grande altezza, si comincia a giocare decapitando la capra, beninteso tranciando la giugulare con un unico colpo ben assestato …

Una volta ben dissanguata – e messa da parte la testa – il cadavere della giustiziata è sbattuto al centro del perimetro di gioco e diventa l’’agognata preda delle due squadre di quattro cavallerizzi ciascuna, partiti di slancio da fondo campo. A ‘sto punto inizia un vero e proprio match di Polo (per i locali più noto come “ulak tartish”) con l’’unica differenza che al posto della palla c’’è la carcassa caprina e che al posto di Carlo di Inghilterra, marito della Camilla, ci sono rudi cavallerizzi kirghizi. Che montano a cavallo con la stessa naturalezza esibita da Ronaldo alle prese con le modelle brasiliane. E dire che il compito non è facile, non per Ronaldo, ma per i Kirghizi, perché i loro cavalcati altro non sono che quei fantastici non meno che irrequieti “cavalli celesti” scoperti dai Cinesi nella valle di Fergana (così preziosi da essere scambiati addirittura con la seta proveniente dal Celeste Impero).

Cavallerizzi nati, i Kirghisi

Prova di abilità equestre
Prova di abilità equestre

Con tanto ben di dio equino nelle loro steppe, ai nomadi locali non restava che imparare a cavalcare, cosa che avvenne quando le orde mongole di Gengis Khan scelsero le fresche, alte valli del Kirghizistan per ritemprarsi dal calor bianco del deserto uzbeko. E come spesso accade, ben presto l’’allievo superò il maestro, tant’è che i Kirghizi divennero i “Number One” nei festeggiamenti di importanti vittorie, mediante folli cavalcate (propiziate da robuste “ciucche” di bevande alcoliche e bagni di sangue). Tanta destrezza a cavallo, vieppiù raffinata con il trascorrere dei secoli, è stata recentemente trasformata dai Kirghizi in una attrazione turistica che permette di conoscere anche le tradizioni e i costumi medioevali di un posto del mondo di cui si sa assai poco.

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Moderni guerrieri di Gengis Khan

Nel Kirghizistan, terra di cavallerizzi e capre

A Bishkek, in un campo antistante l’’ambasciata americana, lo show è costituito da una sorta di torneo (er-saish) di abilità equestre, nel quale i contendenti – vestiti come i tremendissimi guerrieri di Gengis Khan – si sfidano in prodezze che uno spettatore considera del tutto impossibili. Un’’incredibile acrobazia la “alanskaya ezdà” (cavalcare in piedi simultaneamente due cavalli) incornicia altre esibizioni (scendere e rimontare sul cavallo in corsa con un solo salto, correre sfrenatamente con la schiena rivolta alla criniera, rapire al galoppo una dama che si difende con la frusta). In questi tornei cittadini prevale la figura del cavallerizzo sull’’animale, ma nel resto del Kirghizistan è il cavallo a dominare la scena per la sua importanza, onnipresenza, utilità, impiego da parte di questo popolo di montagna. Non c’’è un pastore che si sposti a piedi, i bambini nomadi imparano prima a cavalcare eppoi a camminare.

 

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