Se penso a una città di mare da vivere tutto l’anno, mi viene subito in mente Albenga, in provincia di Savona. Da sempre conosciuta come la “città delle cento torri” (anche se a contarle, proprio cento non sono), recentemente fa sempre più parlare di sé, non solo per il suo antico borgo medioevale ricco di storia, ma per un appuntamento che, anno dopo anno, sta riscuotendo sempre più successo di pubblico nonché attenzione da parte dei media. Stiamo parlando del premio Fionda di legno, migliore evento culturale del 2011 in Liguria, che dal 2007 l’associazione Fieui di caruggi dona a chi nella sua vita, o in un momento particolare della propria esistenza, si è distinto per aver combattuto o, come direbbero i Fieui di caruggi (ovvero i monelli dei caruggi, le caratteristiche vie del centro storico della cittadina ligure), aver tirato “buone fiondate” contro il malcostume, i soprusi, le ipocrisie, le truffe, le speculazioni, il falso perbenismo del Terzo Millennio. È il 10 agosto del 2007 quando la prima Fionda di legno venne assegnata ad Antonio Ricci per aver preservato il centro storico della città (per chi non lo sapesse l’ideatore di Striscia la notizia è un ingauno doc) da una colossale speculazione edilizia ed aver evitato la costruzione di alcuni grattacieli subito battezzati “le torri del mangia-mangia”.
Carlin, “visionario” che crede nei suoi sogni
Giunta alla settima edizione, quest’anno la Fionda di Legno 2013 andrà niente meno che a Carlo Petrini fondatore di Slow Food nonché ideatore di Cheese, Il salone del Gusto e di Terra Madre (l’appuntamento è per sabato pomeriggio 13 aprile al Teatro Ambra, con ingresso gratuito). “In Petrini – racconta Gino Rapa, uno dei monelli di Albenga ideatori del premio – abbiamo riconosciuto la trentennale battaglia in difesa di un cibo buono, pulito e giusto, a tutela delle identità territoriali e della dignità dei piccoli produttori. Carlìn è sempre stato, come noi, un visionario che crede nei suoi progetti. Abbiamo apprezzato le sue fiondate contro gli OGM e la cementificazione del territorio agricolo, un argomento quest’ultimo molto sentito e sofferto nel nostro territorio”. Non dimentichiamo, infatti, che in Liguria ci sono importanti presidi “slow food” come l’asparago violetto di Albenga, il chinotto di Savona e l’aglio di Vessalico. Il nome di Carlo Petrini si aggiunge così a Balbontin-Ceccon-Casalino, Fabrizio De André, Paolo Villaggio, Milena Gabanelli, Roberto Vecchioni e Don Andrea Gallo. “In un certo senso – ricorda Gino Rapa – è un modo per riappropriarsi simbolicamente della città dopo che un proclama del 1798, recentemente scoperto dallo studioso Mario Moscardini, vietava l’uso delle fionde all’interno delle mura, pena l’arresto”.