Giovedì 2 Maggio 2024 - Anno XXII

A New Delhi un Hotel davvero “Imperiale”

The Imperial Hotel

Un edificio carico di storia e di profondi significati sociali, il lussuoso Hotel Imperial di New Delhi, capitale dell’India. Venne costruito quando il paese asiatico anelava la propria indipendenza dal dominio Britannico

A New Delhi un Hotel davvero "Imperiale"

The Imperial di New Delhi, uno dei sciccosi nonché The Most Famous Hotels in the World (famoushotels.org come suggerito nella precedente puntata si dia un occhio ai tanti alberghi storici descritti, un vero e proprio Gotha) tardò qualche lustro per divenire il primo Grand Hotel deluxe della nuova capitale dell’India. Un ritardo dovuto non tanto a due già accennati motivi (la Grande Guerra e la Crisi di fine Anni Venti) quanto al non irrisorio dettaglio che New Delhi (concepita nel 1911 e ‘inaugurata’ capitale nel 1931) fu costruita dal nulla (su disegni di Edwin Luytens, vate dell’architettura coloniale britannica e lavori del costruttore Rai Sahib Narain Singh, personaggio della ricca borghesia indiana che, con la nobiltà dei tanti Maharaja ben si inserì nell’establishment della colonia.

Priorità architettoniche

The ImperialPrima di pensare agli ospiti e ai viaggiatori occorreva erigere palazzi e magioni per le istituzioni del più potente impero del mondo (e vai a sapere che nemmeno due decenni dopo i padroni di sì vasto dominio dovessero fare fagotto dall’India lasciando ai sudditi tanto ben di dio). Una House (in senso faraonico, non si badi alla traduzione letterale) spettava al Viceroy di His Majesty George V, un’altra al Government e parimenti – prima di un albergo – andavano costruiti altri monumentali edifici pubblici, sia per ospitare gli efficienti civil servants sia per mostrare la possanza dei colonizzatori (vedi in Italia i Palazzi di Giustizia quasi ovunque sì possenti e imponenti da intimorire il villico, e un paria davanti alla maestà di un palazzone mica va a sfruculiare i Potenti che li hanno costruiti … elementare Watson).

The Imperial stile ArtDeco, atmosfere Sikh
atmosfere Sikh
Atmosfere Sikh

L’India e la sua nuova capitale potevano dunque esibire un hotel veramente Imperial, ispirato dalla già citata Viceregina Lady Willingdon, disegnato da D.J. Bromfield (un associate del sullodato Luytens) e costruito da Rai Sardar Bahadur Ranjit Singh (tra i proprietari Sir Sri Bhupinder Singh, Maharaja-i-Rajan di Patiala. E precisato che non tutti coloro di nome Singh sono Sikh ma (si dice in India) che tutti i Sikh si chiamano Singh, non appare misterioso il dettaglio che da sempre sia Sikh (quindi ostenti una curata barba sovrastata da elegante turbante) il portiere che alla scalinata d’ingresso accoglie clienti e visitatori dell’Imperial. Dopo un periodo di decadenza (anche gli alberghi vivono gli alti e bassi della vita) l’hotel è tornato agli antichi splendori e può vantare una chicca di assoluto valore: oltre all’inalterata iniziale bellezza dello stille Art Deco con correzioni coloniali e alle 233 camere arredate come un deluxe comanda, l’Imperial costituisce un minimuseo di buona importanza racchiudendo centinaia di oggetti artistici, quadri, sculture, vasellame.

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Ispiratori, i coniugi Willingdon, tra i primi ‘frequent flyers’

A New Delhi un Hotel davvero "Imperiale"Ma l’attesa-ritardo nella costruzione giovò al The Imperial perché tra fine ‘800 e inizio ‘900 (e a quei tempi le comunicazioni richiedevano ancora il loro tempo) in Europa nacquero e si svilupparono moderni (e chissà quanto ritenuti folli dall’establishment perbenista) stili architettonici. In Austria Adolf Loos “inventa” il movimento Bauhaus, in Francia si ammira l’Art Dèco. Un design, quest’ultimo, sobrio non meno che elegante, che fortunatamente sarà applicato al The Imperial (in caso di sfortuna l’hotel avrebbe potuto essere costruito nel cupo stile neogotico – tipo il Parlamento di Londra – o nella meno greve ma non per questo più disinvolta architettura colonial ovviamente onnipresente nell’ex Raj britannico). Musa ispiratrice del primo hotel di lusso di Delhi (in precedenza la autorevole – ovvio, era l’unico tour operator organizzante viaggi nell’Empire – guida della Thomas Cook suggeriva il Laurie’s e il Maiden’s, diciamo due buoni 4 stelle o prima categoria) fu la moglie del Viceroy, Lord Willingdon. Una coppia colta e moderna, quindi frequent flyers ante litteram grazie alla grande rivoluzione dei trasporti. Dopo secoli di trasferimenti marittimi dalla Gran Bretagna all’India di settimane di navigazione, un comodo e sicuro (velocità media 214 kmh, le hostess, infermiere volontarie, servono a bordo pasti di quattro portate) volo della Imperial Airways, durata sette giorni, collegava Londra-Croydon a Delhi via Parigi, Brindisi, Atene, Alessandria, Baghdad, Bahrein e Karachi.

The Imperial, ospiti celebri e meno …
A New Delhi un Hotel davvero "Imperiale"

La narrazione di una struttura alberghiera non può che terminare con l’elenco di “chi c’è stato”. E va bene. Al The Imperial di New Delhi “ci sono stati” tutti i grandi personaggi degli ultimi (quasi) 80 anni ivi compresi (il libro Andreas Augustin dedicato all’hotel li include e non resta che adeguarsi, con riserva) Luca di Montezemolo e Kabir Bedhi (per gli under 50 il Sandokan della nostrana tivù). Secondo alcuni vi avrebbe soggiornato anche Rudyard Kipling, ma non è vero: il grande scrittore (che in India nacque dedicandole magnifiche narrazioni) lasciò il Raj molto prima che l’Imperial vedesse la luce

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La prima parte del servizio dal titolo: “New Delhi e Imperial Hotel” è stato pubblicato venerdì 23 agosto 2013

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