“Klimt. Alle origini del mito” è il titolo della mostra aperta a Milano, a Palazzo Reale, sino al 13 luglio sul grande maestro della Secessione viennese. Grazie alla collaborazione del museo Belvedere di Vienna, arrivano in Italia venti oli di Gustav Klimt, insieme a disegni, documenti e opere del fratello Ernst e di altri contemporanei. La scelta dei curatori, Alfred Weidinger e, per l’Italia, Eva Di Stefano, è andata a indagare soprattutto il periodo della formazione. Alcune delle opere più conosciute di Klimt, quelle che lo hanno reso celebre e che lo fanno tuttora amare dal grande pubblico, per le atmosfere dorate, sognanti e sottilmente erotiche, sono presenti, ma la mostra va visitata con un diverso obiettivo. Opere decorative e monumentali, ritratti, paesaggi, restituiscono uno scenario più completo del lavoro dell’artista e danno conto di un percorso che ha visto diverse fasi di maturazione. Nella foto: Gustav Klimt, Adamo ed Eva (incompiuto), 1917-18. Vienna, Belvedere
Vienna e la nuova pittura
L’esposizione inizia con i lavori della Künstler-Compagnie, l’attività che vedeva soci i fratelli Klimt e Franz Matsch nel realizzare opere su commissione. Per alcuni anni la compagnia riscontrò grandi successi: il talento di Gustav prende forma accanto a quello del fratello e si sviluppa, in primis, nell’arte decorativa. In mostra viene proposta la riproduzione dell’originale del “Fregio di Beethoven”, esposto nel 1902 a Vienna e vengono presentate anche opere dei due soci. La morte del fratello Ernst, nel 1892, segnò una cesura nella storia della compagnia. Gustav visse un periodo di sconforto, morale e creativo e iniziò a maturare un cambio di prospettiva nella concezione della pittura. La distanza con lo stile di Matsch aumentava e la Künstler-Compagnie entrò in crisi: ma crisi, come insegnano i greci, vuol dire “separazione”, decisione tra il vecchio e il nuovo.
La Secessione
Nel 1897 diciannove artisti lasciano l’istituzione ufficiale viennese per costituire la “Secessione”. Gustav Klimt era la figura di riferimento. Maestro di una nuova avanguardia, Klimt realizzò da allora le tele che lo hanno consegnato alla storia: in mostra, “Salomè”, “Adamo ed Eva”, ma anche “Fuochi Fatui” e un bellissimo, solitario e splendente “Girasole”. Da osservare, però, nell’allestimento di palazzo Reale, anche i ritratti, cominciando con quelli prima del 1890 e proseguendo con gli oli di fine decade. La mostra presenta anche un’interessante selezione di paesaggi ; in Francia è il periodo dell’impressionismo e anche Klimt studia un diverso rapporto con la luce, in tele dal vago sapore fiabesco. L’ultima opera concessa dalla galleria del Belvedere è un quadro del 1910, “Madre con due bambini”, di ispirazione simbolista.
Info: www.klimtmilano.it
(01/04/2014)