Le montagne dell’Hindu Kush, del Karakorum, si dispiegano ad arco dall’Afghanistan al Pakistan all’India, sino alla Cina, per proseguire poi verso est con le vette e le valli Himalayane che a loro volta si allargano a ventaglio a comprendere un’area vastissima tra India, Nepal e Bhutan a sud; Tibet e Cina a nord. Sono quattordici le vette più alte del mondo che superano gli ottomila metri d’altezza. Su queste catene montuose nascono alcuni dei più importanti fiumi della terra (Indo, Gange, Brahmaputra, Irawaddi ed altri ancora). In questo universo fatto di montagne altissime, concatenate le une alle altre per mezzo di valli profonde scavate da fiumi e torrenti impetuosi, l’uomo si perde nella sua nullità e la natura incute persino timore tanto è assoluta, prorompente, inarrivabile. Estesi altopiani dalla vegetazione essenziale, ghiacciai immensi, nevi eterne, nubi possenti e mutevoli, trascinate da venti vorticosi e pressoché continui, contribuiscono a rendere il “tetto del mondo” un universo completamente a sé, abitato da popolazioni speciali che nel tempo hanno creato toponimi vari e fantasiosi per indicare i differenti luoghi fisici, grazie alle radici linguistiche tibetane, nepalesi, sanscrite, combinate e mescolate con le molte altre lingue parlate dalle genti delle vette. Ecco allora che l’Himalaya è “la dimora delle nevi”; il Karakorum sono “le pietraie nere”; il famoso K2, in lingua locale Chogo Ri, altro non è che “il grande monte”. Ogni vetta, valle, altura, ha nomi tramandati dalla notte dei tempi; c’è persino “il monte bianco” (Dhaulagiri, 8167 metri), alto quasi il doppio di quello europeo! L’India, nella sua parte settentrionale, è quindi una nazione montuosa e possiede località e paesaggi che meritano di essere conosciuti e visitati. Proprio a cominciare dall’estremo nord-ovest.
Uttarakhand, aria salubre e luoghi di preghiera
Nel novembre dell’anno 2000 l’Uttaranchal, poi denominato Uttarakhand, è divenuto il 27° stato della Repubblica Indiana. Nato dalle “costole” dell’Uttar Pradesh, confina anche con Nepal e Cina. “Regina delle Colline”: questo è l’appellativo di Mussoorie, località ad appena 34 chilometri dal capoluogo Dehradun, a 2000 metri d’altitudine. Forse è superfluo farlo notare, ma in questa vasta zona dell’India del nord-ovest, il termine “collina” va interpretato in maniera del tutto differente rispetto al comune sentire di noi europei. Qui chiamano colline delle vere e proprie montagne, nettamente sovrastati, questo è vero, dalle vette dell’Himalaya che “appiattiscono” tutto il resto! L’aria è salubre, ovviamente, e l’Uttarakhand è una delle mete preferite dagli indiani che vogliono lasciare le calde pianure sottostanti; la stessa Delhi non è poi così lontana, realtà che induce molti abitanti della capitale a scegliere questi luoghi per i fine settimana o per le loro vacanze. Numerosi sono i luoghi sacri hindu (Kedarnath, Badrinath, Gangotri, Yamunotri, Haridwar, Rishikesh) e i pellegrinaggi devozionali sono quindi frequenti e convogliano un gran numero di fedeli.
Himachal Pradesh, foreste e montagne dalle cime innevate
Le foreste di questo stato himalayano, e il legname che ne viene ricavato, rappresentano la maggior risorsa economica del luogo. Anche qui, grandi altitudini e valli verdissime ricoperte di betulle, cedri deodara, abeti, pini e larici. Più in basso, i terreni coltivati producono frutta, grano, orzo, mais, miglio e, in certe zone anche riso. Il digradare delle vette himalayane (l’Himachal Pradesh vanta ben 136 montagne che superano i cinquemila metri!) disegna, attraverso colline, ampie vallate e picchi innevati, le antiche vie commerciali che conducevano al Tibet e all’Asia centrale; itinerari che per secoli hanno favorito la diffusione del buddismo. La capitale dello stato è Shimla, situata su un costone di montagna a 2.213 metri d’altezza. E’ una città che conserva molte testimonianze dell’epoca coloniale britannica; gli inglesi l’avevano eletta a luogo di residenza estiva. Rudyard Kipling (nei suoi romanzi Kim e Sotto i cedri dell’India) ne ha descritto gli stili di vita, la laboriosità della gente e le caratteristiche dei monumenti cittadini. Quali, ad esempio, il vecchio Ufficio Postale e quello del Telegrafo; il primo, una struttura in legno color carta da zucchero; il secondo, un fabbricato in stile Tudor edificato in mattoni color sangue di bue con le parti in legno di un verde intenso. Altro edificio “colorato” è la Cattedrale Anglicana del 1857: un fantasioso fiorire di pinnacoli e archi color zafferano.
Le località turistiche popolari
Kulli, situata in una vallata pittoresca e famosa per la coltivazioni delle mele e per la produzione di lane e tessuti lavorati con telai a mano; quindi Manali, che dispone di laghi e di sorgenti naturali. Ancora, fra i luoghi che sono sia turistici che religiosi, troviamo Chamba, Dalhousie e Dharamsala, nella quale vivono numerose comunità tibetame. Per lo sci e l’alpinismo ecco Kufri, le valli di Kangra e Kinnaur, mentre Lahaul e Spiri, aree montane remote scelte per l’alpinismo d’alta quota, si trovano sulle vie per il Tibet.
Cascate meravigliose e templi ad alta quota
La “scoperta” di Mussoorie come meta turistica data dal 1820, per merito del Capitano Young dell’esercito britannico che decise di venirci a vivere. Nel raggio di pochi chilometri dalla cittadina, vi sono panorami naturali e località davvero interessanti. Ad esempio, le tre bellissime cascate: Jahripani, Bhatta e Kempty Fall; specie quest’ultima, ritenuta la più grande e la più bella, situata ad oltre quattromila metri d’altitudine e circondata da altissime montagne. Tra le possibili mete non mancano i templi: Nag Devta Temple e Jwalaji Temple, che consente la vista degli impressionanti picchi himalayani. E a proposito della massima vetta mondiale (Everest, 8848 metri), a circa sei chilometri da Mussoorie c’è la Sir George Everest House, primo ispettore generale dell’India, che ha dato il nome alla montagna. Era addetto a rilievi topografici, controlli del territorio e incombenze varie. Non immaginava certo che il suo cognome sarebbe diventato così famoso. Per gli amanti dello sci, c’è infine la stazione invernale di Auli, nella regione di Garhwal. Le piste sono le migliori del paese e scendono dai tremila ai duemila e cinquecento metri d’altitudine. Altra destinazione per trekking, alpinismo d’altura e avventura in genere, la catena montana del Nanda-Devi Trisul.
Jammu-Kashmir, una regione contesa
Contesa da tre stati: India, Pakistan e Cina. Oggi la parte nord (Gilgit-Baltistan) e quella centro-ovest (Azad-Kashmir) sono rivendicate dal Pakistan, mentre analoghe rivendicazioni sono avanzate ad est da parte dei cinesi sulle vallate dello Shaksgam e sulla più vasta area dell’Aksai Chin, oltre il Ladakh. Lo Jammu-Kashmir indiano, capitale estiva Srinagar e invernale Jammu, è quello che di fatto presenta le migliori possibilità turistiche, perché il paesaggio è vario e chiunque ami la montagna vi trova grandi vette come vallate ampie e luminose, laghi d’altura e fiumi che, provenendo dai ghiacciai eterni, sono ricchi di acque che convoglieranno alla fine verso il piano. La stessa Srinagar è circondata da acque abbondanti: lo Jhelum vivifica i molti giardini Mughal e nelle vicinanze, incastonato fra i monti, c’è il lago Dal con le località turistiche di Shalimar e Nishat, prossime al bacino lacustre. Poco distante da Srinagar c’è Pahalgam, una stazione montana molto frequentata dagli amanti del trekking, che da questa base partono per emozionanti escursioni verso il ghiacciaio Kolahoi. La capitale invernale Jammu attraversata dal fiume Chelab, è stata un tempo dimora dei re Hindu Dogra; i templi e i rifugi sparsi nelle foreste circostanti rappresentano un dei molti obiettivi turistici. Poi c’è il Ladakh. Un altopiano ai piedi della catena himalayana, con diversi monasteri buddisti il cui cammino per raggiungerli è costellato da variopinte bandierine di preghiera. Il Ladakh è il luogo indiano abitato più alto del paese; i quasi quattromila metri d’altitudine ispirano pace e contemplazione, ma inducono anche gli sportivi a praticare emozionanti percorsi di trekking, gare di rafting, scalate avventurose. Se il Kashmir è stato definito da molti viaggiatori e poeti, “il più bel luogo della Terra”, il Ladakh, del quale è parte integrante, possiede altri “nomi” che indulgono alla fantasia e alla leggenda: Moonland, Shangri-La, Piccolo Tibet. Tutti pertinenti.
Montagne: tesori d’altura
Il confinante Uttar Pradesh non ha montagne con vette elevatissime, comprese queste nel vicino Nepal. Ma tutte le aree di montagna hanno qualcosa d’interessante da mostrare ai visitatori. Nelle attività sportive troviamo la pesca (trote, salmoni), le escursioni in battello, in canoa, sui fiumi e sui laghi; poi c’è il rafting nei fiumi e nei torrenti, con rapide che talvolta raggiungono il punto 8 della scala Colorado (il massimo è 10), assicurando così vere emozioni forti. Per gli splendidi panorami delle vette innevate, sta ora prendendo piede anche la navigazione aerostatica (ballooning), oltre al deltaplano. Sci, roccia e alpinismo, completano il quadro delle possibili attività sportive. Girando tra le vette, è possibile (anche se raro) imbattersi nel leopardo delle nevi; più facile avvistare il cervo muschiato, l’ibex e splendidi fagiani. Nelle alte valli vi sono poi i cervi chinkara, daini, orsi e persino i panda rossi. Il ricordo di vacanze in fondo diverse (la grandiosità dei panorami le rende tali) sarà rappresentato da alcuni oggetti d’artigianato, qui molto fiorente: pashmine, tappeti in seta, oggetti in cartapesta spesso decorati con lamine d’oro, cesti di vimini, sculture in legno di noce. I tappeti più belli sono quelli del Kashmir, di evidente influenza persiana, in lana pura o in lana e seta; non mancano anche quelli tibetani, dai colori sgargianti. Per questi oggetti si spenderà qualcosa; la visione e il ricordo di ciò che si è visto, sarà stata assolutamente gratuita.