La Fontana del Babuino è stata restituita alla città dopo l’intervento di restauro, avviato il 29 ottobre scorso e terminato nel pieno rispetto dei tempi previsti.
I lavori di ripristino di una delle statue parlanti di Roma, diretti dalla Sovrintendenza Capitolina, sono stati realizzati dalla ditta Giacomo Casaril, specializzata nei restauri lapidei, grazie alla elargizione liberale di 25.000 € di Brioni, marchio italiano di abbigliamento di lusso.
“Le fontane di Roma – ha detto il sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce – costituiscono uno dei fiori all’occhiello della nostra città. Tutelarne la bellezza e restituirle al loro originario splendore è un compito in cui la stretta sinergia tra pubblico e privato è di fondamentale importanza di cui beneficia l’intera collettività”.
I lavori di restauro, necessari per il pessimo stato conservativo della fontana, hanno riguardato tutte le superfici in granito, tufo, travertino, selce e degli elementi metallici. La pregevolezza della vasca ha indotto i tecnici a non ripristinare lo strato impermeabilizzante e a lasciare invece a vista la levigata superficie del granito.
Una storia travagliata
La fontana del Babuino, così ribattezzata dal popolo romano, a causa della sua bruttezza, era in origine una fontana «semipubblica», cioè costruita a spese di un privato, il commerciante ferrarese Alessandro Grandi, ma destinata all’uso pubblico. Realizzata verso il 1576 circa, la fontana era costituita da una vasca di epoca romana in granito grigio – entro cui versava l’acqua una semplice cannella – sulla quale era collocata una statua a grandezza naturale in tufo scolpito raffigurante un Sileno disteso su una scogliera. Alessandro Grandi l’aveva fatta sistemare all’interno di una nicchia sul prospetto principale del suo palazzetto. Il palazzo passò nel Seicento alla famiglia Boncompagni-Ludovisi che nel 1738 provvide alla sua completa ristrutturazione. La fontana allora venne spostata verso sinistra e inserita in una incorniciatura analoga alla precedente.
Nel 1877, a causa dei lavori per la costruzione della rete fognaria, la fontana fu smembrata: la statua del Sileno fu collocata nel cortile di palazzo Boncompagni, mentre la vasca andò a sostituire quella dell’abbeveratoio di via Flaminia, davanti alla fontana di Giulio III (1550-1555). Finalmente, nel 1957, il Babuino fu ricomposto nei pressi della sede originaria, ma sul lato opposto della strada, a sinistra della chiesa di Sant’Atanasio dei Greci.
Nella tradizione popolare la Fontana del Babbuino è entrata a far parte del gruppo delle «statue parlanti» (insieme a Pasquino, Marforio, Madama Lucrezia e Abate Luigi) che costituivano il «congresso degli arguti», su cui erano affisse abitualmente le lamentele anonime dei romani, note come pasquinate.