Non v’è dubbio che spetti allo scomparso Orient Express e alla Transiberiana (narrati nelle puntate precedenti) la parte del leone nella intrigante storia del Turismo Ferroviario. Un modo di viaggiare che (parimenti al riscoperto piacere per le crociere marittime) conta ancora su molti aficionados. Si tratta di viaggi forse fanè ma certamente chic. Eppoi, facendo turismo in treno eviti le volgarità degli aeroporti, laddove burberi cerberi ti passano ai Raggi X e ti palpano senza nemmeno chiederti scusa; dopodiché ti fai derubare al Duty Free solo perché non puoi aver fatto le corna alla moglie senza ripulirti la coscienza mediante un costoso profumo.
Ma oltre allo scomparso, mitico e lussuoso treno della Belle Epoque e a quello che tuttora porta da Mosca a Vladivostok (peraltro senza provocare grandi entusiasmi) è doveroso citare altri treni appositamente allestiti per viaggiatori più o meno Vip o resi turisticamente importanti per il loro itinerario. Non mancano poi – ma magnanimamente risparmierò al lettore la loro descrizione – convogli locali e stagionali previsti su minori distanze e durata del viaggio: è il caso del Tren de la Fresa (fragola) che da maggio a ottobre porta da Madrid ad Aranjuez e dell’ardito treno che va nella grigiona Svizzera dalla nostra Valtellina).
Alberghi lungo la ferrovia
Partito per la prima volta da Montreal alle 8pm del 28 giugno 1886 (e arrivato a Port Moody, a 20 chilometri da Vancouver, alle 12am del 4 luglio) il Canadian (motto “A mari usque ad mare”, da un mare a un altro) ottenne tanto successo da convincere la Canadian Pacific ad aprire monumentali non meno che eleganti alberghi lungo l’itinerario.
Più a nord fu in seguito aperta una seconda linea (a Edmonton e Jasper) dalla Canadian National Railways (CN) che dal 1990, con il marchio Via Rail, ripercorre tre volte alla settimana l’itinerario del “Canadian” utilizzando, debitamente restaurate e rimodernate le vecchie carrozze del 1955 (una chicca il sole riflettersi sull’acciaio dei vagoni, mentre si attraversano le pianure del Manitoba e del Saskatchewan).
Rotaie nelle terre dei Masai
Sempre nell’Impero Britannico, ma morta la Regina Victoria (1901) ed entrati nel nuovo secolo, ecco operare, in un altro continente, un ulteriore treno ‘benemerito’ del Turismo: il Mombasa- Nairobi (1903). Stante il costo previsto, l’apertura della linea fu preceduta da grandi polemiche (fu definita Lunatic Line, Linea Folle) ma alla fine prevalsero gli appetiti commerciali prevedenti un proseguimento da Nairobi a Kisumu, sul Lago Victoria, Uganda.
Che resta oggidì del treno, a parte i ricordi della laboriosa costruzione della ferrovia ‘per colpa’ di affamati leoni, degli scarsi entusiasmi dei Masai e delle struggenti descrizioni di Karen Blixen? Un abbastanza confortevole, British Touch (precisa Patrick Poivre d’Arvour nel suo bel libro sull’Età d’Oro dei Viaggi in Treno); un treno tipo Wagons Lits, che in 13 ore percorre 530 chilometri dalla capitale kenyota all’oceano Indiano.
Il trenino dell’Himalaya
Quanto alla paternità dei Treni Turistici, quella da me assegnata all’americano Pullman e al belga Nagelmackers è soltanto putativa. In effetti il vero creatore del trasporto ferroviario (e di riflesso del come viaggiarvi) fu il British Empire, il glorioso Impero Britannico della Regina Victoria (i cui sudditi, solitamente non meno che erroneamente, sono da noi definiti tout court, chissà perché, “gli Inglesi”). E appunto nella più emblematica delle colonie british, l’India, dal 1881 opera il Darjeeling Toy Train, decano dei treni turistici (dal 1999 Patrimonio dell’Umanità, titolo condiviso con l’austriaco trenino del Semmering). Toy, in inglese giocattolo, fu battezzato il treno per via di quello scartamento di soli 61 cm, ma non per questo risultò meno dotato di ingegnosi meccanismi, col risultato che tuttora sbuffa onorevolmente due volte al giorno rinculando e affrontando spirali (come dicono i veri cronisti di viaggi) “mozzafiato”. Ma nel mondo poco cambia, e il viaggiatore che oggidì scappa dall’orrida calura estiva di Calcutta e New Delhi altro non fa che imitare i funzionari e i Civil Servants britannici in fuga verso le pendici dell’Himalaya: 85 chilometri di Toy Train, dai 120 metri di Siliguri ai 2100 di Darjeeling, tra le fresche piantagioni di tè. Un treno in miniatura in un contesto che più vittoriano non si può (chi può escludere che ogni giorno alle 17 almeno, fino alla fine dell’Impero Britannico, il Darjeeling Toy Train non si fermasse per la canonica funzione del Tea Five?).
Da Montreal a Vancouver in 5 giorni e 16 ore!
Sempre di colonie o dominions che fossero, e sempre britannici, si parla, a proposito di un altro Treno Turistico: il Canadian. Nella seconda metà del XIX secolo parimenti agli United States il Canada si ritrovava con la necessità di ‘unire’ la abitata costa orientale con le disabitate terre dell’ovest. Identico il problema per arrivare al Pacifico: superare le Rocky Mountains, Montagne Rocciose (bastava l’aggettivo a creare preoccupazione, dopodiché si aggiungevano il gelo, la neve e i pellerossa). Fondata nel 1881 la Canadian Pacific Railway in soli 5 anni completò l’opera dando grande impulso all’emigrazione nella British Columbia.
Ma il vero artefice del Turismo Ferroviario nel Canada fu Mr Van Horne, direttore della CPR. Stante la magnificenza dei panorami godibili durante il viaggio e al corrente dei successi riportati dai neonati treni ‘turistici’ in Europa (segnatamente in Svizzera con forte presenza di viaggiatori ‘vittoriani’, come detto, i pionieri del turismo moderno) Mr Van Horne dotò di buon confort il treno e lo propose a chi – in sostituzione o dopo aver visto le Alpi Elvetiche – voleva ammirare anche le Alpi Canadesi.